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PC Magazine #161

Tutto il mondo del gioco su PC nella rubrica settimanale di Multiplayer.it!

RUBRICA di La Redazione   —   24/05/2014

Bisogna dare atto a Polygon di avere spesso pezzi davvero eccezionali e diversi da quelli pubblicati da altre, pur importanti realtà online. E questa settimana ve ne diamo un'ulteriore dimostrazione. Il sito americano ha indagato il mondo, ai più ignoto, delle community di traduttori che si occupano di localizzare in modo amatoriale titoli giapponesi che altrimenti difficilmente potremmo sperimentare. Ancora più interessante è, poi, l'approfondimento fatto sul mercato di oggetti virtuali che imperversa su Steam, un panorama da cui è anche possibile trarre notevoli guadagni. Visto che è il weekend, comunque, meglio darsi da fare e magari mettersi a cucinare qualcosa. Anche in maniera virtuale visto che, sull'onda delle decine di simulazioni che stanno invadendo il mercato, da qualche settimana la lista annovera anche Baking Simulator, originariamente presentato alla competizione Ludumdare.

Tutto il mondo del gioco su PC nella rubrica settimanale di Multiplayer.it!

PC Magazine #161
COMPONENTECARATTERISTICHEPREZZO
ProcessoreAMD FX-6350 € 115.00
Scheda MadreASUS M5A99X EVO R2.0 AM3+ € 120.00
Scheda Video AMD Radeon R7 265 € 130.00
RAM CORSAIR XMS3 8Gb (2x4Gb) ddr3 1600 MHz € 75.00
Alimentatore CORSAIR cx500 v2 500 Watt € 55.00
Hard DiskHard Disk Seagate - Barracuda 500 GB SATA-II 3.5LP 12.4MS 7200RP € 45.00
Lettore-Masterizzatore Ottico Masterizzatore Samsung SH-S223Q € 20.00
CaseCooler Master Elite 360 € 40.00
CONFIGURAZIONE COMPUTER ENTRY LEVEL € 600.00
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World of Warcraft
È stata una settimana piena di novità per i MMO più importanti del momento, perciò metteremo da parte il sarcasmo e l'opinionismo (credeteci).

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Cominciamo subito dal tronista del genere, di cui ultimamente si è parlato poco visto che, be', su Azeroth non succede nulla da mesi. Insomma, è uscita una nuova patch! Non sarà mica l'attesissima (uh) 6.0?! Ma quando mai, è la 5.4.8, che in realtà aggiunge poco e nulla ed esce - guarda caso! - a ridosso del lancio di WildStar. Bando alle malignità, l'aggiornamento permette soprattutto di potenziare gli oggetti epici altre due volte, così i giocatori avranno un buon motivo per accumulare punti Valore nei mesi che li separano da Warlods of Draenor. Più interessante, sinceramente, la notizia che gli artisti di Blizzard stanno lavorando a un modo per personalizzare esteticamente le classi, dando finalmente forma fisica ai famosi "accessori": bandoliere per gli Hunter, tomi sacri per i Paladini, foderi di pugnali per Rogue... man mano che si aumenta di livello diventeranno sempre più elaborati, ma non li vedremo al lancio della prossima espansione poiché il team si sta concentrando sulla rimodellazione delle razze del gioco. ETA da definire, insomma.

Wildstar
E a proposito del MMO firmato Carbine Studios, siamo ormai vicinissimi alla data di uscita che, vi ricordiamo, è prevista per il 3 giugno (o il 31 maggio, se avete prenotato). Il team ha pubblicato una gargantuesca lista di modifiche relative all'aggiornamento più recente del client, presumibilmente quello che vedremo in release.

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La patch corregge un po' di tutto, dall'interfaccia all'intelligenza artificiale, dalla creazione dei personaggi a quella delle gilde, e via dicendo. Dovrebbe anche aver risolto i problemi riscontrati da alcuni giocatori con il launcher, e dato una bella ripulita all'interfaccia per il crafting. La prossima settimana servirà invece a sistemare gli ultimi bug e problemini, e per far sì che tutto fili liscio - e che magari non ricapiti la figuraccia della prenotazione dei nomi di qualche settimana fa - Carbine ha indetto la cosiddetta "Ops Week", cioè una settimana (anzi, meno) in cui i server di gioco saranno accessibili da tutti, tipo Open Beta, ma senza alcun preavviso e per periodi di tempo casuali. Precisiamo: l'ultimo di maggio saranno comunque cancellati tutti i personaggi in previsione dell'headstart.

The Elder Scrolls Online

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Nonostante le ultime settimane abbastanza tormentate - la notizia che le versioni PlayStation 4 e Xbox One sono state rimandate a data da destinarsi non ha esattamente giocato a favore del chiacchierato MMORPG di ZeniMax e Bethesda - il team di The Elder Scrolls Online ha finalmente pubblicato il primo, grande aggiornamento, aggiungendo a Tamriel anche la nuova area di Craglorn. Oltre ad aumentare il cap dei livelli Veteran e ad apportare uno ziliardo di modifiche e miglioramenti a interfaccia, bilanciamento, abilità e oggetti, l'update si concentra soprattutto sull'endgame con la prima Adventure Zone, Craglorn appunto, pensata per gruppi da quattro giocatori di rango Veteran, che affronteranno sfide e missioni particolarmente difficili per mettere le mani su bottini altrettanto ghiotti. La patch introduce anche i Trial, dei raid a tempo che rappresentano i content più tosti del gioco. I primi sono Hel Ra Citadel e Aetherian Archive, per dodici giocati ciascuno. L'Update 1.1, inoltre, dovrebbe arginare il problema dei bot nei dungeon con una bella ritoccata ai bottini nei forzieri. E intanto già si parla di una nuova patch e di un nuovo dungeon, Crypt of the Hearts...

Guild Wars 2
La "seconda stagione" (tipo telefilm, presente?) di Guild Wars 2 non è ancora iniziata ufficialmente: il team di ArenaNet ha lavorato duramente per portare il suo MMO anche in Cina, dove è stato lanciato proprio questa settimana, prima di dedicarsi alla nuova living story, ma per festeggiare la pubblicazione sul suolo orientale - e dare ai giocatori qualcosa da fare dopo quasi due mesi senza aggiornamenti degni di questo nome - Guild Wars 2 si è aggiornato con un paio di graditi ritorni e non poche novità.

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A parte i nuovi volti aggiunti alla schiera di opzioni in fase di creazione dei personaggi (selezionabili anche dopo aver usato il Total Makeover Kit del Gem Store) la patch riporta in auge due eventi dell'anno scorso: il Festival of the Four Winds e il Crown Pavillon. I giocatori, insomma, potranno cimentarsi in tutti e due contemporaneamente e accumulare una valuta speciale da scambiare per nuovi goodies. Il Gem Store si è arricchito di skin e altri elementi cosmetici, mentre sia il Festival sia il Crown Pavillon sono stati leggermente aggiornati, nel rispetto della catastrofica distruzione di Lion's Arch con cui si è conclusa la prima stagione di Guild Wars 2, con nuovi dialoghi e mini giochi: ad esempio, quattro nuovi boss per il Pavillon. A quanto pare la partecipazione dei giocatori sarà il punto di inizio per la ricostruzione di Lion's Arch, ma come questa si verificherà è ancora da definire. Vi salutiamo con una primizia, a proposito: la versione in cinese di Fear not this night, il bellissimo brano di chiusura di Guild Wars 2.

di Christian La Via Colli

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Benvenuti in questa nuova puntata di Undergroud, la rubrica che ha deciso di fare una scelta radicale e non parlare più di platform simil 8-16 bit, di roguelike, di avventure in pixel art e di tributi a Notch (a parte quando fanno allusioni sessuali) e per questo è destinata alla chiusura per mancanza di materiale da trattare. Underground, la rubrica più costernata della settimana perché vede che il Rubbini ha scritto un altro articolo dimostrando il fallimento del tentativo di toglierlo di torno inoculandogli un virus mortale tramite supposta alla Nutella (riprendete il fiato... non abbiamo messo virgole apposta per vedere se almeno riuscivamo ad ammazzarlo per sfiatamento). Underground, la rubrica dei killer falliti.

Visto che siamo famosi per la coerenza, il primo gioco che trattiamo questa settimana è nientemeno che un'avventura grafica horror in pixel art. Stiamo parlando della prima stagione di The Last Door di The Game Kitchen, titolo che avrebbe fatto bagnare il buon Howard Philips Lovecraft. Ambientato nell'Inghilterra vittoriana, ha come protagonista un certo Jeremiah Devitt che, ricevuta una strana lettera in codice da un suo vecchio compagno di scuola, tale Anthony Beechworth, decide di indagare recandosi in una vecchia magione da cui inizierà un viaggio che lo condurrà fino alle radici di un orrore indicibile (Rubbini, te l'ho sempre detto di coprirti le pudenda quando esci dalla doccia, sennò i protagonisti dei videogiochi si spaventano).

In stile Telltale, anche se qui addirittura si gioca, la prima stagione di The Last Door offre quattro episodi di pura avventura, che vi terranno incollati allo schermo per ore nello splendore della sua grafica a massimo 100p, roba da console war vintage.

Rimaniamo nel mondo dell'orrore e del mistero e parliamo della vita sessuale dei redattori di Multiplayer.it... ahem, no, di White Noise Online, horror stealth cooperativo per quattro giocatori di Milkstone Studios in cui si vestono i panni di un gruppo di investigatori dell'occulto che deve esplorare una zona agreste alla ricerca di indizi per risolvere un mistero che affonda le sue radici (in un orrore indicibile... l'abbiamo già letta questa cosa NDUmbertotravestitodaRubbini). Il concept del gioco è di una semplicità agghiacciante e tenta di mescolare un gameplay alla Slender con la necessità di far cooperare i giocatori. Di base bisogna andare in giro a caccia di indizi e per superare certi ostacoli bisogna affidarsi agli altri giocatori, che potrebbero avere intenzioni diverse dalle nostre. Con quindici personaggi giocabili, ognuno dotato di abilità proprie, sei scenari da esplorare e un prezzo davvero concorrenziale (si parla di 4,99€),

White Noise Online potrebbe essere il titolo giusto per convincervi a cambiare finalmente il pannolone che indossate da dodici anni.

Cambiamo completamente genere e parliamo un'altra volta di In Verbis Virtus, titolo italianissimo realizzato dai ragazzi di Indomitus Games. La grossa novità è che finalmente è possibile metterci le mani sopra, acquistandolo nella sezione Accesso Anticipato di Steam. L'idea alla base del gioco dovrebbe esservi nota. Se non lo è ci pensiamo noi (altrimenti che ci stiamo a fare?). Vi piacerebbe un'avventura arcade dai toni fantasy/esoterici in cui le magie si lanciano con la voce? Se la risposta è sì, dotatevi di un buon microfono e acquistate In Verbis Virtus. Quindi schiaritevi l'ugola e dedicatevi alla risoluzione dei suoi enigmi pronunciando le formule giuste al momento giusto. Ovviamente, trattandosi ancora di una versione beta, dovete essere tolleranti verso bug e affini. Vabbé, avete pagato per Battlefield 4, potrete sopportare anche questo.

Saltiamo di palo in frasca e menzioniamo su queste gloriose pagine Fistful of Frags, sparatutto in prima persona a tema western completamente gratuito. Si tratta in realtà di una mod per Half-Life 2 nata anni fa e completamente rivista per il lancio su Steam (non c'è bisogno di Half-Life 2 per giocarci). Come sottolineato dagli sviluppatori, il Fistful of Frags Team, il gioco è completamente gratuito, senza microtransazioni, pubblicità o registrazioni di sorta.

Quindi, se volete partecipare a un bel deathmatch tra quattro squadre impugnando armi storiche come le Colt Peacemaker/Navy/Walker, S&W Schofield, la pistola Volcanic, il Deringer, la Smith Carbine e così via, sapete cosa dovete fare. Volendo potete anche allenarvi contro dei bot, giocando offline. Il team ha anche promesso di continuare a supportare il titolo, seguendo le indicazioni della comunità. Cosa volere di più?

Chiudiamo questo numero con un'altra segnalazione di un certo livello, ovvero il lancio su Steam del gestionale definitivo: Arcadecraft. Se avete sempre sognato di gestire una sala giochi piena di cassoni storici non potete girarvi dall'altra parte ed essere indifferenti all'opera somma di Firebase Industries, unica nel suo genere. Tra le caratteristiche spiccano i più di cento cassoni arcade riprodotti, tutti con diverse configurazioni e appartenenti a diversi generi. Ovviamente sarà possibile personalizzare tutto il locale, assumere personale specializzato nel gravoso compito di raccogliere le monetine spese dagli avventori, combattere contro gli eventi avversi, tipo la rottura di un coin op o il blocco di una gettoniera e così via. Insomma, si tratta del titolo perfetto per dei nostalgici come noi.

di Simone Tagliaferri

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Vi dobbiamo parlare di SumoBoy, un po' di fretta, in apertura, ma solo perché ci ritorneremo più avanti. La campagna è appena iniziata, diamogli tempo. SumoBoy è un'avventura dallo splendido stile grafico piena di combattimenti sulla scia di Bastion e Diablo 3. Ma quello che ci preme sottolineare qui è che SumoBoy parla di bullismo, e della difficoltà di trovare la forza di carattere necessaria per affrontare le avversità quando sei un ragazzino che il mondo sembra amare prendere di mira anziché scoprire nelle sue potenzialità. L'eroe infatti, sia ringraziato il cielo, una volta tanto non è un figo, ma una persona comune. Con dentro però un grande potere. Massimo rispetto per gli sviluppatori e per il gioco che stanno mettendo in piedi. Presto gli dedicheremo lo spazio che merita.

Oh, se questo non è un gioco che vorremmo vedere realizzato subito. Per fortuna la raccolta fondi sta andando bene e l'idea è talmente buona che Chucklefish Games, il noem dietro Starbound, per capirci, ha deciso di inserirsi nel progetto per curarne la promozione.

Ambientato nell'America rurale degli anni Venti, quando Lovecraft metteva nero su bianco i mostri della sua immaginazione, Witchmarsh ci mette nei panni di un gruppo di quattro detective decisi a ritrovare dodici paesani scomparsi in circostanze misteriose. Possiamo giocare noi da soli con l'intero gruppo, o in quattro con altri amici, o creare un gruppo anche di un solo detective. In questo bizzarro gioco di ruolo d'azione a scorrimento orizzontale non sembrano esserci limiti alle combinazioni possibili. Tesori, abilità, personaggi, oggetti, magie, tutto è manipolabile, e le liste fra cui scegliere sono immense. Ovviamente nelle nostre scorribande dovremo vedercela con orde di cerature fantastiche, un sottobosco esoterico che vive e opera nei recessi più oscuri degli Stati Uniti. Ma non pensiate che sia tutto combattimento. In Witchmarsh è fondamentale raccogliere indizi e interpretarli nel modo corretto, perché solo così aumenteremo la fama del nostro gruppo e riusciremo a trovare le persone disperse, rivelando al contempo quale disegno oscuro ci fosse dietro le loro sparizioni. False piste che ci conducono in aree pericolose, boss opzionali, oggetti e tesori che cambiano a ogni partita e una grafica in pixel art eccezionale; più si scava dentro la pagina Kickstarter di Witchmarsh più si scoprono altre possibilità. Perciò, se potete, date un contributo: gli sviluppatori sono una macchina che produce nuove idee a ogni dollaro potenziale che gli entra in tasca.

Il punto di partenza di Pale Blue è interessante. Dopo avere visto sullo schermo televisivo decine di supereroi uccidere orde di nemici che, nonostante le cocenti sconfitte, continuavano testardamente a volere conquistare il mondo, gli sviluppatori si sono chiesti: perché lo fanno?

Dire semplicemente che sono "catttivi" non basta, ci dev'essere dell'altro. Perciò hanno deciso di creare un gioco nel quale impersoniamo il nemico giurato dei buoni, quello che uccide senza rimorso, così da conoscere quali potrebbero essere le sue motivazioni. La struttura di Pale Blue è quella di un gioco d'azione a scorrimento orizzontale con fasi stealth. Potremo esplorare la mappa liberamente e portare a termine alcuni obiettivi secondari, sbloccare diramazioni della storia portando a termine missioni per i personaggi non giocanti e infiltrarci in aree protette così da recuperare materiali preziosi per la nostra missione. Ci saranno anche sezioni in stile tower defense e dungeon lineari nei quali dovremo affettare schiere di nemici fino a raggiungere il boss della zona. Grande cura pare che sarà riposta nel confezionamento della storia, la quale, grazie a uno stile grafico da anime giapponese, potrebbe invogliare in particolare i giocatori appassionati delle produzioni orientali. Al momento le animazioni appaiono un po' legnose e i personaggi sono più belli sulla carta che sullo schermo, ma è chiaro che il grosso del lavoro richiede i fondi che la campagna mira appunto a raggiungere. Da questo punto di vista non c'è da essere né fiduciosi né disfattisti. Il destino di Pale Blue è in bilico, come quello del mondo che la protagonista del gioco è intenzionata a distruggere.

Per rimanere in tema di giochi a scorrimento orizzontale vi proponiamo Adventures of Pip, un altro titolo con dietro un'idea curiosa. Nei panni di un pixel dobbiamo assorbire i pixel lasciati cadere dai nemici uccisi per crescere e modificarci fino a diventare un vero e proprio eroe con tanto di spada.

Proprio come se i pixel fossero punti esperienza. La cosa carina è che mano a mano che il nostro eroe cambia, anche la sua risoluzione migliora. Inoltre con ogni passaggio di livello si sbloccano nuove abilità, indispensabili per affrontare il mondo successivo. Nel corso del gioco visiteremo molti scenari diversi fra loro, da quelli paludosi a quelli fatti tutti di roccia, e probabilmente ciascuno sarà costruito attorno all'evoluzione che gli sviluppatori si aspettano sia stata raggiunta in quel momento. Sembra che la crescita di Pip sia perciò molto controllata: scordiamoci di potere uccidere mostri a ripetizione nella stessa zona per diventare subito l'incarnazione finale dell'eroe. L'aspetto estetico del gioco, come potete vedere dal video, è molto pacioccoso, pieno di colori accesi, e anche i nemici sono parecchio graziosi. In particolare sulla pagina Kickstarter si vede quello che con ogni probabilità sarà uno dei boss del gioco, un gigantesco slime verde che viene molta voglia di mangiare, ehm, fare a fettine. Purtroppo i giocatori non sembrano condividere del tutto il nostro entusiasmo, o forse 90.000 dollari per un progetto del genere sono troppi. Ne sono stati comunque raccolti più di 30.000, nel momento in cui scriviamo, e un po' di tempo è rimasto. Riuscirà Pip a diventare un eroe o rimarrà un inutile pixel gelatinoso? A voi l'ardua sentenza.

di Andrea Rubbini

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Parola d'ordine: ottimizzazione
Secondo quanto affermato Brian Krzanich, CEO di Intel, le nuove CPU Intel potrebbero arrivare nel periodo estivo lasciando comunque un'ampia finestra per la commercializzazione del refresh, appena lanciato, dei processori Haswell. Secondo le poche informazioni disponibili le CPU Broadwell saranno basate sul processo produttivo a 14 nanometri e questo cambiamento dovrebbe comportare netti miglioramenti nel rapporto tra consumo e potenza. Non si prospetta invece nessun cambio radicale per quanto riguarda l'architettura che dovrebbe essere la medesima dei processori Haswell. Saranno quindi compatti e portatili i sistemi di riferimento per la nuova tecnologia mentre l'atteso salto funzionale e prestazionale dovrebbe avvenire con la successiva generazione di chip.

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Nel mentre anche AMD sarebbe, secondo nuovi rumor, quasi pronta a lanciare una nuova serie di GPU anche in questo caso pensate per l'ottimizzazione. Secondo le indiscrezioni non dovrebbero passare più di due o tre mesi prima dell'arrivo di una nuova GPU AMD e le voci dicono che questa sarà caratterizzata dalla risoluzione di uno dei pochi problemi della serie R9 700. I consumi, infatti, non sono tra i punti forti della e proprio questi dovrebbero ridursi nettamente con l'arrivo della prossima scheda AMD che, sempre secondo le voci, potrebbe essere caratterizzata da un presunto redesign dell'architettura Graphic Core Next. E se si trattasse davvero di un redesign potremmo vedere cambiamenti più profondi rispetto al semplice miglioramento dell'ottimizzazione energetica. Per ora, comunque, si sa molto poco anche se c'è chi ha azzardato una previsione parlando di una dotazione di memoria di 2GB. E c'è anche chi ha dato un nome alla nuova scheda chiamandola R9 275X anche se è possibile che questa denominazione sia frutto più delle ipotesi che di informazioni effettive. Molti, infatti, sono convinti che sia presto per lanciare la serie R9 300. Dunque, come nel caso della Nvidia Maxwell GTX 750, potremmo vedere una scheda già sviluppata in base all'architettura della prossima generazione ma identificata da un nome legato alla serie attuale.

Guerra a colpi di terabyte
La ricerca di nuovi modi per impacchettare più dati in un singolo dispositivo è arrivata a numeri da record come nel caso dei 156 terabyte infilati da IBM e Fujifilm in una singola cassetta a nastro. Non si tratta, questo è ovvio, delle semplici musicassette di un tempo ma di quelle utilizzate per lo stoccaggio dati di grandi uffici, compagnie, enti statali e via dicendo.

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Con l'aumento esponenziale dei dati da registrare un aumento di capienza è molto utile ma quello che più ci interessa è l'entità del balzo visto che una cassetta LTO6 standard può contenere 4 terabyte di informazioni. Dunque 156 terabyte rappresentano, questo è indubbio, un avanzamento quasi miracoloso che è stato ottenuto utilizzando le tecnologie di codifica IBM in combinazione con le tecnologie NANOCUBIC e Barium Ferrite di Fuji. E l'utilizzo della Ferrite di Bario garantisce un ulteriore vantaggio costituito da un'affidabilità garantita di almeno 30 anni. Eppure, nonostante il risultato a dir poco notevole, pare che Sony sia già arrivata a un traguardo più elevato. Sono infatti 184 i terabyte dichiarati dalla compagnia come record raggiunto, sempre su una singola cassetta, sfruttando una nuova tecnologia di codifica combinata con uno strato di materiale magnetico strutturato in nano granuli. Ma anche nel caso della cassetta Sony ecco spuntare nuovamente IBM che ha aiutato la compagnia a sviluppare il materiale che ha reso possibile un incremento di 74 volte della capienza di una cassetta standard. Numeri che per l'utente comune significano poco, almeno allo stato attuale delle cose, ma che per un database significano poter immagazzinare tutte le lastre di un intero ospedale in un singolo supporto.

L'era bionica
Restiamo nel campo della sperimentazione ma ci allontaniamo dalla classica sfera delle tecnologie PC prendendo in considerazione due oggetti piuttosto particolari. Il primo è di natura quasi esclusivamente artistica ed è un sistema, creato da Bartholomäus Traubeck, capace di leggere sezioni di tronco d'albero come fossero dischi in vinile. Codificando gli strati, con l'utilizzo di una PlayStation Eye Camera e del programma Ableton Live, ecco uscire dalle casse un suono che per qualcuno potrebbe risultare affascinante e per qualcun altro l'ennesimo esperimento superfluo. Il risultato, per chi fosse interessato, è un album chiamato Years che include la traduzione sonora, di difficile ascolto anche per i palati più particolari, del faggio, della quercia, dell'acero e del nocciolo. Ma lasciamo da parte le facezie per parlare della meraviglia del momento, una periferica che non va installata in un PC ma direttamente sul corpo di un essere umano. Non parliamo di computer indossabili ma di arti robotici e quello che ci interessa nello specifico è il Deka Arm System, la nuova protesi meccanica targata Deka Research. Chiamato Luke in omaggio al braccio meccanico di Luke Skywalker, l'arto bionico è stato creato con il contributo del celebre Dean Kamen, indipendentista, inventore e scienziato pieno di risorse. Il funzionamento è quello standard di questo tipo di tecnologia e sfrutta elettrodi capaci di tradurre in chiave digitale gli impulsi inviati ai muscoli. Quello che invece non è standard, come mostra il video in allegato al paragrafo, è la precisone del Deka Arm System che, cosa molto importante, è stato approvato dalla Food and Drug Administration e può quindi essere messo in vendita.

di Mattia Armani