Soltanto qualche ora fa il nostro Umberto Moioli vi descriveva nel dettaglio la presentazione di Bullet Train che ha avuto luogo nella conferenza di Epic Games dedicata appunto al suo primo titolo per la realtà virtuale: oggi abbiamo avuto l'occasione di provarlo in prima persona all'interno dello stand che lo sviluppatore americano ha allestito nello spazio Expo della GDC 2016, in un setup che comprendeva Oculus Rift e i due controller Touch. Vediamo dunque se Bullet Train è tanto interessante da giocare quanto lo è da vedere...
Bullet Train è senza dubbio una delle esperienze VR più convincenti di questa GDC 2016
Stazione distruzione
Indossato il visore (che per inciso risultava piuttosto confortevole anche con gli occhiali da vista) e presi in mano i due controller Touch, la demo di Bullet Train si apriva all'interno di un vagone di un treno in corsa, ambientazione che consentiva di familiarizzare con la realtà virtuale e seguire la manciata di semplici tutorial che illustravano le principali meccaniche ludiche.
Bisognava dunque tenere premuto il dito medio sul grilletto posteriore per raccogliere e imbracciare le armi, e si poteva fare fuoco agendo sul trigger dorsale. Per spostarsi invece era necessario inclinare in avanti lo stick analogico sinistro, azione che consentiva di emettere una sorta di fascio laser dalla propria mano virtuale con il quale puntare il portale dove si voleva essere teletrasportati: fatto questo, era sufficiente allungare il braccio avanti a sé e rilasciare lo stick per ritrovarsi immediatamente materializzarsi nella posizione desiderata. A parole sembra complicato, ma vi possiamo assicurare in pochi attimi ci siamo sentiti perfettamente a nostro agio, e quando le porte del treno si sono aperte su una stazione brulicante di nemici, eravamo più che pronti a liberare la nostra potenza di fuoco. In questo frangente, Bullet Train si è comportato in maniera non dissimile da uno sparatutto con light gun, e impallinare gli avversari è stata un'esperienza frenetica ed appagante ben supportata da un'ottima rilevazione dei movimenti delle proprie braccia e di conseguenza del puntamento delle armi: a proposito di queste ultime, sparse all'interno dello scenario si potevano trovare pistole, fucili automatici e fucili a pompa da tenere indifferentemente nella mano destra o in quella sinistra, con la possibilità di utilizzarne anche due in contemporanea.
Da segnalare anche le granate, che bisognava lanciare in maniera molto intuitiva semplicemente raccogliendole ed eseguendo con il braccio un movimento ad arco di velocità e ampiezza congrua alla distanza che si voleva raggiungere: complice anche qualche aiutino del software, il processo si rivelava soddisfacente e preciso anche per chi non ha un trascorso da artigliere, il tutto all'insegna di un gameplay che punta evidentemente ad essere quanto più immediato e universale possibile. L'ultima abilità offensiva data al giocatore - e anche la più esaltante da sfruttare - era poi quella data dal poter raccogliere i proiettili avversari e rispedirli al mittente, grazie a un effetto slow motion che convenientemente rallentava il tempo quando le pallottole si avvicinavano al nostro punto di vista: una tecnica indispensabile per sconfiggere il boss che chiudeva la demo, un robot volante che andava fatto esplodere respingendo i suoi stessi razzi. Bello graficamente, coinvolgente come francamente pochi altri prodotti VR ci avevano fatto sentire finora e spassosissimo da giocare, Bullet Train si è dimostrato un'esperienza assolutamente positiva se valutato nel suo essere uno showcase di pochi minuti di una nuova tecnologia: da qui a dire che non vedremmo l'ora di vivere un'intera avventura su questa falsariga ce ne corre, ma per il momento accontentiamoci di dire che è un segnale decisamente confortante nel mezzo di tante proposte per la realtà virtuale che spesso sono poco più di fumo negli occhi.
CERTEZZE
- VR molto coinvolgente
- Controlli precisi e intuitivi
- Divertente e frenetico
DUBBI
- Rimane poco più di una tech demo
- Livello di difficoltà quasi a zero
- Difficile immaginarsi un gioco intero così