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SimCity scende in politica

Urban Empire è un particolare city builder che mescola le meccaniche classiche del genere con alcune novità incentrate sulla gestione politica della città

ANTEPRIMA di Umberto Moioli   —   19/03/2016
Urban Empire
Urban Empire
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Da SimCity (quello più recente) in poi è stato un gran fiorire di city builder. Il titolo di EA Maxis era tutt'altro che perfetto e purtroppo rappresenterà con ogni probabilità l'ultima fermata della serie per lungo, lungo tempo. Guardando la vita con positività possiamo però dire che ha avuto due grossi pregi: ha comunque rappresentato una sorta di sveglia, una chiamata alle armi per creare qualcosa di più moderno e accessibile; e poi ha mostrato al mondo degli sviluppatori che c'è ancora parecchio pubblico per questo genere di esperienze, esigente ma disposto a mettere mano al portafogli. Cities Skyline ha fatto quello che a SimCity non era riuscito e ora sembra arrivato il momento di accogliere alcune varianti sul tema. In particolare alla GDC di San Francisco abbiamo potuto vedere Urban Empire, prodotto da Kalypso e realizzato (anche) da un gruppo di ragazzi fuoriusciti proprio da Colossal Order. Lo stato del progetto è ancora abbastanza arretrato ma già si potevano osservare alcune soluzioni niente male.

Un po' SimCity e un po' Civilization: Urban Empire porta politica e progresso nei city builder

Ah, la politica

In Urban Empire ci sono due componenti fondamentali: quella di costruzione e gestione della città, e poi quella dell'amministrazione politica della stessa. Le partite prenderanno il via nel 1820 e andranno condotte attraverso cinque ere, fino alla modernità.

SimCity scende in politica
SimCity scende in politica

Ovviamente amministrare un centro abitato nel periodo dell'industrializzazione è differente che farlo negli anni '20 e '30 dei conflitti sociali, durante la Guerra Fredda dello scontro tra Stati Uniti e Unione Sovietica oppure nella società di Internet e dei social media in cui viviamo. In ogni caso si parte sempre e comunque da un lotto di terreno vuoto: anziché tracciare le strade, qui bisogna selezionare l'area da edificare, scegliere il tipo di layout che si preferisce per le vie e poi come dividere gli edifici adibiti ad abitazioni, commerciali oppure industriali. Un piccolo ma interessante tocco è che si possono anche scegliere soluzioni miste, come i palazzi che hanno negozi al pianterreno e poi appartamenti in quelli superiori. Rispetto a SimCity e Cities Skyline, qui non ci dovrebbe essere un livello di profondità tale al punto da poter piazzare le singole fermate dei mezzi pubblici o piantare ogni albero, ma da quel poco che abbiamo osservato le possibilità sono comunque molte e non dovrebbe mancare sufficiente profondità. Purtroppo, ma noi abbiamo visto una versione alpha, graficamente sembra abbastanza povero: è vero che ci sono dettagli importanti come il ciclo giorno/notte oppure le luci che illuminano le finestre delle case, ma nel complesso il comparto visivo non è nulla di eccezionale; pedoni e carrozze (e poi macchine) sono così così e non c'è un colpo d'occhio paragonabile alla concorrenza, almeno per ora. Va anche detto che nessuno gioca il genere per essere lasciato a bocca aperta per chissà quali soluzioni tecniche, quindi forse un po' di rifiniture basteranno.

L'unicità di Urban Empire si percepisce comunque scavando un po' più a fondo. Ipotizziamo che le casse della nostra bella cittadina stiano per restare a secco, le nostre finanze personali non le vogliamo toccare e l'unica soluzione percorribile è alzare le tasse. Di norma bastano un paio di clic all'interno dell'apposito menu, qui bisogna rivolgersi al consiglio cittadino, impostare il cambiamento erariale e quindi sottoporlo a votazione.

SimCity scende in politica
SimCity scende in politica

Ci sono diversi partiti, fino a sette nella modernità che incorpora anche movimenti più recenti, come quelli ambientalisti, che possono essere più o meno vicini al nostro modo di pensare. Sinistra o destra, liberali o super conservatori: c'è qualcosa per tutti i gusti e a noi tocca ovviamente, dopo aver deciso a inizio partita da che parte stare, mantenere salde le fila del partito e cercare alleanze con gli altri, ove possibile. Si può fare leva sugli alleati scambiandosi favori ma anche forzare la mano, consapevoli che ogni strategia ha i suoi pro e contro, quindi bisogna sempre cercare di capire come il proprio operato cambierà i rapporti all'interno del governo cittadino. Si può perfino mettere una spia alle calcagna dei nostri avversari più tenaci, per poi ricattarli qualora si trovi qualcosa a loro carico oppure semplicemente tenendo le informazioni raccolte da parte, in attesa del momento del bisogno. Non abbiamo potuto osservare tutte le opzioni ma, oltre a quelle più immediate come appunto le tasse, ci sono diverse politiche sociali, come la proibizione di tabacco e alcol, che avranno serie conseguenze su quello che una parte della popolazione penserà di noi. Interessante anche la scelta di inserire un vero e proprio albero tecnologico: sviluppando ad esempio i lampioni a gas a metà ottocento potremo illuminare le strade, un cambiamento solo apparentemente piccolo dato che poi coinvolge altri aspetti della vita locale, come la sicurezza notturna e quindi l'impegno della polizia. Progredendo attraverso il tech tree si arriva ad avanzamenti più moderni, a Internet e alla diffusione dei social media. Se fino a cent'anni fa gli scandali erano locali e partivano dalle persone a noi vicine, arrivati ai giorni nostri bisognerà stare attenti a come si svolgeranno le campagne sui social, perché ogni bit di informazione potrà influenzare quello che chi poi ci dovrà votare pensa di noi. Sì perché la partita continua finché si viene rieletti, l'unica condizione di sconfitta è non essere riconfermati e quindi perdere la propria poltrona di sindaco. Tutto molto bello, sappiamo però che in questi casi nulla può sostituire lunghe ore di prova. Test che, ci è stato anticipato, avverrà in occasione della GamesCom di agosto: ne riparleremo in quel momento.

CERTEZZE

  • Un city builder un po' diverso dal solito
  • Semplifica alcune cose, ne complica altre...

DUBBI

  • ...quindi ci sono opportunità e rischi in egual misura
  • Tecnicamente non esaltante