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Un giardino movimentato

Le prime ore in compagnia della build definitiva

PROVATO di Alessandro Arndt Mucchi   —   21/02/2014
Plants Vs. Zombies: Garden Warfare
Plants Vs. Zombies: Garden Warfare
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Lo spazio che divide un tower defense di fama mondiale da uno sparatutto in terza persona non è poi così tanto, o almeno questo è quello che hanno pensato gli sviluppatori di Popcap nell'ideare la trasposizione tutta action del loro classico. Plant Vs. Zombies: Garden Warfare è esattamente quello che ci si aspetterebbe ad avere la possibilità di immedesimarsi in uno dei personaggi del famoso titolo mobile, una trasposizione dalla fedeltà quasi spiazzante, vero e proprio tuffo in un'altra dimensione che poi in realtà è molto più familiare di quanto si potesse sospettare. Guildford, piovosa cittadina giusto fuori Londra, come molti di voi ormai sapranno, è la sede degli uffici britannici di Electronic Arts, e proprio nello studio del produttore statunitense siamo stati invitati per un'intensa sessione di prova del titolo in questione, per scoprire una volta per tutte chi sia meglio tra piante e non morti. La recensione? Quella arriva settimana prossima, ma nel frattempo prendiamoci qualche riga per un articolo scritto così, a caldo, dopo sette ore passate quasi ininterrottamente a 30 centimetri da un 30 pollici con attaccata la nuova ammiraglia Microsoft.

Plants Vs. Zombies: Garden Warfare è una sorpresa divertente e coinvolgente

Alle piante piace la guerra

Che gli zombie fossero naturalmente portati al conflitto non è certo una novità, li abbiamo visti in tutte le salse, ma sempre aggressivi e pronti a far cena del prossimo. Sono le piante a stupirci, da loro non ci aspettavamo quegli sguardi combattivi che ne esaltano la caratterizzazione in Garden Warfare, quell'atteggiamento senza peli sullo stomaco di chi è stato trascinato a forza in un conflitto che poi scopre non andargli poi così stretto, anzi.

Un giardino movimentato

Non avevamo poi tanti dubbi sulla personalità dei protagonisti del titolo Popcap, ma una così intensa differenza tra gli sperduti zombie (chiaramente poco più che un'accozzaglia di soldati improvvisati, armata Brancaleone raccattata tra cimiteri e camere mortuarie) e la solidità delle fila vegetali, non può che far aumentare le simpatie per quella compagine che a prima vista sembra svantaggiata. Diciamo a prima vista, perché una volta sul campo di battaglia le cose si fanno tutt'altro che squilibrate, ed ogni tipo di zombie riesce a dare il meglio di sé in alcune situazioni, rivelando un bilanciamento tra le otto classi presenti decisamente buono. Ognuna delle quattro opzioni non morte e vegetali gode di punti deboli e forti, integrati con gusto nelle meccaniche di squadra e piacevolmente contrapposti a quelli della squadra avversaria. Una trattazione più nel dettaglio delle classi la faremo in sede di recensione, ma come non citare lo zombie ingegnere e la sua fondamentale abilità nell'attivare i teletrasporti nella modalità Gardens & Graveyards, o il Chomper, letale pianta carnivora dalle velleità stealth in grado di fare vere e proprie stragi nel deathmatch a squadre? A volte, quasi, si ha la sensazione che alcune classi cambino faccia a seconda della modalità scelta, anche se poi la loro versatilità le rende interessanti indipendentemente da questa.

Profondità a sorpresa

Classi molto personali dunque, che comunque corrispondono a grandi linee ai più generici archetipi del genere, e che riescono a nascondere una gustosissima profondità tattica dietro ad un design tutto colori saturi e umorismo. Lo spirito scanzonato dell'originale tower defense pervade infatti tutta l'esperienza, ma non mancano agonismo e mentalità di squadra a darci un gameplay da non sottovalutare. Certo non siamo di fronte ad una rivoluzione del genere, ma il prezzo budget di circa 35€ potrebbe essere la definitiva spinta per un titolo che ha tutta l'aria di poter divertire sia l'appassionato che il neofita.

Un giardino movimentato

Le meccaniche di combattimento puro, poi, sono risultate decisamente migliorate rispetto alla nostra precedente prova, con hitbox più precise e senza quel fastidioso input lag che aveva viziato il provato di tre mesi fa. Anche le mappe, sulle quali spenderemo più parole nella recensione, con fisiologici alti e bassi hanno saputo presentarsi come ottimo terreno di scontro per la tipologia di gameplay offerta, pur con qualche perplessità legata alla verticalità di alcuni frangenti nei quali una manciata di classi parevano godere di particolare vantaggio.

Un giardino movimentato

La critica maggiore però va mossa verso il loro numero che, escludendo le variazioni, occupa le dita di una mano sola, anche se un solido piano a base di contenuti scaricabili (gratuiti) è dichiaratamente nei piani di sviluppatore e distributore. Con questa anteprima abbiamo potuto solo sfiorare i confini di un prodotto che ci ha piacevolmente colpito grazie alla sua personalità, certo, ma anche grazie alla solidità di alcuni aspetti del gameplay. Dopo americani contro nazisti, americani contro alieni e americani contro mediorientali, può essere che piante contro zombie sia una futura accoppiata storica del mondo degli sparatutto? Già da queste prime righe possiamo dire che non sarà questa la produzione a cambiare il genere, ma ci sentiamo di anticipare un primissimo giudizio su uno dei fattori che poi sono fondamentali per la riuscita di un videogioco: il divertimento. Garden Warfare è un titolo che in più di un'occasione riesce nello strappare una risata, o un sorriso, anche solo grazie alle scelte di sceneggiatura, ma che più in generale gode di un gameplay piacevole, accessibile e con una minima profondità tattica. Appuntamento alla prossima settimana dunque, per la recensione completa di uno dei salti intergenerazionali più curiosi degli ultimi anni.

CERTEZZE

  • Divertente ed accessibile
  • Meccaniche tatticamente stuzzicanti

DUBBI

  • Offerta ludica non molto ampia