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Nate per correre

Invitati nella storica sede della Ducati, a Borgo Panigale, abbiamo nuovamente testato Ride

PROVATO di Andrea Centini   —   23/11/2014
RIDE
RIDE
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Annunciato a sorpresa lo scorso 15 settembre, il nuovo racing game dedicato alle due ruote della software house italiana Milestone è stato immediatamente accolto con grande interesse dagli appassionati, spinto non solo dall'esperienza maturata sul campo dalla casa meneghina, ma anche e soprattutto per la notevole ambizione che caratterizza il progetto. Senza fare troppi giri di parole, Ride si prefigge il non semplice - quanto virtuoso - compito di diventare per gli amanti del motociclismo ciò che è Gran Turismo per quelli delle auto, un obiettivo già puntato dalla stessa Polyphony Digital con l'apprezzato ma privo di eredi Tourist Trophy su PlayStation 2, nel "lontano" 2006.

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Gli ottimi risultati conseguiti con MotoGP 14 sotto il profilo del gameplay rappresentano inoltre un ulteriore incentivo nell'alimentare l'attesa per questo prodotto, la cui uscita è prevista nella finestra primaverile del prossimo anno su PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360, Xbox One e PC. Sebbene la natura cross-gen del progetto possa apparire come un limite dal punto di vista puramente tecnologico, è indubbio che una software house come Milestone, con una proprietà intellettuale completamente nuova e priva di licenza (come non accadeva da una decina di anni), non poteva assolutamente sottovalutare l'enorme base installata di console old-gen. Dopo le recenti presentazioni avvenute alla Gamesweek di Milano e in quel di Lucca, siamo stati invitati a Borgo Panigale, nell'affascinante sede della Ducati, per una visita negli stabilimenti della storica casa motociclistica italiana e ovviamente per un nuovo contatto col gioco, attraverso una build espressamente plasmata sul marchio e dedicata in particolare alla meravigliosa 1199 Superleggera, variante estrema dell'apprezzatissima Panigale. Questo il racconto della nostra giornata trascorsa nel cuore dell'eccellenza italiana.

Abbiamo di nuovo provato Ride a Borgo Panigale a casa Ducati!

Dal rosso all'arancione

Prima di poter metter mano sulla suddetta "Ducati Build" di Ride, della quale parleremo più a fondo nei prossimi paragrafi, abbiamo avuto la fortuna di visitare la fabbrica ove vengono costruiti i bolidi emiliani, oltre che l'incredibile museo soprastante, entrambe ammantati da un'atmosfera davvero surreale. La catena di montaggio della Ducati è infatti un luogo di lavoro affascinante, un punto di riferimento a livello mondiale per la tecnologia espressa ma dove domina ancora oggi un'anima artigianale, di "fatto a mano" con estrema passione e competenza.

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Non è un caso che di fronte a scaffali pieni di alberi a camme ed altri componenti in lavorazione, la nostra simpatica accompagnatrice abbia sottolineato con non poco orgoglio che l'unico braccio meccanico in elegante moto sullo sfondo, sarebbe stato uno dei pochissimi esemplari che di lì in avanti avremmo potuto osservare nell'enorme stabilimento. E in effetti erano gli operai ad assemblare diligentemente le parti delle varie Diavel, Streetfighter, Multistrada e Monster con cura certosina, come veri e propri artigiani. In catena erano presenti anche diversi modelli dell'attesa e fascinosa Scrambler, le cui consegne inizieranno a partire da gennaio del prossimo anno. Siamo rimasti particolarmente colpiti anche dal "silenzio" all'interno di una fabbrica del genere e dall'estrema organizzazione scientifica per ogni minimo dettaglio. Poter vedere crescere i vari pezzi, passaggio dopo passaggio, sino alla moto praticamente pronta (le ultimissime componenti come il cupolino e le carene vengono montate nei concessionari, appositamente istruiti con corsi ad hoc) è stato davvero sorprendente, soprattutto pensando che l'intero processo per la realizzazione di un esemplare dura appena una decina di ore. Tra i momenti più suggestivi cui abbiamo assistito, vi sono stati quello dell'inserimento dell'olio nel motore a freddo, con un ciclo all'interno di specifiche cabine, e la "prima benzina", seguita da un test all'interno di una casetta insonorizzata dove la moto viene messa alla frusta su appositi rulli.

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Nel preciso istante in cui siamo passati lì davanti, c'era una Ducati equipaggiata con un curioso silenziatore sulla marmitta: si trattava di un modello dedicato al mercato giapponese, dove vigono particolari restrizioni sulla rumorosità. Le moto infatti da Borgo Panigale partono alla volta di tutto il mondo e naturalmente si deve tener conto che in ciascun Paese esistono norme e problematiche specifiche; così vanno montate luci particolari per gli Stati Uniti d'America o protezioni dal brecciolino per i mezzi diretti ai fortunati acquirenti australiani. Nell'ultima parte del percorso in fabbrica erano visibili diverse moto parcheggiate, alcune pronte per essere spedite e altre provenienti da eventi e promozioni organizzati da Ducati. Curioso osservare che per la cattivissima Panigale, un successo commerciale incredibile da quando è arrivata nei concessionari nel 2012, esista una catena di montaggio del tutto specifica, sebbene vengano prodotti meno esemplari rispetto ad altri modelli. All'interno della fabbrica abbiamo potuto "ammirare" anche le porte di accesso alle segretissime stanze del reparto corse: ciò che avviene lì dentro, come ci ha spiegato la nostra guida, non viene divulgato nemmeno ai dipendenti degli altri dipartimenti (oltre mille persone), alimentando ulteriormente la nostra curiosità, stuzzicata da un piccolo oblò dal quale era possibile vedere alcuni storici motori da competizione posti in fila. Terminata l'appassionante visita alla catena di montaggio, siamo stati accompagnati al museo vero e proprio, ove sono esposte in sequenza cronologica le moto che hanno fatto la storia della casa, subito dopo un piccolo spazio dedicato ai primi passi mossi da Antonio Cavalieri Ducati nel mondo delle radio, tra gli anni '30 e '40.

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L'interesse per le due ruote iniziò subito dopo la Seconda Guerra Mondiale con la produzione del famoso "Cucciolo", un motore monocilindrico per bicicletta dal consumo eccezionale, ovvero un litro di benzina per 90 chilometri. Fu un successo incredibile che spinse Ducati direttamente nell'universo del motociclismo. I mezzi esposti nel museo sono di tutte le tipologie, ma dominano ovviamente le Superbike e le MotoGP vittoriose, compresa l'iconica Desmosedici con cui Casey Stoner vinse il mondiale nel 2007. Un paio di curiosità sono l'assenza della moto guidata da Valentino Rossi - proprio perché con Ducati il centauro pesarese non vinse nulla - e il motivo del passaggio negli ultimi anni dal colore rosso all'arancione, legato alle nuove telecamere in alta definizione che "falsano" la verniciatura, rendendo necessaria una tinta alternativa per ottenere il rosso Ducati in TV. Per i soli due fortunati giornalisti muniti di Patente A è stato persino possibile fare un giro per Borgo Panigale a bordo di una splendida Panigale S; noi ci siamo "accontentati" di testare la 1199 Superleggera nel gioco.

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Progetto ambizioso

Dopo l'interessantissimo tuffo nella cultura Ducati abbiamo assistito alla presentazione ufficiale di Ride, avvenuta nel cosiddetto "casco" nel cuore del museo, ove all'interno della visiera è stata ricavata una curiosa saletta per eventi stampa. Purtroppo di notizie realmente nuove sul gioco non ne sono state divulgate, e al di là dell'annuncio ufficiale della licenza emiliana - praticamente scontata sin dapprincipio - non siamo riusciti ad "estorcere" nuove informazioni al gentilissimo game designer di Milestone Andrea Basilio. Come già specificato, Ride vuol essere il Gran Turismo delle moto, e per ambire ad un siffatto traguardo, oltre a valori produttivi importanti, hanno grande rilevanza i numeri. Svisceriamone alcuni.

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Nell'ultima fatica Milestone vi saranno oltre cento motociclette su licenza - di varie categorie e potenza - provenienti da quattordici costruttori differenti, e quattordici saranno anche i brand relativi alla personalizzazione aftermarket, motivo d'orgoglio per la produzione italiana. Ride, infatti, è l'unico titolo del genere ove poter modificare moto stradali, e saranno venti le componenti in cui il giocatore potrà intervenire direttamente. A differenza delle auto, dove la personalizzazione si concentra principalmente sul mezzo, nelle moto anche il "pilota" gioca un ruolo fondamentale nell'estetica, e saranno più di cento gli accessori acquistabili nel mercato virtuale, tutti realmente esistenti. Da quel che abbiamo percepito durante la nostra chiacchierata con Andrea Basilio, sarà possibile utilizzare anche un avatar donna. Purtroppo non è ancora possibile conoscere tutti i marchi coinvolti nel progetto, così come la lista completa delle moto, attualmente centellinata da Milestone: al momento sono state annunciate la KTM RC8, protagonista delle recenti presentazioni di Milano e Lucca, la Kawasaki Z1000 appena promossa sui canali social della software house, la Superbike elettrica italiana Energica Ego, una Yamaha e una MV Agusta, oltre alla già citata Ducati 1199 Superleggera. E a proposito del marchio italiano, non mancheranno alcune delle Ducati presenti al museo del marchio, dato che in Ride sarà possibile guidare anche modelli vintage. Per quel che concerne i circuiti, gli sviluppatori sono ancor più abbottonati che sulle moto, ma sappiamo che essi saranno una trentina dislocati in 15 location differenti, suddivisi in Countryside Roads, Street Race, Race Tracks e Drag Race. Per i primi, decisamente emozionanti, oltre allo Stelvio già apprezzato nelle precedenti presentazioni abbiamo un paio di indizi: si tratterà infatti dei percorsi panoramici più amati in assoluto dai motociclisti, due dei quali ambientati in Giappone e Stati Uniti d'America.

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Chi ha orecchie per intendere, intenda. Per quanto riguarda i tracciati reali, si tratterà di circuiti famosi ma non inseriti nel calendario del Campionato del Mondo della MotoGP, mentre per i cittadini, com'è noto, si conosce la presenza della sola Milano. Anche i percorsi dedicati al drag race, dove testare le prestazioni della propria moto, saranno particolarmente curati. Sulle modalità di gioco non si sa praticamente nulla, tuttavia la carriera sarà composta da un centinaio di eventi che, se vorrete, potrete giocare tutti con la medesima moto, un po' come avviene in alcuni moderni giochi automobilistici dove viene data ampia libertà di scelta al giocatore. Fra le altre cose, sarà possibile montare ruote slick per le corse su strada, inoltre la piccola spia dell'olio visibile sull'hud del gioco suggerisce che vi saranno elementi di manutenzione del mezzo analoghi a quelli presenti su Gran Turismo. Insomma, le premesse per un titolo appassionante e completo vi sono tutte, e la nostra nuova prova su strada non ha fatto altro che confermare le sensazioni positive verso il nuovo lavoro Milestone, i cui valori produttivi sembrano decisamente superiori a quelli dei passati progetti.

Nervosamente bella

La "Ducati Build" sulla quale abbiamo potuto metter mano, per contenuti purtroppo non differiva da quella testata in precedenza negli altri eventi stampa, e al di là della possibilità di condurre la splendida Panigale 1199 Superleggera al posto della KTM RC8, la prova su strada prevedeva di nuovo alcuni giri di pista "liberi" sull'affascinante percorso dello Stelvio, ricavato da mappe topografiche ed estremamente affascinante. La build, un'alpha completa al 60% dello sviluppo, girava nuovamente su una PlayStation 4 di test, l'unica piattaforma ove Ride è stato sino ad oggi mostrato. Prima di immergerci nell'analisi della prova, è doveroso spendere due parole sulla protagonista del test, la splendida quanto velocissima Superbike di Borgo Panigale.

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Uscita nel 2013 al prezzo di ben 66 mila Euro e prodotta in soli 500 esemplari - tutti rapidamente venduti - la 1199 Superleggera è equipaggiata con un quattro tempi a due cilindri da 1,2 Litri di cilindrata, capace di erogare 200 CV di potenza e spingerla ad una velocità massima ben superiore ai 300 chilometri orari, un vero e proprio mostro di potenza caratterizzato da soluzioni ingegneristiche all'avanguardia che sono vanto ed orgoglio di Ducati. Insomma, un mezzo decisamente interessante da provare anche sul gioco. Col controllo di trazione abilitato (TCS), l'unico gestibile nella versione di prova, la moto si conduce abbastanza facilmente e si possono impostare le traiettorie senza particolari difficoltà, sebbene la solidità del modello fisico di Ride - diretta evoluzione di quello già ottimo visto in MotoGP 14 - faccia emergere la natura simulativa del prodotto anche in questo stato, con tutti gli altri aiuti alla guida abilitati, comprese le classiche frecce sull'asfalto che indicano la giusta traiettoria. Il comportamento del mezzo cambia radicalmente disabilitando il traction control con la croce direzionale del Dualshock 4, rendendo la 1199 Superleggera un "cavallo imbizzarrito" praticamente ingestibile se non si parzializzano acceleratore e freni con grandissima cura e precisione. La moto sbacchetta continuamente, si impenna e disarciona il pilota con grande facilità, per la gioia dei giocatori che adorano immergersi in una simulazione pura.

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Ride, infatti, cercherà di accontentare tutti i palati, grazie alla notevole scalabilità del modello di guida e alcune soluzioni adottate per raffinare il gameplay. Sarebbe stato interessante mettere a confronto del bolide emiliano un'altra tipologia di moto, magari una cosiddetta naked entry level, per carpire le differenze nel modello di guida e apprezzarne la sensibilità. Nonostante la natura cross-gen del titolo ed il codice in alpha, dal punto di vista squisitamente tecnico Ride si presenta godibile anche in questo stadio dello sviluppo, laddove si esaltano soprattutto i modelli delle motociclette, estrapolati dai CAD ufficiali delle case costruttrici e caratterizzati per una cura nei dettagli davvero maniacale: basta zoomare con la telecamera libera per sviscerare ogni minimo dettaglio delle varie componenti meccaniche del mezzo, in un florilegio poligonale decisamente notevole. Molto buoni anche gli shader e i filtri applicati per la resa dei vari materiali, con plastiche, fibra di carbonio, metallo e tessuti che risultano praticamente tangibili, anche con inquadrature molto ravvicinate. Buone le texture dell'asfalto, l'illuminazione e la resa complessiva dell'ambiente, ispirato dal punto di vista artistico e indubbiamente un sensibile passo avanti per Milestone, laddove il comparto tecnico in diversi casi ha rappresentato l'anello più debole dell'offerta. I valori produttivi di Ride, come detto, sembrano decisamente superiori anche a quelli della serie MotoGP, catalizzati dalla passione degli sviluppatori per l'argomento, che, forti di una nuova proprietà intellettuale, hanno potuto dare libero sfogo alla propria creatività senza le "catene" di una licenza rigida come quella del motomondiale.

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E' vero, si avverte del pop up sulla vegetazione e lo scenario è ancora ricco di placeholder - come il pubblico a bordo pista - ciò nonostante, come sottolineato, la resa è già particolarmente suggestiva, e non vediamo l'ora di poter sperimentare una corsa classica con più moto in pista. Buone anche le animazioni del pilota, che sebbene necessitino di un pizzico di rifinitura per alcune tipologie di incidenti, rappresentano comunque un bel passo avanti rispetto a quello che è stato fatto in passato. Inoltre , benché si tratti di uno degli elementi più difficili da valutare in seno ad un evento stampa, anche il comparto sonoro sembra decisamente ben realizzato, col rombo della Panigale fedelmente riprodotto così come le campionature relative ai contatti con muretti e simili. Resta il dubbio del frame rate, attualmente ancorato ai 30 frame per secondo ma con la speranza - come ci ha spiegato Andrea Basilio - di raggiungere i 60 fotogrammi stabili. Sbilanciarsi in parallelismi arditi con la saga best seller di Kazunory Yamauchi è attualmente prematuro, ma è indubbio che le premesse, la quantità di contenuti e il materiale presentato sino ad oggi lascino ben sperare; se il prodotto finale manterrà gli standard qualitativi che abbiamo potuto apprezzare durante le nostre prove, ci troveremo innanzi ad un titolo praticamente imprescindibile per qualunque appassionato di moto. Restate sintonizzati.

CERTEZZE

  • Valori produttivi elevati e tanta passione
  • Gameplay evoluto da quello di MotoGP 14
  • Ricco di contenuti
  • Tecnicamente valido nonostante la natura cross-gen

DUBBI

  • Buio pesto sulle modalità di gioco disponibili
  • I 60 frame per secondo saranno raggiunti?