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Nelle terre selvagge

Un nuovo spietato survival dal sapore poetico

PROVATO di Andrea Centini   —   14/10/2015
The Flame in the Flood
The Flame in the Flood
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Analogamente al filone dedicato agli zombie, col quale fra l'altro va spesso a braccetto, il genere dei survival games è indubbiamente uno dei più inflazionati degli ultimi anni, spinto dall'esplosione del mercato indipendente che ha letteralmente saturato i negozi online con ogni declinazione possibile. Dalle inquietudini dell'eccellente Don't Starve di Klei Entertainment ai dinosauri del fenomeno Ark: Survival Evolved, passando per la durezza della guerra di This War of Mine, l'arte della sopravvivenza si è trasformata in un vero e proprio volano per l'industria videoludica, con campagne di crowdfunding a tema che continuano a fioccare quotidianamente sulle principali piattaforme di finanziamento.

Nelle terre selvagge

Con tanta concorrenza sulla piazza riuscire a distinguersi non è esattamente agevole, tuttavia vi sono alcuni prodotti in grado di concentrare velocemente i riflettori su di essi come Flame in the Flood, l'oggetto della nostra analisi. La ragione principale risiede fondamentalmente nel "pedigree" dei suoi sviluppatori, figure di spicco provenienti da grosse produzioni come BioShock, Halo, Guitar Hero e RockBand che hanno deciso di riunirsi sotto l'etichetta indipendente chiamata The Molasses Flood. Formato il gruppo e gettata l'idea sul tavolo, il passaggio alla campagna Kickstarter è stata una naturale conseguenza, il cui esito ha avuto un riscontro estremamente positivo, superando di oltre cento mila dollari la richiesta iniziale. La campagna, conclusasi nell'ottobre dello scorso anno, ha mancato per cinquantamila dollari lo stretch goal dedicato alla versione PlayStation 4, ciò nonostante ha raggiunto tutti quelli relativi alla localizzazione (purtroppo manca l'italiano), alla personalizzazione del peculiare mezzo di trasporto e all'introduzione della modalità Endless Run. Proprio quest'ultima rappresenta l'unica disponibile nella versione in Accesso Anticipato recentemente sbarcata su Steam, quella che abbiamo messo alla frusta per voi.

Fascino e poesia in Flame in the Flood, il nuovo survival firmato da The Molasses Flood

Inseparabili

La protagonista del gioco è una giovane chiamata Scout ed è accompagnata da un simpatico segugio di nome Aesop controllato dall'intelligenza artificiale: i due si incontrano casualmente all'inizio dell'avventura e per la ragazza si tratta di una vero e proprio colpo di fortuna, dato che il cane, pur non essendo coinvolto direttamente nel processo di sopravvivenza, fornisce un aiuto prezioso nell'individuare risorse e come difesa dai pericoli del mondo di The Flame in the Flood. Il setting è il classico post-apocalittico, o ancor meglio post-sociale, come preferiscono definirlo gli sviluppatori, ciò nonostante l'intera esperienza è ammantata da una fortissima personalità, catalizzata da una delicata sensibilità artistica che arricchisce ogni linea del codice.

Nelle terre selvagge

L'ambientazione selvaggia, tradotta da scorci caratteristici degli Stati Uniti meridionali come le Everglades, la Lousiana Bayou e il delta del Mississippi, è costruita attorno alle sponde e nel cuore di un fiume immaginario, il cui ruolo, oltre a scandire i progressi veri e propri dell'avventura, rappresenta una deliziosa metafora del fluire della vita, con i suoi ostacoli e i momenti di gioia. L'intera infrastruttura ludica è di tipo procedurale, dunque ogni aspetto del titolo, dalla composizione degli insediamenti sino alla distribuzione delle risorse, offre un'esperienza univoca in ciascuna nuova partita. Come ogni roguelike che si rispetti, inoltre, la morte è permanente, dunque è necessario ripartire dalla testa del fiume ogni qual volta si soccomba alle forze della natura. Come specificato in sede di premessa, al momento è accessibile la sola modalità Endless Run, tuttavia è presente anche qualche indicazione su quella che si prospetta essere un'interessantissima campagna. All'avvio del gioco, infatti, Scout recupera una radio dalla quale viene emesso un segnale disturbato, e lo scopo iniziale sarà quello di individuarne l'origine attraversando il maestoso fiume. Il gioco è suddiviso principalmente in due sezioni: da una parte si deve tener conto di quattro valori classici legati al concetto di sopravvivenza, ovvero fame, sete, temperatura corporea e stanchezza, dall'altra è necessario "combattere" col fiume per raggiungere ed esplorare gli insediamenti, disseminati lungo le sue sponde o all'interno di isolotti. Per quanto concerne la componente più tradizionale, va sottolineato che il crafting, la raccolta delle risorse e la soluzione dei molteplici problemi che si parano innanzi al giocatore sono di stampo realistico, benché non manchi qualche licenza poetica.

Nelle terre selvagge

Attualmente possono essere creati oltre sessanta oggetti diversi combinando un gran numero di ingredienti: si spazia dagli indumenti alle stecche per fissare le fratture, passando per penicillina, infusi di erbe per curare parassiti e infezioni, filtri per l'acqua inquinata, bendaggi per le ferite, ricette per alimenti più sostanziosi e via discorrendo. C'è insomma tutto l'armamentario per poter sopravvivere in natura in un ambiente particolarmente ostile e selvaggio. La raccolta di cibo e acqua è naturalmente cruciale, così come il poter riposare (solitamente all'interno di mezzi ed edifici abbandonati) e scaldarsi davanti a un fuoco: gli acquazzoni o i "tuffi" nel fiume non desiderati, ad esempio, possono avere conseguenze piuttosto spiacevoli se non ci si protegge a dovere. A causa della velocità con cui scendono i valori e degli slot limitati dell'inventario, suddiviso tra lo zaino di Scout, la borsa di Aesop e il magazzino del raft, il mezzo di fortuna per navigare nel fiume, è importante essere lungimiranti e selezionare accuratamente cosa portare, scartare e craftare. Com'è lecito attendersi, l'universo di Flame in the Flood può essere molto pericoloso a causa degli animali selvatici presenti, come cinghiali e lupi: suffragati da una particolare intelligenza artificiale chiamata "AI Ecology", essi possono uccidere Scout o infliggerle ferite gravissime che vanno opportunamente trattate. Il sistema di controllo punta e clicca o con i tasti WASD è abbastanza funzionale e agevole, tuttavia in alcuni frangenti ci è parso poco responsivo e gli sviluppatori dovranno darsi da fare per raffinarlo ulteriormente.

Avanti tutta

Alla componente esplorativa più tradizionale si aggiunge la sfida col fiume, che spesso si trasforma nella principale causa di morte. Rapide, massi affioranti, oggetti galleggianti come case di legno, auto e tronchi sono ostacoli non sempre facili da superare, e talvolta è necessario decidere se arrischiarsi in una manovra molto pericolosa per approdare all'insediamento più vicino o perdere altro prezioso tempo e procedere oltre, in attesa che magari le acque si calmino.

Nelle terre selvagge

Il raft, fortunatamente, può essere potenziato con assi di legno e bulloni, benché le aree specifiche ove poter effettuare questi interventi siano piuttosto rare da trovare. Oltre che più resistente, il nostro natante di fortuna può essere reso anche più confortevole, ad esempio costruendoci sopra una tenda per proteggersi dalle intemperie. Il sistema di controllo non sempre è preciso e richiede buona pratica, inoltre la poca stamina a disposizione rende le manovre più impegnative un vero e proprio azzardo soprattutto quando si è in balia delle rapide. Nel complesso la duplice struttura ludica funziona egregiamente, e gli sviluppatori sono al lavoro per ampliare e raffinare quanto di buono realizzato fino ad adesso. Aumentare le dimensioni degli insediamenti è uno dei principali obiettivi di The Molasses Flood, dato che molti di essi, attualmente, si limitano ad aree esplorabili di poche decine di metri quadrati. Tecnicamente non siamo innanzi a uno degli indie più sofisticati sulla piazza, e l'Unreal Engine 4 è piegato più all'estro artistico che alla profusione di poligoni, ben evidenti a causa del peculiare design "spigoloso" tradotto in un simil cel shading. Il fascino visivo di Flame in the Flood è legato soprattutto al sapiente uso della palette cromatica e al ciclo giorno/notte con condizioni meteo variabili, che come detto influiscono anche sulle dinamiche del gameplay. Tra gli aspetti più interessanti della produzione vi è indubbiamente la colonna sonora firmata dal bravissimo Chuck Ragan, le cui sonorità sono assimilabili a quelle del bellissimo album "Into the Wild" di Eddie Vedder, scritto per l'omonimo film cult di Sean Penn tratto dalla storia vera di Cristopher McCnadless.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it

Lettori (6)

6.8

Il tuo voto

PRO

  • Affascinante e poetico
  • Elementi survival realistici
  • Tanti oggetti da poter usare e craftare
  • Il supporto di Aesop

CONTRO

  • Si sa poco o nulla della campagna
  • Sistema di controllo a volte poco responsivo