Microsoft ha finalmente presentato in forma pubblica Windows 10, il nuovo sistema operativo incaricato di superare le ostilità incontrate da Windows 8 e di mettere finalmente d'accordo tutti i dispositivi Microsoft, Xbox One incluso. Ma cosa significa questo per i possessori, presenti o futuri, della console a stelle e strisce? La prima cosa, ovvia, riguarda i benefici delle DirectX 12 che promettono il 50% in più di prestazioni con un 50% in meno di consumi. Non è chiaro se questi valori siano applicabili, così come sono, anche a Xbox One ma possiamo comunque aspettarci miglioramenti netti che arriveranno gradualmente, di gioco in gioco, da qui alla release definitiva delle nuove librerie.
Tutto questo, comunque, era già noto e non è stato aggiunto nulla di nuovo durante la conferenza. Sono altre le novità serbate da Microsoft per la presentazione di Windows 10 e la buona notizia è che queste coinvolgono la dimensione console. Tanto per cominciare, come ampiamente previsto nei mesi scorsi, la misteriosa scelta di saltare il numero nove per sposare Windows con il fatidico numero 10 è vincolata proprio al legame con Xbox One, la console Microsoft che ha la X, ovvero il dieci dei numeri romani, come simbolo. E l'integrazione più ovvia che nascerà da questo connubio sarà quella social con lista amici unica, condivisione delle clip di gioco e achievement unificati. Ma le sinergie tra i due universi andranno ben oltre come indica in modo lapalissiano il nome del successore del fin troppo longevo servizio Games for Windows Live, da molti considerato uno dei passi falsi più clamorosi di Microsoft in ambito PC. Si chiamerà Xbox App. A rimarcare l'importanza del patto che legherà i due mondi targati Microsoft troviamo una mossa che molti vedono come un sacrificio compiuto nel nome del nuovo servizio. Stiamo parlando di Fable Legends, il nuovo capitolo della celebre serie targata Lionhead che arriverà anche per il nuovo Windows. Certo, perdere un'esclusiva assoluta potrebbe apparire come una nota negativa per i possessori della console Microsoft ma proviamo a contestualizzare questa mossa nell'ottica di convincere gli sviluppatori a lavorare con Xbox One. Condividere un titolo con il PC significa acquisire improvvisamente decine di milioni di potenziali utenti restando comunque nel proprio ambiente. Già, perché Windows, anche se si tende a dimenticarlo, è comunque una piattaforma Microsoft. Inoltre non dobbiamo sottovalutare che Fable Legends gode del supporto cross-play, cosa che presumibilmente si ripeterà per tutti i titoli condivisi tra Xbox One e Windows 10. Questo significa che i giocatori potranno giocare insieme utilizzando una qualsiasi delle due piattaforme, il tutto andando a popolare i server di giochi che pubblicati esclusivamente su console correrebbero il rischio di non avere abbastanza giocatori per potersi promuovere e sostenere. Potrebbe essere questo il caso di Battletoads, un brand ormai fuori dai radar da oltre 20 anni ma che Microsoft sembra intenzionata a riprendere forse anche per rilanciare una Rare da tempo sacrificata sull'altare dei servizi di Xbox One. Un'eventualità resa sempre meno ipotetica da rumor e dichiarazioni alle quali si aggiunge l'inconfondibile simbolo stampato sulla maglia indossata da Phil Spencer durante l'evento dedicato al nuovo Windows.
Windows 10 non è un semplice sistema operativo ma un ecosistema che coinvolgerà anche Xbox One
Xbox One torna a guardare verso il futuro
L'altro grande annuncio legato alla presentazione di Windows 10 riguarda indubbiamente lo streaming da Xbox One verso PC, tablet e smartphone. In un sol colpo Microsoft torna a rilanciare la sua console, dopo fin troppi passi indietro, e si prepara a recuperare e superare Sony grazie alla sua posizione di forza in ambito PC e grazie alla sua testardaggine nel voler mettere piede nel mondo dei tablet. La latenza dello streaming casalingo, lo abbiamo visto con PlayStation Vita e con il GamePad di Nintendo, permette di giocare in remoto senza troppi problemi ed è una funzionalità che in ambito PC ha parecchi sostenitori tra cui spicca indubbiamente Valve. Ed è quest'ultima che potrebbe prendere una brutta batosta trovandosi tra i piedi un ambiente Windows capace di mandare in streaming qualsiasi gioco, tutto compatibile con un pad già bello che diffuso e con una Xbox One capace di trasformarsi in una vera e propria Steam Machine e di essere una stazione multimediale. Inoltre nel corso della conferenza è stata menzionata anche la possibilità di streaming da PC a Xbox One che diventerebbe un sistema da salotto onnicomprensivo. Certo, nulla di nuovo. Anche NVIDIA ha fatto meraviglie con lo streaming. Ma Microsoft può contare su una libreria enorme, sui Microsoft Studios e su una console affermata che si prepara finalmente a interagire su più livelli con PC, tablet e smartphone. Si tratta, insomma, di una mossa importante anche se non stiamo certo parlando del gioco in streaming con la possibilità di risparmiare sull'acquisto di un dispositivo. Nell'ottica del risparmio risulta invece interessante il concetto delle applicazioni universali. Giochi e programmi sviluppati in quest'ottica gireranno, a patto di incontrare i requisiti del singolo dispositivo, su ogni macchina equipaggiata con Windows 10. Le app universali, in sostanza, dovrebbero risolvere il più grande problema dell'ecosistema Microsoft: la mancanza di applicazioni. In uno scenario del genere Facebook su Xbox One non dovrebbe essere più un problema e l'eliminazione di queste lacune è solo la punta dell'iceberg.
Parliamo infatti di un futuro fatto di applicazioni pensate contemporaneamente per funzionare con mouse, touch e Kinect per una vera compatibilità trasversale. Sia chiaro, difficilmente vedremo Office su Xbox One ma è molto probabile che ci arriverà il nuovo browser Spartan, con tutte le feature della controparte PC. E c'è un'altra periferica che potrebbe estendere notevolmente le nostre possibilità di interazione con Xbox One. La vera bordata sparata da Microsft durante la presentazione di Windows 10 si chiama Project HoloLens ed è un visore olografico in sviluppo ormai da tempo. Le immagini prodotte dal dispositivo non sono ologrammi nel vero senso della parola e nascono dalla manipolazioni della luce sulle lenti del dispositivo con il fine di ottenere di un effetto olografico. Ma quello che conta per noi è il risultato, non il tecnicismo, ed è importante sottolineare che non servirà un hardware fantascientifico per gestire questo effetto al contrario di quanto accade con i visori tridimensionali, probabilmente fuori portata per le console attuali. Le HoloLens, al contrario, sono autosufficienti, possono creare oggetti virtuali nello spazio reale e possono sovrapporli a uno schermo potenziando i giochi per Xbox One. In questo caso il concetto sembrerebbe riprendere quello dell'Illumiroom, la tecnologia pensata da Microsoft per arricchire i giochi con proiezioni capaci di uscire dallo schermo, di riempire la stanza di luci semoventi e di colori capaci di bombardare i sensi e simulare una fuoriuscita delle immagini dallo schermo televisivo. Project HoloLens sembra capace di fare lo stesso ma in modo interattivo, molto più efficace e con il vantaggio di non avere bisogno di un proiettore oltre che di poter essere utilizzato, indipendentemente da altri hardware, come una sorta di versione potenziata dei Google Glass. Immaginate un Halo con un'interfaccia olografica. Immaginate l'ologramma di Cortana capace di uscire effettivamente dallo schermo. E immaginate, cosa già ufficializzata nel corso della presentazione, di poter piazzare ogni singolo di mattoncino di un edificio di Minecraft con le vostre mani. Il potenziale è chiaro e va dalla manipolazione degli oggetti di un editor fino alla simulazione dei comandi di un bolide da corsa o all'emulazione interattiva della console di comando di un'astronave. Niente male davvero anche se per ora ci troviamo nel campo delle supposizioni. Questo nonostante il dispositivo sia, almeno a detta degli sviluppatori, già pronto. Sarà però necessario attendere diversi mesi per il lancio che avverrà successivamente a quello di Windows 10.