L'E3 di Bethesda è stato un E3 atipico, sia per la scelta di organizzare una propria conferenza senza accollarsi a Sony e Microsoft, sia per come si è presentata alla stampa in fiera. Sullo showfloor losangelino infatti ha organizzato ad orari regolari per tutta la durata della fiera delle presentazioni a cui hanno presenziato artisti e programmatori per parlare dei loro progetti di punta presentandoli più nel dettaglio. Niente prova dunque per Doom e Fallout 4 (ma potete leggerne la nostra anteprima cliccando sui rispettivi link) e neanche per BattleCry, sicuramente l'outsider del gruppo. Vista la caratura degli altri due brand non è una sorpresa che il nuovo team based PvP game abbia avuto un risalto minore nella conferenza, ma ciò non toglie la voglia del publisher di dire la sua in un panorama piuttosto movimentato e ancora poco esplorato sulle home console. Dietro alla creazione di Battlecry infatti non ci sono soltanto programmatori e animatori che hanno dato vita a mappe e personaggi, ma un fitto team al lavoro sull'infrastruttura online e sulla creazione del portale Bethesda.net per la gestione dei contenuti online sulle varie piattaforme. Vista l'inclinazione multiplayer di BattleCry, ma anche l'annuncio della modalità Snapmap per Doom e della completa apertura alla scena delle mod per Fallout 4 era diventato necessario poter contare su una piattaforma online condivisa accessibile da tutti i giocatori. BattleCry ne farà largo uso, ma vediamo più nel dettaglio di che tipo di gioco di tratta.
Dall'E3 2015 arrivano nuovi dettagli su BattleCry, action multiplayer presentato da Bethesda
Tre fazioni, una battaglia
Com'era facile aspettarsi, essendo un titolo basato completamente sullo scontro tra giocatori e senza un single player, il substrato narrativo alla base di Battlecry è piuttosto flebile e poco incisivo sull'economia generale del gioco. Ci ritroviamo all'alba del ventesimo secolo, in un mondo dove la guerra si è diffusa a tal punto da obbligare le nazioni belligeranti a scendere a patti per evitare lo sfacelo dell'intero pianeta. A mettere fine a uno scontro armato che sarebbe risultato fatale per la Terra ancor prima che questo iniziasse ci ha pensato il trattato della Polvere Nera, che obbliga i tre potenti imperi che si spartiscono il pianeta a deporre le armi spostando lo scontro un una zona franca contenendo i danno.
Qui non si possono utilizzare armi di distruzione di massa capaci di fare danni su larga scala, ma si scontrano dei team composti da guerrieri scelti da ciascuna fazione e disposti a vincere a tutti i costi. A contenersi la supremazia abbiamo i Marine Imperiali, l'Impero Cosacco e la Dinastia Han ognuna accoratamente caratterizzata sul lato estetico e be differenziata. Tuttavia le differenze non si fermano qui, visto che ogni fazione adotta un particolare stile di combattimento e dispone di armi uniche, atte a dare ai giocatori il più ampio ventaglio di scelte possibile in fase di selezione del personaggio. Ogni schieramento ha tra le sue file esponenti di ogni specifica classe che reinterpretano in parte il ruolo adattandosi allo stile peculiare della fazione di appartenenza. Ci sono gli Enforcer, combattenti da mischia che fanno affidamento su armi pesanti per causare un grande quantitativo di danno, ma anche per difendere la propria base nel momento del bisogno. Specifiche abilità permettono attacchi ad area su più obiettivi e la possibilità di supportare gli alleati con boost di velocità o uno scudo per difendere i compagni di squadra. I Gadgeteer, come il nome fa intuire, utilizzano un vasto campionario di armi a lungo raggio modificate con i più improbabili accrocchi in pieno stile steampunk. Fanno moltissimi danni con armi da fuoco a corto raggio, ma possono anche piazzare mine di prossimità da piazzare nei punti più sensibili, oppure armi che con un impulso elettromagnetico fanno vastissimi danni ad area. Per i danni melee ci pensano i Brawler che non si fanno problemi ad affrontare i nemici a mani nude utilizzando tirapugni potenziati, armature o braccia bioniche. Utilizzando solamente le proprie mani come armi di distruzioni sono utilizzabili solamente per i combattimenti corpo a corpo, ma hanno un ampio parco mosse che spazia dagli attacchi potenti, a boost di adrenalina, a onde d'urto che respingono gli avversari nelle vicinanze.
Lo stile non manca
A completare il quintetto ci sono gli Infiltrator e i Ranger. I primi padroneggiano l'arte dell'occultamento e amano avvicinarsi di soppiatto alle proprie vittime per poi finirle con spade e pugnali causando un gran quantitativo di danni. I Ranger, al contrario, stanno ben lontani dal fulcro dello scontro concentrandosi ad attaccare i nemici con archi e balestre appostati in una zona dalla vista privilegiata.
Possono optare per un colpo solo molto potente oppure per scaricare addosso agli avversari una pioggia di frecce in rapida successione, ma l'abilità più utile rimane sicuramente il visore a infrarossi che permette di vedere i nemici attraverso muri e ostacoli. Tutte le classi sono quindi egualmente volte alla fase offensiva, con caratterizzazioni che a una prima occhiata sembrano poter assicurare una notevole varietà nel gameplay. Una volta scesi in campo, la WarZone, tutto ruota attorno alla difesa della propria fortezza e alla conquista di quella avversaria in mappe ampie e ben strutturate che ospitano combattimenti sei contro sei oppure dodici contro dodici. Essendoci solo cinque classi di personaggi, già nelle partite con meno giocatori ogni team è comunque obbligato a schierare due combattenti con lo stesso ruolo, aprendo a numerose possibilità di personalizzazione della team composition che potrebbero portare a scenari strategici differenti e ugualmente interessanti. In ultima istanza tutto dipenderà dalle abilità individuali com'è giusto che sia, ma la composizione avrà sicuramente una sua importanza, soprattutto alzando il numero dei giocatori a dodici per squadra. In tal senso siamo molto curiosi di provarlo con mano, possibilmente in occasione della beta organizzata da Bethesda che dovrebbe andare online entro l'autunno. Sul fronte tecnico, il lavoro fatto dai ragazzi di Battlecry Studios sul CryEngine sembra essere promettente, soprattutto dal punti di vista stilistico. In tal senso spicca la collaborazione con Viktor Antonov, già al lavoro su Half-Life 2 e Dishonored, per la creazione delle ambientazioni e delle armi dalle quali traspare chiaramente l'impronta steampunk tanto cara all'art director bulgaro. Lasciando da parte il realismo, lo stile grafico vira sul cartoonesco, con colori accesi ad identificare i due schieramenti e animazioni fumettose per spadate, esplosioni e cannonate. Il sangue scorre a profusione ad ogni colpo inferto, ma di contro le texture mancano quasi completamente di dettaglio, vista la semplificazione massima delle arene di gioco. Molto interessante invece l'aspetto legato alla personalizzazione dei personaggi, personalizzabili sia nei vestiti che nell'aspetto. Utilizzando i personaggi in multiplayer infatti si guadagnano materiali da impiegare nell'acquisto di upgrade e personalizzazioni estetiche di cui tutt'ora non si sa ancora molto, ma che siamo molto curiosi di provare con mano nei prossimi mesi, come tutto li resto del gioco.
CERTEZZE
- Free to play...
- Votato all'azione
- Artisticamente ispirato
DUBBI
- ...ma il modello economico rimane un'incognita
- Varietà delle mappe da verificare