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Ai confini della realtà

Alla GDC Honeyslug è tornata a parlare del suo nuovo, stranissimo progetto videoludico fatto di musica e immagini colorate

ANTEPRIMA di Christian Colli   —   27/03/2014
Hohokum
Hohokum
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A giudicare dalla quantità di citazioni audiovisive compressa solo solo nel trailer dell'imminente Hohokum, si può dire che lo sviluppatore inglese Honeyslug abbia proprio fatto i compiti. Il titolo, tanto per cominciare, è una storpiatura della tradizione archeologica Hohokam diffusa negli Stati Uniti meridionali.

Ai confini della realtà

E il "protagonista", l'alter ego del giocatore, il variopinto serpentone stilizzato che possiamo controllare, è stato soprannominato Long Mover, proprio come Bob Fossil definisce i "serpenti" nello show televisivo britannico The Mighty Boosh. Siamo abbastanza sicuri che nei mondi di Hohokum i giocatori più attenti riconosceranno i vari elementi grafici ricorrenti nelle opere e negli stili degli artisti astratti più famosi, perché in effetti i ragazzi di Honeyslug hanno voluto creare un amalgama di forme, di colori e di idee senza confini ideologici o geografici. Il che riassume un po' tutto il concept alla base del gioco, che già chiamarlo gioco non ha molto senso.

Hohokum sembra un vero e proprio trip acido, ma potrebbe essere uno dei titoli più interessanti del 2014

Mai leccare i rospi

Honeyslug non è una software house molto famosa, ma al lancio di PlayStation Vita si è distinta per il simpatico Frobisher says!, una sorta di puzzle game che sfruttava in modo intelligente e originale le varie feature dell'handheld Sony.

Ai confini della realtà

Forse è per questo che la società ha attirato l'attenzione di uno studio prestigioso come Sony Santa Monica, che ha permesso di "agganciare" l'etichetta discografica indipendente Ghostly International e di vantare, quindi, una colonna sonora in parte su licenza e in parte originale, composta da musicisti come Scott "Tycho" Hansen e Ben Benjamin. La musica, d'altra parte, è un elemento molto importante in Hohokum, dato che viene plasmata dalle nostre stesse azioni negli eterei e coloratissimi mondi di gioco. Quali siano queste azioni non ci viene detto. Non ci viene detto neppure qual'è lo "scopo" di ogni stage, sempre che ce ne sia uno. Siamo abbandonati a noi stessi in un ambiente in cui possiamo muoverci in qualunque direzione, volando nei panni di questo serpente che cambia colore a seconda della direzione verso cui è rivolto o delle cose che fa. Secondo lo sviluppatore Richard Hogg, Hohokum è un gioco sulla libertà. Libertà di fare, di esplorare, di interagire e di muoversi. Non ci sono limiti di tempo, obiettivi da raggiungere o punteggi da battere: il giocatore vaga per il mondo di gioco e muovendosi vicino ai bizzarri personaggi che lo popolano possono succedere "delle cose". Muovendo il Long Mover vicino a un fiore potrebbe accadere che i suoi petali si stacchino e vengano trasportati dal vento: potremmo seguirli per scoprire cosa succederà oppure no, la decisione spetta a noi.

Ai confini della realtà

Ogni "mondo" sarà caratterizzato da quelle che si potrebbero definire delle "micro storie" ad interpretazione piuttosto libera, con punti di interazione che dovremo scoprire e con cui, eventualmente, interagire. Lo sviluppatore britannico ha voluto creare un gioco che si discosta assolutamente da tutto quello che si vede in giro e che deve essere rilassante e spensierato, concepito proprio per occupare il tempo libero del giocatore senza stressarlo ma anzi facendo leva su un "sense of wonder" ormai sempre più sommerso da cinematiche, narrativa e grafica ultra definita. Da questo punto di vista, la scena indie continua a proporre anche su PlayStation 4 titoli che di potente, graficamente parlando, hanno più l'originalità che il polygon count o gli shader, e Hohokum e tranquillamente uno dei più convincenti e intriganti. Lo stile essenziale e astruso ci catapulta subito nei suoi mondi senza regole fisiche o ludiche in compagnia di personaggi colorati e animati in modo buffo e cartoonesco. Gli utenti PlayStation non dovrebbero sentirsi estranei ai giochi "che non sono giochi" ma vere e proprie esperienze sensoriali, basti pensare a PixelJunk, Flower o al capolavoro di Thatgamecompany, Journey. La domanda è: riuscirà a colpire nel segno anche Hohokum?

CERTEZZE

  • Originalissimo
  • Stile e musiche d'atmosfera

DUBBI

  • Fattore divertimento
  • Lascerà il segno come Journey?