Manca davvero poco al debutto ufficiale di Hyrule Warriors, bizzarro spin-off della serie Zelda che mescola ambientazioni e personaggi del franchise Nintendo con le meccaniche di Dynasty Warriors. Malgrado avessimo avuto modo di provare il gioco nei mesi scorsi sia all'E3 che alla GamesCom, è chiaro come tempi e modalità dei test sullo showfloor mal si sposino con analisi approfondite di tutti gli elementi che compongono il prodotto. Ora che invece abbiamo tra le mani la versione finale installata sul nostro Wii U, e dopo aver dedicato alcune ore all'eliminare interi eserciti in solitaria, possiamo raccontarvi con maggiore consapevolezza cosa c'è davvero da aspettarsi dalla fatica di Tecmo Koei.
Tutti contro uno
Per il momento abbiamo preferito concentrarci maggiormente sulla modalità principale, denominata Leggenda, che come facilmente intuibile offre una qualche sorta di collante narrativo ai diversi singoli livelli che si è tenuti ad affrontare.
Mettiamo subito le mani avanti sottolineando come, nel matrimonio tra Zelda e Dynasty Warriors, sia proprio quest'ultimo a imporre maggiormente le proprie caratteristiche nella modellazione del gameplay. Hyrule Warriors è infatti principalmente e fondamentalmente un Dynasty Warriors, ovvero un action incentrato sul combattimento corpo a corpo che fa dell'elevatissimo numero di nemici su schermo la sua caratteristica principale e distintiva. Lo svolgimento dei livelli parte da un obiettivo principale iniziale, che solitamente viene modificato o sviluppato con altre missioni che vengono assegnate nel corso degli eventi. Un elemento importante è rappresentato dai presidi e dagli avamposti, delle aree dell'ambientazione in cui vengono generati nemici, circoscritte e difese da un capo: e proprio sconfiggendolo e prendendo possesso della zona si può interrompere il proliferare di truppe avversarie irrobustendo invece le proprie fila. Si tratta di un elemento strategico fondamentale, perché solo in questa maniera si può espandere il plotone dei propri compagni e avere così un supporto concreto in battaglia.
In ogni caso, sia ben chiaro che il "grosso" del lavoro spetta sempre e comunque al protagonista, passando attraverso un sistema di controllo molto immediato e di semplice comprensione. I 2 tasti rispettivamente per i colpi deboli e forti vanno infatti martellati costantemente, con la possibilità di creare combo spettacolari dagli effetti devastanti. Ad X è assegnata una mossa speciale, mentre R attiva un incantesimo che per un periodo limitato aumenta forza e velocità. Un po' di impegno in più viene richiesto durante gli scontri coi boss, che necessitano di qualche strategia più articolata per scoprirne i punti deboli. Particolarmente utile in questi casi il sistema di lock on, che tampona parzialmente i problemi legati ad una telecamera altrimenti davvero fin troppo pigra. Finora comunque non abbiamo riscontrato grosse difficoltà affrontando le missioni a livello medio, ma ovviamente ci pronunceremo in maniera definitiva solo in sede di recensione.
Abbiamo giocato alle prime ore di Hyrule Warriors, divertendoci parecchio...
Allo stesso modo, nonostante la indiscutibile ripetitività dell'azione, fino a questo momento non ci siamo affatto annoiati giocando ad Hyrule Warriors: la durata dei livelli non è mai stata eccessiva, e soprattutto gli elementi di sviluppo dei personaggi e la possibilità di scegliere tra una serie di eroi con cui combattere costituiscono aspetti fondamentali per mantenere il livello di interesse sempre elevato.
La raccolta di oggetti e rupie durante gli scontri permette infatti di acquistare tutta una serie di potenziamenti nell'apposito negozio, che vanno dalle nuove combo alle difese da determinati attacchi elementali al miglioramento delle armi a disposizione. Niente di particolarmente nuovo, sia chiaro, ma è evidente come l'esperienza maturata da Tecmo Koei nel corso degli anni sia stata trasferita in Hyrule Warriors dando vita ad un gioco con un certo spessore, e in cui tutti gli ingranaggi sembrano funzionare in maniera adeguata. E poi c'è, ovviamente, lo straordinario fascino dell'universo di Zelda da cui i game designer nipponici hanno ben pensato di attingere a piene mani. Rispetto ai samurai dell'epoca feudale di Dynasty Warriors, qui il carattere dei personaggi riveste un ruolo decisamente più importante, con tutta l'iconografia della serie Nintendo trasportata con attenzione. L'elenco degli eroi a disposizione e di cui si può prendere il controllo è destinato a crescere prestissimo andando ben oltre al "solito" Link: Impa, Sheik, Lana e Faith sono solo i primissimi che si sbloccano nell'avventura, ma lo schieramento completo sarà sicuramente molto più robusto. Ognuno di essi ovviamente porta con sè uno stile di combattimento e armi distinti, con anche notevoli differenze tra uno e l'altro.
Un ulteriore elemento di varietà quindi, a cui va aggiunta la possibilità di utilizzare una serie di oggetti ormai legati a doppio mandato con la serie Nintendo: le bombe con cui abbattere muri e distruggere rocce, l'arco, il boomerang solo per citarne alcuni. E se le battaglie avvengono sugli scenari di Twilight Princess, Skyward Sword e Ocarina of Time, tutto diventa ancora più interessante... Manteniamo invece infine ancora qualche riserva invece sulla componente grafica, non tanto per quanto riguarda l'aspetto tecnico - comunque gradevole - quanto piuttosto per alcuni momenti di contrasto tra gli stili di due serie così distanti tra loro anche sotto questo aspetto. In ogni caso, in tutta sincerità dobbiamo affermare che queste prime ore in compagnia di Hyrule Warriors ci hanno lasciato un'impressione molto migliore rispetto alle aspettative della vigilia: d'altra parte, se una compagnia "gelosa" delle proprie i.p. come Nintendo ha scelto di approvare e abbracciare il progetto di questo spin-off, qualcosa vorrà dire, no? Appuntamento tra un paio di settimane per la recensione.
CERTEZZE
- Un Dynasty Warriors in salsa Zelda
- Accessibile ma divertente
- Sembrano esserci tantissimi contenuti
DUBBI
- Chi non ama la serie Tecmo Koei non cambierà idea
- Varietà da verificare
- Qualche contrasto stilistico tra i due mondi