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I campioni di Los Angeles

Il CoD Championship è stato vinto dal team CompLexity. Ecco il nostro speciale sulla finale. E non solo!

SPECIALE di Matteo Santicchia   —   06/04/2014
Call of Duty: Ghosts
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Il Call of Duty Championship è terminato e ha visto vincitori gli americani di CompLexity, una delle realtà più solide del gaming a stelle e strisce, un vero e proprio brand "multidisciplinare", che si è portata a casa la bellezza di ben 400.000 dollari, su un montepremi complessivo di un milione tondo tondo. Purtroppo i nostri colori ci hanno salutato presto uscendo al primo turno, non replicando la bella cavalcata di Inferno dello scorso anno, coronata con un insperato ottavo posto valso 25.000 dollari, una cifra record per l'asfittico panorama competitivo italiano. Il torneo, della durata di tre giorni, si è strutturato con la solita formula collaudata dei due tabelloni, preceduti il primo giorno dalle eliminatorie mediante gironi all'italiana, lo scoglio purtroppo non superato dal nostro team Sublime.

Il Call of Duty Championship ha incoronato vincitore il team CompLexity: ecco il nostro resoconto

Scontri all'ultimo sangue

Le prime due di ogni girone sono andate quindi a formare la cosiddetta "Upper Bracket", mentre le squadre perdenti hanno avuto una seconda possibilità popolando turno dopo turno la "Lower Bracket". Le vincenti dei due tabelloni si sono scontrate nella finalissima, e qui il pronostico è stato rispettato, non c'è stata la sorpresa "dal basso": CompLexity ha schiantato Team EnVyUs con un secco tre a zero, anche se il risultato è stato bugiardo.

I campioni di Los Angeles

La prima modalità, Domination su Strikezone, ha visto CompLexity non proprio "dominare" gli avversari, vincendo i due round certo, ma senza distanze abissali (80-70 e 83-69) e con numerosi frangenti in cui le squadre sono state appaiate sullo stesso punteggio giocandosela sino alla fine. Purtroppo il "pro" più rappresentativo di EnVyUs, Rambo, non ha fatto la differenza, arrivando anche ad avere una k/d ratio di 4/15. Un vero "niubbo", qualcuno potrebbe dire... La seconda modalità è stata invece il fiore all'occhiello di tutto il Call of Duty Championship. Un Search and Destroy in Freight tiratissimo, terminato solo al "tie break", con la vittoria di CompLexity. Un match straordinario, undici round da cardiopalma, un vero e proprio saliscendi di emozioni in cui EnVyUs è stata sul 4-2 ed ha anche avuto la possibilità di fare il punto del 5-4, mancandolo per una frazione di secondo. Alla fine si è arrivati al 5-5 pari, extra time, 6-5 e 2-0 per CompleXity, nonostante la strenua difesa di Studdy, sempre ultimo a lasciare il campo per EnVyUs. La terza modalità sarebbe stata quindi quella decisiva, Blitz su Warhawk. Solo in questa modalità EnVyUs le ha decisamente prese, 5-2 dopo il primo tempo per un 8-2, un vero e proprio "cappotto" senza scampo alla fine. Assegno pesante, coriandoli, interviste di rito con le belle Jessica Chobot e Justine Ezarik e conferenza stampa di rito. Una tre giorni da sogno per CompLexity. Ancora una volta la "scuola" americana ha prevalso; ha vinto insomma un sistema talmente strutturato da avere "accademie", residenze dove i team possono vivere insieme e allenarsi, scout, sponsor, manager e magari anche psicologi al seguito. Una struttura talmente radicata e vincente da portare ai quarti di finale "alti" sei squadre su otto (le restanti due sono una inglese e una australiana) che hanno, di fatto, demolito ogni speranza da parte dei Paesi "solo dilettanti" di ambire alla vittoria.

Ma considerazioni "sociopolitiche" a parte come si è svolto l'evento? Tutto è filato liscio, anche tralasciando le disavventure capitate alla squadra italiana, mettendo bene in chiaro come gli americani sappiano davvero fare queste cose. In TV o in streaming, che si giochi football americano o ad uno shooter in soggettiva lo spettacolo e le professionalità sono le stesse.

I campioni di Los Angeles

La cornice era senza dubbio meno scenografica di quella dello scorso anno, niente più "sala da ballo" storica come l'Hollywood Palladium su Sunset Boulevard, ma una (enorme) tensostruttura sul tetto del parcheggio di L.A. LIVE, ovvero il centro dei divertimenti a Downtown Los Angeles stretto tra il Convention Center (dove si svolge l'E3) e lo Staples Center dove giocano i Kings ma soprattutto i Lakers. Meno "glamour" ma infinitamente più comoda e spaziosa, anche se la stanzetta "Echo" ricavata nella zona relax delle squadre, dove gli italiani hanno giocato due partite su tre gridava vendetta anche perché da manuale la stampa non sarebbe potuta entrare in quell'area. E infatti c'è stata da scomodare una lista di supervisor piuttosto lunga per entrare... Ma più delle partite in se per se, più dei palchi sede delle partite, a rubare la scena sono stati i caster, ben undici a raccontare tutte le partite del torneo. Guardate e soprattutto ascoltate la finale.

I campioni di Los Angeles

Anche i più freddi non possono rimanere impassibili di fronte alla bravura di Chris Puckett e Ryan 'Fwiz' Wyatt nel rendere appassionante la finale, galvanizzando il pubblico presente che ha fatto un tifo da stadio, equamente diviso tra fan di CompLexity e di EnVyUs. Insomma una manifestazione che afferma ancora una volta l'ambizione di Call of Duty di entrare con forza nel circuito del gaming competitivo, annullando di fatto anche alcune delle sue peculiarità più popolari, visto che si è giocato senza killstreak (e non solo), una scelta questa che scinde in due l'utenza "casual" e quella professionista e che punta sulle abilità dei giocatori e sul gioco di squadra per vincere. Anche se ovviamente la conoscenza a menadito della mappa, riflessi fulminei e soprattutto un pò di fortuna sono requisiti fondamentali per la vittoria. Insomma ci siamo divertiti molto a seguire questi veri e propri "pro" distruggere molti miti nati leggendo i commenti più caustici letti on line. Di gente che va in giro saltando per la mappa o che fa il corridore col pugnale in mano non c'è l'ombra, ci sono solo squadre che lavorano di concerto per vincere, e che tirano fuori il fucile da cecchino per "camperare" solo quando necessario, e non come mezzo per accumulare uccisioni su uccisioni. Altro che fenomeni dal grilletto facile su YouTube!