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Lacrime artificiali

La difficile convivenza tra macchina e uomo e lo sviluppo di una coscienza artificiale: il nuovo progetto di Quantic Dream strizza l'occhio a Asimov, Clarke e Dick

ANTEPRIMA di Massimo Reina   —   23/02/2016
Detroit: Become Human
Detroit: Become Human
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Sono trascorsi alcuni anni da quando Quantic Dream mostrò al pubblico una tech demo intitolata Kara, realizzata per svelare la nuova tecnologia adottata su PlayStation 3 dallo studio francese, in grado di supportare una tecnica di motion capture capace di catturare nello stesso momento i movimenti del corpo, l'espressione facciale e la voce di ogni attore.

La "scena" mostrava in tempo reale l'assemblaggio di un androide dalle sembianze femminili, che veniva poi sottoposto a una serie di test per verificarne il corretto funzionamento. Ad un certo punto, però, l'essere artificiale iniziava a dare segni di sofferenza e a mostrare una sorta di coscienza artificiale: difetto di fabbrica, disfunzioni positroniche o il primo sintomo di qualche clamorosa forma di evoluzione? Ad ogni modo la cosa finiva per sconvolgere l'esaminatore, così come le suppliche dell'androide che urlava di avere paura e di voler vivere, al punto da fargli decidere di non smontarla. Il pubblico rimase piacevolmente colpito dalla demo, innamorandosi della dolce androide Kara, ma David Cage, cofondatore e CEO del team di sviluppo francese, si affrettò a precisare che quanto mostrato non doveva essere inteso come un'anticipazione di un nuovo videogioco. In realtà dentro di sé, già allora Cage sperava di trasformare in futuro quella dimostrazione tecnica in un vero e proprio titolo. E così in effetti poi è stato, come abbiamo avuto modo di scoprire qualche mese fa in occasione della Games Week di Parigi, con l'annuncio ufficiale e il trailer di Detroit: Become Human, ambizioso progetto legato proprio alla sopra citata tech demo che affronterà tematiche molto complesse.

Riuscirà Quantic Dream a stupirci nuovamente con le sue trame complesse? Sarà Detroit a dimostrarcelo

Circuiti, microchip e sentimenti

Di autori che hanno trattato l'argomento di creature capaci di essere soggetti autonomi di decisioni e obiettivi ce ne sono stati tanti, da Mary Shelley col suo Frankenstein, ai robot di Karel Capek, Philip K. Dick e Isaac Asimov. Ma Quantic Dream è certa di riuscire ugualmente a dire la sua, ovviamente in un "racconto" digitale. Per farci un'idea approssimativa di quanto dobbiamo aspettarci nel gioco, dobbiamo fare affidamento al trailer mostrato durante la sua presentazione a Parigi, oltre che basarci su alcune congetture fatte in base agli indizi trapelati sulla Rete.

Lacrime artificiali

Dal filmato, per esempio, si evince che nel mondo del gioco ci sarà una forte contrapposizione tra gli esseri umani o comunque una parte di essa (forse quella meno abbiente?) e gli automi, tutti vestiti con specifiche uniformi con il nome del modello impresso sul petto e trattati come creature inferiori, senza diritti, essendo privi di libero arbitrio e geneticamente costretti all'obbedienza.

Lacrime artificiali

E anche per questo che le creature meccaniche vengono aggredite per strada, senza paura di una loro reazione, o sono costrette a vivere nell'emarginazione, raggruppate in apposite aree e obbligate a fruire di alcuni servizi pubblici separatamente dagli umani. Un po' come avveniva in passato per le persone di colore nel sud Africa dell'Apartheid o negli Stati Uniti dei movimenti per i diritti civili e della lotta contro la segregazione razziale degli anni '60.

Lacrime artificiali

Il gioco tratterà quindi anche il tema del razzismo e del "diverso" in chiave ovviamente futuristica? La violenza che vediamo nel video non scaturisce però solo dal disprezzo nei confronti di quelli che vengono visti come oggetti, seppur evoluti, ma anche a causa di una sorta di lotta di classe tra una parte della popolazione umana che si sente messa da parte e scavalcata in certi settori produttivi dagli androidi, venduti proprio come forza lavoro. Questo almeno si può intuire da alcuni cartelloni tenuti in mano dai manifestanti nel sopra citato trailer. Alle "sofferenze" e alle brutalità subite dagli altri androidi fanno da contraltare le apparenti emozioni, lo stupore fanciullesco e umano di Kara, androide di terza generazione che, vestita come una ragazza normale, vaga per la città alla letterale scoperta del mondo. Un mondo "alieno" dal suo punto di vista, dove tutto per lei è nuovo: il vento che le accarezza il volto, il sole che le scalda il corpo, la pioggia che a un certo punto le bagna il viso, e i suoni che riecheggiano nelle strade di una futuristica Detroit. Chi, cosa e perché ha generato in lei quella forma di autocoscienza di sé, trasformandola di fatto da un oggetto a un soggetto? È stato il caso o sono state altre intelligenze artificiali che nel contribuire a crearla, hanno iniziato a darle istruzioni che vanno contro le normali funzioni di un robot, per dare il via a una ribellione alla Prima Legge della robotica? Ad ogni modo uno dei punti cardine della trama dovrebbe essere proprio la presa di coscienza della macchina Kara e l'effetto che questo dovrebbe avere sui suoi simili, ma anche sulle personalità degli esseri umani con i quali presumibilmente si troverà a interagire, magari quando scopriranno la sua vera natura e lei vorrà veder riconosciuto il suo status di "donna". Un automa dotato di acume intellettivo e capacità deduttiva fino a rivendicare il suo diritto di esistere e di essere considerato e trattato come un individuo senziente, quali paure e quali problemi potrebbe instillare nella popolazione non artificiale? Domande e tematiche che, lo ripetiamo, potrebbero rivestire un ruolo importante all'interno della storia di Detroit: Become Human, che dal punto di vista narrativo si posizionerà quindi a tutti gli effetti nella più classica della science fiction.

Le Tre leggi della robotica

Nella fantascienza le Tre leggi della robotica sono un insieme di leggi scritte da Isaac Asimov. A queste obbediscono tutti i robot dotati di cervello positronico che compaiono nei suoi racconti (e in quelli di altri autori). Le leggi hanno subito qualche variazione a seconda dei casi o delle traduzioni dei romanzi, ma la versione originale è la seguente: 1) Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. 2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge. 3) Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Io, robot

E il gameplay? Da questo punto di vista il titolo dovrebbe avere alcuni punti in comune con le altre produzioni di Quantic Dream, come Heavy Rain e Beyond: Due Anime, ma al contempo proporre anche delle nuove funzioni, in maniera tale da offrire agli utenti un'esperienza di gioco comunque differente sotto certi aspetti. Ovviamente il focus dell'avventura sarà come sempre la narrazione (forse più che nei titoli precedenti), con momenti emotivamente coinvolgenti dove le decisioni del giocatore andranno presumibilmente a incidere sulla storia e sul mondo di gioco, anche se non sappiamo fino a che punto.

Valorie Curry
Valorie Curry

Per quanto riguarda l'aspetto tecnico della produzione, al momento è giusto non sbilanciarsi più di tanto. Tuttavia considerando i lavori passati di Quantic Dream e il trailer di annuncio sembra che il livello qualitativo della produzione possa in futuro attestarsi su degli standard abbastanza alti, sicuramente in linea con le potenzialità di PlayStation 4, per cui il gioco, ricordiamo, è in esclusiva. Non per niente il team francese ha sviluppato un engine appositamente pensato per l'hardware della console Sony, in grado di offrire al pubblico una ricostruzione ambientale dettagliata, dinamica e "viva", con effetti di luce molto realistici tanto quanto le animazioni facciali dei personaggi, soprattutto quelle di Kara, che avrà il volto dell'attrice Valorie Curry, vista all'opera, tra gli altri, nel telefilm Veronica Mars. Insomma, dalle informazioni in nostro possesso appare chiaro che Detroit: Become Human sarà un altro titolo incentrato sullo storytelling dal forte impatto emotivo, piuttosto che su un gameplay dinamico o particolarmente innovativo. Per il team di sviluppo tirar fuori una storia coinvolgente e per certi versi "originale" senza il rischio di scadere nel già visto, dati gli argomenti abbondantemente trattati in passato da maestri della fantascienza quali Robert A. Heinlein, Arthur C. Clarke e ovviamente i già citati Philip K. Dick e Isaac Asimov, sarà difficile. Ma non impossibile per chi ha saputo mostrare negli anni una certa capacità di stupire il videogiocatore. In tal senso siamo proprio curiosi di vedere come Quantic Dream affronterà tematiche quali l'autocoscienza delle macchine, i loro diritti all'interno della società e lo sviluppo di un sentimento umanizzato negli androidi, e di vivere un'avventura attraverso gli occhi di un "diverso", alla guida di un androide che cercherà, almeno inizialmente, di comprendere l'umanità e le emozioni con cui questa comunica, per essere accettato e diventare quanto più umano possibile, per poi dare forse il via a una rivoluzione sociale.

CERTEZZE

  • Il personaggio di Kara sembra affascinante e in grado di coinvolgere emotivamente il giocatore con la sua sola presenza
  • Tecnicamente simile a un film
  • Trama dai toni drammatici e dal grande potenziale...

DUBBI

  • ...ma "rischiosa" se non sviluppata adeguatamente e col giusto approccio
  • Il gameplay resta ancora tutto da vedere