Il gioco in streaming senza compromessi non è ancora pronto a conquistare il mondo eppure la corsa ai servizi, che non garantiscono grossi picchi di vendita ma ben più golose entrate costanti, potrebbe trovare nuove strade. Una di queste ce l'ha mostrata EA annunciando una nuova iniziativa che per 3.99 euro al mese, o 24.99 euro all'anno, consentirà di fruire una specifica selezione di titoli. Il nome, non particolarmente originale, del servizio in questione è EA Access e ci pone di fronte a un interrogativo intrigante. Vi sembra plausibile immaginare che da qui a qualche anno il games on demand possa essere strutturato come l'offerta di Sky? Immaginate un canale confezionato per chi desidera solo gli RPG, uno per chi vuole solo titoli sportivi, il pacchetto completo per il giocatore instancabile o il canale dei videogiochi vintage per chi preferisce i classici. Ovviamente perché questo scenario si avveri saranno necessari accordi trasversali tra i publisher con il fine di evitare che un giocatore sia costretto a sottoscrivere innumerevoli abbonamenti.
Ma un problema del genere potrebbe essere risolto dagli intermediari com'è stato per le offerte di Steam o come accade proprio con la TV on demand che acquista e sigla accordi con le case di produzione per includere i loro prodotti nella propria offerta. Lo scenario, in sostanza, è plausibile e si potrebbe facilmente adattare anche all'offerta cloud. Al momento, però, tutto quello che abbiamo di concreto è il servizio EA Access di cui torniamo a parlare nel dettaglio. Per essere fruibili attraverso l'abbonamento i giochi dovranno essere inclusi nel Vault che per ora, nella versione di test, include solo FIFA 14, Madden NFL 25, Peggle 2 e Battlefield 4. Titoli con diversi mesi sulle spalle che, tra l'altro, resteranno accessibili solo se si manterrà la sottoscrizione. Ma la questione più rilevante riguarda le tempistiche di rilascio dei nuovi nuovi titoli che non si sa se saranno fisse, brevi, lunghe o, come appare più probabile, legate ai volumi di vendita dei giochi. In questo caso un titolo capace di mantenere vendite elevate a lungo potrebbe diventare accessibile solo dopo un periodo di tempo interminabile perdendo inevitabilmente appeal in relazione al servizio. Qualche garanzia, comunque, ci viene data. Il servizio, infatti, includerà un interessante ammortizzatore grazie al quale chi acquista parecchi titoli EA potrebbe trovare comunque conveniente abbonarsi. I 24.99 euro annuali, o i 2.99 mensili, garantiranno, infatti, uno sconto del 10% su tutti i prodotti EA disponibili sullo store Xbox, servizi e valute digitali incluse. In sostanza con l'acquisto di quattro giochi a prezzo pieno l'abbonamento verrà ampiamente ripagato. Inoltre gli abbonati potranno accedere alle nuove uscite cinque giorni prima del lancio con la possibilità di mantenere i progressi compiuti una volta acquistata la versione finale del relativo titolo. Infine sarà possibile abbonarsi per giocare a un gioco, magari comprarlo con lo sconto, e quindi disattivare l'abbonamento. In sostanza l'offerta appare allettante, almeno su carta, ma come abbiamo anticipato saranno i dettagli, il più importante dei quali sarà la qualità del catalogo EA Access, a decretare l'effettiva validità dell'iniziativa. Comunque, anche se la specifica offerta di Electronic Arts dovesse risultare lontana dalle nostre supposizioni, resta chiaro il potenziale di un games on demand plasmato sull'offerta di emittenti come Sky, Mediaset Premium, Netflix e via dicendo. Non è un caso che in seguito all'annuncio le azioni di GameStop siano crollate improvvisamente del 5%, a dimostrazione che iniziative di questo potrebbero a vere un grosso peso sul mercato del videogioco.
Il servizo EA Access per Xbox One potrebbe dare inizio a nuova evoluzione del digital delivery
Via di mezzo, manovra commerciale o scintilla di una rivoluzione?
In attesa di conoscere i dettagli specifici non ci resta che parlare dell'altro fattore rilevante relativo a EA Access. Il servizio è infatti disponibile esclusivamente su Xbox One con Sony che ha affermato di aver valutato l'iniziativa Electronic Arts rifiutandola perché ritenuta non adeguata alla propria offerta. La compagnia nipponica ha affermato, in soldoni, che la richiesta di un ulteriore abbonamento non conviene a nessuno ma la dichiarazione non risulta particolarmente convincente. Innanzitutto parliamo di un servizio che anche dovesse risultare deludente resterebbe comunque opzionale e disertato dagli utenti. Inoltre, non serve alcun abbonamento per aderire a EA Access e su Xbox One la sottoscrizione dell'abbonamento Gold serve solo nel caso in cui si desideri giocare online ai titoli inclusi nell'offerta. Viene dunque spontaneo sospettare che il rifiuto di Sony riguardi il timore di fare concorrenza ai propri servizi tra i quali c'è anche PlayStation Now altro possibile pioniere di nuove forme di distribuzione. Ed è qui che sembra palesarsi un'inversione di filosofia.
Il cloud prevede la connettività fissa e di una certa qualità di banda, cosa che rappresenta ancora un grosso problema in molti luoghi del mondo, mentre l'on demand richiede ovviamente un punto di accesso ma funziona senza problemi anche nel mezzo di temporali, in campagna, in montagna e via dicendo. Si rovescia, in sostanza, il quadro iniziale di Xbox One e PlayStation 4. Prima era la console americana a parteggiare per la connettività fissa, ora è Sony che sembra preferirla all'evoluzione dei servizi on demand. Ovviamente la tecnologia cloud è più avanzata visto che può funzionare su qualsiasi terminale ed è probabile che tra qualche anno avremo la possibilità di giocare qualsiasi gioco semplicemente indossando un paio di occhiali con un modem integrato. Ma il download digitale funziona subito, consente di riempire la propria console di giochi e di staccarsi dalla rete senza problemi, visto che è anche uno dei motivi del grande successo di PSN Plus. D'altronde quel "sempre connessi" che ha messo i bastoni tra le ruote a Xbox One di Don Mattrick potrebbe essere il segnale che servono ancora delle vie di mezzo. Ed è proprio per questo che EA Access potrebbe essere l'inizio di qualcosa di più grosso anche se non è detto che il servizio Electronic Arts sia necessariamente il portabandiera di questa rivoluzione. Il timore, infatti, è che l'operazione sia finalizzata più che altro alla valorizzazione dei titoli non più in cima alle classifiche di vendita. Un qualcosa di simile ai Games With Gold o ai titoli gratuiti di Playstation Plus con la differenza, importante, che i giochi aggiunti al Vault non verranno mai sottratti all'offerta. Il catalogo, in sostanza, è inevitabilmente destinato a crescere per diventare un contenitore di titoli EA. Una sorta di EA Channel appunto attraverso il quale sarà anche possibile sperimentare variazioni relative a questo nuovo modello di distribuzione che consente al colosso canadese di monetizzare i titoli su Xbox One senza dover aspettare che siano inclusi tra i due giochi gratuiti che vengono dati agli abbonati Xbox Live ogni mese. Un canale preferenziale da gestire in autonomia rispetto alla pianificazione di Microsoft o di Sony. Insomma, in mezzo a qualche dubbio, questo è un passaggio da seguire con attenzione soprattutto per capire, sicuramente in base al successo che riuscirà a riscuotere, cosa faranno gli altri publisher. In attesa di accordi "trasversali" come quelli che abbiamo richiamato di Sky o Mediaset, console store infarciti di una decina di abbonamenti per altrettanti publisher potrebbero creare confusione all'utenza. Tutto dipenderà dal buon senso e dalla qualità.