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Avanti popolo

Siete pronti a lavorare per il partito in The Tomorrow Children?

PROVATO di Lorenzo Fantoni   —   03/02/2016
The Tomorrow Children
The Tomorrow Children
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In questi ultimi anni il genere survival ha vissuto un'espansione vertiginosa, persino superiore al boom degli MMO che seguì l'arrivo di World of Warcraft. Ormai è possibile cercare di sopravvivere nello spazio, tra i dinosauri, su un'isola deserta, su un pianeta sperduto, in un mondo fantasy e chi più ne ha più ne metta. Questa saturazione del settore sta ovviamente portando gli sviluppatori a spremersi le meningi per andare oltre le solite meccaniche e i temi più esplorati, così da proporre qualcosa di nuovo che sappia ergersi sopra la massa di titoli identici. Per raggiungere l'obiettivo si può usare una veste grafica particolare, o magari ingegnose soluzioni di game design. The Tomorrow Children ci prova in entrambi i modi: ancora non siamo in grado di dirvi se ci sia riuscito, ma di sicuro il suo è un tentativo da apprezzare.

Abbiamo provato The Tomorrow Children, uno degli MMO più strani (e comunisti) della storia!

Una mattina mi son svegliato...

Una volta si diceva che i comunisti mangiavano i bambini, ma la variante messa in atto da The Tomorrow Children è decisamente più interessante. Invece di indulgere nel cannibalismo, i figli di Madre Russia, spazzano via l'intera civiltà umana con un esperimento devastante. A questo punto sarebbe lecito pensare: "be', un aspetto positivo dell'apocalisse è che è un'ottima scusa per non lavorare". Niente di più sbagliato! Perché c'è un mondo da ricostruire e per riuscirci niente è meglio di un po' di sana manodopera minorile.

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Il gioco si svolge infatti in una realtà alternativa in cui una ricerca sovietica degli anni '60 ha reso il mondo una sorta di enorme deserto bianco e semi fluido, chiamato Void, in cui le cose ogni tanto appaiono come per magia. Un territorio ostile, popolato da enormi creature chiamate Izverg, parola russa che significa "mostro" o "creatura infernale", che non vedono l'ora di distruggere i primi timidi tentativi di ricostruzione. Nonostante tutto, infatti, l'umanità è sopravvissuta, anche se in un modo decisamente non convenzionale. Tutti gli esseri umani sono stati sostituiti da bambine dalla faccia depressa, una sorta di proiezione mentale in stile Matrix con cui esplorare e colonizzare il Void. Ogni giocatore è esattamente uguale agli altri per quanto riguarda capelli e aspetto, solo il vestiario può variare in base agli acquisti che faremo; il Void è quindi popolato da eserciti di inquietanti bambine operaie. Per sopravvivere saremo costretti a lavorare duro ed esplorare misteriose isole nate dai sogni, dalle paure e dalle speranze del nostro subconscio nella quali ottenere risorse preziose. Se saremo particolarmente fortunati, potremo trovare anche delle matrioske che contengono l'essenza vitale della popolazione e che potremo usare per fargli riottenere una forma umana, creando abitanti gestiti dall'intelligenza artificiale che ci aiuteranno a far prosperare la civiltà.

…e un film di Ejzenstejn sulla rivoluzione

Se le premesse vi sembrano bizzarre, sappiate che è solo l'inizio. Data l'ambientazione sovietica, Tomorrow Children sfugge ad ogni rappresentazione moderna e protocapitalista per mostrarsi in tutta la sua semplicità di figlio del popolo. La veste grafica ricorda infatti alcuni vecchissimi cartoni animati russi di rara tristezza che ogni tanto facevano capolino anche dalle nostre parti in fasce orarie particolarmente sguarnite.

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Inoltre, tutto è filtrato con un effetto tra lo sgranato e lo sfocato che ricorda vagamente un vecchio televisore Mivar, tanto per rendere il tutto ancora più grigio e decadente. L'unico vero momento di colore è rappresentato dagli Izverg, che a volte si presentano come enormi mosconi blu e gialli grandi come condor oppure, quando va male, come enormi lucertoloni o ragni al neon in grado di devastare tutto in pochissimo tempo e il cui avvicinamento è capace di gettare nel panico anche la città più organizzata, anche perché gli strumenti per comunicare e organizzare la difesa sono veramente pochi: qualche emoticon e pochi gesti. Ovviamente non manca un comparto sonoro che sembra preso di peso da un video di propaganda del Partito Comunista, tanto che anche i personaggi si esprimono in una lingua che sembra ricordare vagamente il russo (purtroppo siamo ignoranti in materia, ma non ci pare di aver sentito "Dasvidania", "Pravda" e le poche altre parole che conosciamo). Insomma, se rimpiangete i tempi di baffone, avete di fronte il gioco perfetto. Per quanto riguarda le meccaniche di gioco, anche qua gli sviluppatori Q-Games, quelli di PixelJunk, hanno cercato di replicare il concetto di lavoro tipico dei regimi sovietici.

Compagni dai campi e dalle officine

Dopo il breve tutorial iniziale ogni giocatore è associato a una città, che altro non è che una piccola istanza in cui collaborare con gli altri cittadini. Ne esistono di grandissime e sviluppate, e di piccole e malapena in grado di difendersi dagli attacchi degli Izverg, starà a noi decidere dove svolgere il nostro lavoro per la patria. Nonostante il tutorial iniziale, il primo impatto The Tomorrow Children può essere abbastanza confusionario. Fondamentalmente dovremo ottenere risorse usando strumenti che vanno dal piccone alla sega, passando per la pala, e che potranno essere più o meno durevoli. Raccogliere risorse è la base della civiltà, tuttavia ci sono tante altre cose che possiamo fare: dedicarci alla produzione di energia elettrica correndo su tapis roulant, difendere la città usando le postazioni di artiglieria, smistare le materie prime che altri hanno portato oppure costruire al tavolo di lavoro ciò che tutti i cittadini hanno autorizzato con una votazione.

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Ogni nostro gesto da bravo cittadino verrà ricompensato con del denaro che possiamo utilizzare per comprare casa, strumenti più efficienti o vestire il nostro avatar. Ovviamente non manca neppure il mercato nero, in cui potremo acquistare oggetti migliori e rari, ma molto costosi. Tanto per rendere le cose ancora più burocratiche un solo giocatore può accedere alle strutture pubbliche, ai negozi e ai banchi di lavoro. Gli altri si devono mettere in coda e aspettare diligentemente il proprio turno. La fase di raccolta è forse la più affascinante: per prima cosa dobbiamo salire su un trasporto pubblico in cui un televisore ci bombarderà di trasmissioni di stato, propaganda e marcette, una volta sul posto potremo aiutare gli altri a raccogliere risorse in zone già esplorate o cercare la nostra strada. L'importante è portare sempre con sé una fonte di luce, perché il nostro avatar ne ha bisogno per rimanere in vita, ed essere pronti a scappare o a difendersi dalla creature che potremmo svegliare con i nostri scavi. Le aree di lavoro rappresentano uno dei punti più affascinanti del gioco perché sono fondamentalmente delle grandi sculture che rappresentano sprazzi di un subconscio collettivo post bellico: enormi maiali blu, bombe che cadono su facce deformate, catene montuose fatte di mani tese verso il cielo e così via. Architetture che però sembrano ripetersi, quindi c'è da capire quanto ci vorrà prima che stufino il giocatore. C'è anche da capire quanto possa essere divertente la routine piccona-riporta-costruisci-difendi-migliora-ripiccona, che non tutti potrebbero trovare stimolante dopo i primi minuti.

Rivoluzione permanente

Avrete ormai capito che The Tomorrow Children è un titolo atipico e ben strutturato, in grado di incuriosire il giocatore, ma che tutto sommato ha ancora molti punti oscuri. La visione artistica è senza dubbio centrata sull'obiettivo e rappresenta al momento la parte più interessante del gioco. Scoprire le varie isole e le loro bizzarre strutture, scrutare da lontano gli Izverg, ascoltare le marcette trionfali del regime rappresentano senza dubbio una delle parti più divertenti del gioco che può contare su una realizzazione tecnica veramente di prim'ordine.

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Resta da capire quanto il pubblico possa essere interessato a questo gioco atipico in cui si collabora con gli altri rimanendo fondamentalmente da soli e in cui l'essenza del gioco si basa su una raccolta dei materiali in stile Minecraft, che potrebbe annoiare chi vorrebbe solo prendere i mostri a cannonate. Non sappiamo neppure se ci sia una sorta di end game o il tutto si risolva semplicemente in strumenti più efficienti e edifici più grandi. Coordinarsi con i concittadini e particolarmente difficile e spesso non è chiaro cosa possiamo fare per aiutare la comunità e magari non vogliamo farlo. Proprio come in un regime in cui tutti devono lavorare per il bene comune, basta un solo elemento che decide di fare di testa per compromettere seriamente la situazione, soprattutto nelle città più piccole. Purtroppo la beta è stata così instabile, per espresso volere di Sony, che è praticamente impossibile fare previsioni a lungo termine su questo particolarissimo titolo a metà tra il survival e l'esperimento sociale, ma anche se ci ha lasciato con più domande che risposte, The Tomorrow Children rimane una delle proposte più interessanti di questo periodo.

CERTEZZE

  • Visione artistica unica
  • Dinamiche sociali interessanti
  • Diverso dagli altri survival

DUBBI

  • Sarà abbastanza longevo?
  • Molta complessa la coordinazione con i concittadini