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Le ultime battaglie

Il destino della Terra dipende da scontri due contro due: dal Giappone un genere poco noto per un titolo curioso

PROVATO di Umberto Moioli   —   23/04/2014
Rise of Incarnates
Rise of Incarnates
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Rise of Incarnates è un titolo bizzarro: sviluppato da Bandai Namco, publisher solitamente dedito al mercato console e portatile, è stato annunciato unicamente per PC e riprende una formula popolare in Giappone soprattutto grazie ai vari Gundam Versus. Di più, la storia racconta dello scontro tra i pochi emersi dalla catastrofica fine della Terra come la conosciamo, una manciata di umani dotati di poteri associabili a divinità e miti tratti da una moltitudine di civiltà. A quanto sembra questa premessa un po' bizzarra e lo stile visivo atipico, ad essere sinceri non del tutto esaltanti, sono stati suggeriti da precise ricerche di marketing, ma sotto la superficie si cela un gameplay che molti troveranno inedito e una discreta prospettiva di farsi valere nell'affollatissimo mercato dei free to play. Durante l'evento Level Up, tenutosi recentemente a Berlino per mostrare la line up del produttore nipponico, lo abbiamo provato in anteprima.

Dal Giappone un genere poco noto per un titolo curioso: arriva Rise of Incarnates

Squadre di divinità

La formula prevede che due team composti da una coppia di giocatori ciascuno si scontrino all'ultimo sangue: la squadra condivide la stessa energia vitale, quindi la responsabilità per l'eventuale sconfitta dipende anche da un singolo anello debole.

Le ultime battaglie

Un po' come nei MOBA, qui parte dell'adrenalina e dell'imprevedibilità della battaglia è data dalla consapevolezza che il valore della squadra è spesso quello del suo membro più debole, quindi non mancheranno gli attriti. I combattimenti avvengono rigorosamente in terza persona e i comandi prevedono che ci si possa muovere tanto a terra quanto in aria: la tridimensionalità del campo di battaglia aggiunge profondità ad un gameplay che sfrutta uno schema dei comandi semplice e immediato, basato su due attacchi principali, il salto che innesca anche l'azione in aria, la parata, il lock sul nemico e poi il comando per attivare l'abilità speciale di ciascun combattente. Premendo B e inclinando lo stick di sinistra si ottiene, a seconda del personaggio, una trasformazione dello stesso oppure un'evocazione: Mefistofele, il classico lottatore abile dalla distanza e da vicino, buono per iniziare, si trasforma nel demonio reso celebre dall'opera Faust; Grim Reaper, una rivisitazione della Morte nelle vesti di uno scienziato pazzo, evoca orde di zombie; Ares, dio della guerra greco può richiamare accanto a sé un poderoso guerriero dotato di armatura; Lilith, infine, cambia le sue sembianze in un demone non prima di aver ferito l'avversario con un bacio.

Le ultime battaglie

Nella demo proposta al LevelUp il cast di lottatori si limitava a questi quattro ma ovviamente da qui alla fase di beta, il cui inizio è previsto per maggio, ne verranno aggiunti altri e lo stesso accadrà nei mesi successivi all'uscita. Se infatti il modello di monetizzazione non è ancora chiaro, al di là della certezza di una base da free to play, siamo orientati a pensare che Bandai Namco possa optare per una rotazione di personaggi gratuiti ogni settimana e gli altri acquistabili spendendo valuta in game oppure soldi reali. Non sappiamo inoltre se ci sarà un sistema di progressione e crescita, mentre in questi casi sono pressoché obbligatorie le skin speciali vendute a parte oppure comunque degli oggetti puramente estetici utili per abbellire gli eroi prediletti.

Un titolo originale

Un po' come nei titoli competitivi da sala giochi dedicati alla serie Gundam, anche la forza di Rise of Incarnates deve essere ricercata in un mix di meccaniche che mescolano action game, picchiaduro e in qualche modo anche sparatutto in terza persona. Non siamo certi che la decisione di lasciare libera la telecamera sia stata delle migliori perché spesso si crea un po' di confusione e, visti gli spazi e il numero esiguo di personaggi a schermo, anche fissa alle spalle avrebbe funzionato a dovere. A seconda del personaggio ciascuna di queste sfumature viene più o meno messa in risalto, quindi ciascuno dovrebbe avere qualcosa adatto al proprio stile.

Le ultime battaglie

Ma non solo, perché la diversità di approcci alla battaglia spinge anche a studiare i team con le migliori sinergie, un'intesa che poi nella pratica si concretizza in mosse speciali di coppia e nella necessità di coordinarsi al meglio all'interno di arene anche piuttosto spaziose. Quella provata era ambientata a New York, tra le macerie di una irriconoscibile Time Square, ma nel titolo ci saranno altre mappe tutte ispirate ad altri luoghi iconografici sparsi in giro per il mondo. Essendoci al momento una sola modalità, ovvero il death match a squadre con l'energia vitale in comune, ci auguriamo e dovremo verificare che la diversità di livelli offra anche gli spunti per strategie e situazioni differenti, che insomma non si limiti semplicemente ad una questione estetica. Nonostante i molti punti in sospeso, Rise of Incarnates resta qualcosa di unico e diverso dal solito, soprattutto nel panorama PC, e dopo averlo giocato per una ventina di minuti ci è rimasta la curiosità di approfondirlo ulteriormente. Le iscrizioni alla beta dovrebbero aprire proprio mentre leggete queste righe e già prima dell'estate torneremo a giocarlo: aspettatevi un aggiornamento non appena avremo un po' di novità a riguardo.

CERTEZZE

  • Formula poco nota in occidente
  • Sistema di combattimento immediato ma potenzialmente profondo
  • Sì gioca senza sborsare un euro

DUBBI

  • Stile visivo poco accattivante
  • Qualche dubbio sulla telecamera
  • Molto potrebbe fare la varietà di arene presenti