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Scontri pirateschi

One Piece: Burning Blood porta sulle nostre console una formula rinnovata e altamente spettacolare

PROVATO di Mattia Comba   —   07/03/2016
One Piece: Burning Blood
One Piece: Burning Blood
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Dopo aver conquistato fan in tutto il mondo, One Piece è pronto a rinnovarsi: non ci riferiamo all'opera su carta scaturita dalle sapienti mani del maestro Eichiiro Oda, quanto alla sua trasposizione in texture e poligoni che, dopo anni di stagnazione, è finalmente pronta a cambiare formula. Con Burning Blood viene accantonata l'abusata formula del musou per dedicarsi a scontri diretti tra due team di tre combattenti ciascuno, imprimendo una decisa sterzata rispetto alle ultime apparizioni della ciurma del Cappello di Paglia sulla nostre console. Una notizia di sicuro sollievo per tutti coloro che proprio non digeriscono il genere abusato da Koei Tecmo negli ultimi anni con la serie Pirate Warriors. La speranza ancora una volta rimane quella di ritrovarsi di fronte a un titolo variegato e spettacolare, senza eccessivi tecnicismi ma comunque divertente da giocare per i fan di One Piece.

One Piece: Burning Blood abbandona la formula dei musou per spettacolari scontri tre contro tre

I Frutti fanno la differenza

Gli scontri tra gruppi di tre lottatori in arene tridimensionali rappresentano una formula di gioco che sta diventando sempre più popolare nei picchiaduro basati su personaggi di anime e manga, grazie alla capacità di offrire al contempo un'azione dinamica e parecchio spettacolare. Spike Chunsoft ha quindi ripreso la formula di J-Stars Victory VS+ riadattandola a One Piece e utilizzando i Frutti del Diavolo per dare maggiore spessore e carattere al roster di personaggi.

Scontri pirateschi
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Vi sono tre tipi di frutti magici, Zoo Zoo, Paramisha e Rogia, tutti capaci di regalare incredibili poteri a chi li inghiotte. I frutti Zoo Zoo consentono a personaggi come ad esempio TonyTony Chopper e X-Drake di trasformarsi in una creatura più forte, mentre quelli di tipo Rogia sono i più rari e permettono a chi li assume di controllare una forza elementale, come nel caso del frutto Foco Foco che dà a Portuguese D. Ace il potere di controllare il fuoco o il frutto Sand Sand permette a Crocodile di trasformarsi in sabbia. In più, chi sfrutta i poteri donati dai Frutti del Diavolo della categoria Rogia ha a sua disposizione la Rogia Guard, una parata che può essere penetrata solo utilizzando le tecniche speciali ed è immune da colpi semplici. In ultimo ci sono Paramisha, i più comuni che comprendono ad esempio il frutto Barri Barri di Bartolomeo che gli consente di creare barriere impenetrabili incrociando le dita. Viste le diverse implicazioni di ogni Frutto del Diavolo, rimane quindi fondamentale riuscire a creare un team eterogeneo nel quale possano combinarsi al meglio i poteri dei tre lottatori mettendo a disposizione attacchi veloci e aggressivi, oppure abilità in grado di mantenere le distanze in base alla necessità. Una volta scesi in campo infatti, il gameplay si è presentato prevedibilmente immediato e piuttosto dinamico, anche se gli manca la fluidità propria di un titolo come Naruto che, con l'utilizzo della tecnica della sostituzione, mette in mano ai giocatori una carta molto efficace per spezzare le combo avversarie. In One Piece: Burning Blood invece questa meccanica ruota attorno all'utilizzo di uno dei tre segmenti della barra Furore che ci permette di richiamare dalla panchina uno dei due compagni di squadra per mettere a segno un attacco combinato interrompendo la sequenza dell'avversario. La barra si riempie a suon di colpi subiti e una volta caricata al massimo libera tutti i poteri legati al Frutto del Diavolo potenziando il lottatore, sbloccando l'attacco Ultimate, una super mossa molto spettacolare con la quale infliggere un ingente quantitativo di danni. Le Ultimate rispetto alle mosse speciali e ai colpi base sono le più belle da vedere grazie alle animazioni prese direttamente dall'anime, tra cui troviamo per la prima volta la versione Fourth Gear di Rufy, disponibile con il pre-order del gioco e mai apparsa in un videogioco.

Gli scontri di Marineford

Oltre ai tre lottatori, prima di iniziare l'incontro bisogna sceglierne altrettanti di supporto tra un gruppo ristretto di personaggi secondari apparsi nella serie di Oda. I supporter si possono controllare direttamente sul campo ma donano potenziamenti anche molto utili durante il corso del match: Lovoon ad esempio aumenta la difesa quando i punti vita dell'alleato sono prossimi allo zero, mentre la Dottoressa Kureha guarisce il personaggio controllato oppure Karl aumenta la potenza d'attacco.

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A completare il pacchetto di sono Curly Dadan, Bepo e le Square Sister, ma potrebbero esserci delle sorprese nei prossimi mesi con nuovi annunci a rimpolpare il roster. Ad affiancare la classica modalità sfida è stata annunciata la Guerra Suprema che pesca a piene mani dallo sconfinato universo narrativo messo in piedi da Eiichiro Oda, focalizzandosi sull'arco narrativo di Marineford, l'isola vecchia sede del quartier generale della marina trasformata in un campo di battaglia nella guerra contro i pirati di Barbabianca. In Burning Blood potremo rivivere gli avvenimenti della saga scegliendo tra quattro punti di vista differenti in una successione di battaglie e cutscene dall'alto tasso adrenalinico. Tra i disponibili ci sono Portuguese D. Ace che proprio a Marineford doveva essere giustiziato, al quale si aggiungono l'immancabile Rufy, il temibile ammiraglio Sakazuki Akainu e Barbabianca con ciurma al seguito. Purtroppo non abbiamo ancora potuto mettere mano a questa modalità, che di fatto allo stato attuale rappresenta uno dei maggiori dubbi di tutta la produzione: avendo saggiato il sistema di combattimento e l'impostazione degli scontri, ci auguriamo che sul fronte narrativo il lavoro di riproduzione svolto dagli sviluppatori di Spike Chunsoft si riveli accurato e coinvolgente, capace di regalare una buona quantità di ore di gioco riproducendo fedelmente le avventura di Cappello di Paglia e soci. Un altro punto cruciale riguarderà sicuramente il bilanciamento tra i vari lottatori, che sebbene non sopraffino a livello di titoli competitivi, dovrà comunque garantire una certa varietà nelle combinazioni di lottatori primari e di supporto. Lo stesso producer del titolo Koji Nakajima ci ha confermato come questo sia effettivamente uno degli aspetti più delicati dell'intera produzione, soprattutto per via dell'adattamento videoludico di personaggi molto diversi tra di loro. "Il manga rappresenta la fonte primaria da cui partire, ma lì gli equilibri sono ben delineati e ci sono personaggi naturalmente più forti di altri per via dei Frutti del Diavolo. Noi però abbiamo il compito di sviluppare un titolo in cui ogni giocatore può creare la sua squadra di tre elementi utilizzando qualsiasi combinazione di lottatori, e questo non deve portare ad sbilanciamenti nella formula di gioco", ci ha detto Nakajima. Tecnicamente One Piece: Burning Blood mette in scena un cel shading colorato e bello da vedere per i lottatori e le relative mosse speciali, ma rimane sottotono per quanto riguarda le arene, tutte piuttosto spoglie e povere di dettagli. Ultimo appunto per il doppiaggio in giapponese, ripreso direttamente dalla serie animata accompagnato dai sottotitoli in italiano.

CERTEZZE

  • Personaggi e relative mosse speciali ben realizzati
  • Ottima implementazione nel gameplay dei Frutti del Diavolo
  • Scontri tre contro tre spettacolari e divertenti...

DUBBI

  • ...che talvolta risultano un po' legnosi
  • Sappiamo ancora molto poco sulla modalità "Guerra Suprema"