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Il season pass ideale

Riusciremo mai ad avere un season pass che soddisfi tutte le nostre aspettative?

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   29/04/2016

Chi di noi si stupisce più quando insieme a un nuovo videogioco tripla A viene annunciato anche il suo season pass? Probabilmente nessuno, perché è evidente ormai per tutti che il classico pacchetto di contenuti aggiuntivi, comprendente la somma di tutti o quasi i DLC in programma per un certo titolo, sia dato per scontato dai produttori e venga pianificato con largo anticipo. Senza troppi misteri o timidezze, certi giochi vengono addirittura incentrati sulla vendita di contenuti supplementari (vedere Evolve).

Evolve: quando i contenuti extra sono più di quelli inclusi nel gioco base
Evolve: quando i contenuti extra sono più di quelli inclusi nel gioco base

Che problema c'è nel voler arricchire un prodotto post lancio? Nessuno, non fosse che spesso ci si trova di fronte a offerte che non esitiamo a definire imbarazzanti, quando non completamente inutili. Fate attenzione però: le espansioni esistono da prima della nascita dei season pass, anche se erano rette da una filosofia leggermente differente e, soprattutto, andavano acquistate necessariamente nei negozi. Diciamo che, in linea generale, con l'affermarsi del mercato digitale sono cambiate le aspettative dietro ai pacchi aggiuntivi: prima un'espansione mirava ad ampliare l'esperienza di gioco nel suo complesso e quindi doveva comprendere necessariamente una certa quantità di contenuti, mentre oggi, nella maggior parte dei casi, i season pass sono composti da aggiunte estemporanee di poco conto che finiscono per incidere marginalmente sull'esperienza finale. A volte arrivano a infastidire, perché le aggiunte sono così minimali da sembrare dei pezzi strappati dal gioco base e riattaccati a posteriori con una pessima sutura. Va anche specificato che mentre le espansioni venivano sempre annunciate dopo qualche mese dal lancio di un prodotto, i season pass sono invece quasi sempre disponibili all'apertura delle prenotazioni, ovvero prima ancora che se ne conoscano i contenuti e che si sia giocato con il titolo base. Certo, non tutti i season pass sono uguali ed è banale far presente che ce ne sono di davvero ben composti. Comunque ne riparleremo nei prossimi paragrafi, dove esamineremo alcune delle offerte degli ultimi anni e cercheremo di delineare un possibile season pass ideale, capace cioè di soddisfare gli acquirenti senza farli sentire truffati o, più semplicemente, sfruttati.

Scoprite come dovrebbe essere il season pass ideale in questo speciale dedicato

I modelli da evitare

Un modello di season pass da evitare accuratamente è quello formato da decine di microcontenuti aggiuntivi. Quantità e qualità vanno difficilmente a braccetto e quella che a un primo sguardo può sembrare un'offerta ricchissima, potrebbe invece essere solo fumo. Facciamo un esempio diretto: Batman: Arkham Knight. Il season pass dell'ultima fatica di Rocksteady è letteralmente straripante di DLC, al punto che riportandoli tutti finiremmo per riempirci l'intero paragrafo. Peccato che la maggior parte siano paccottiglia: ci sono moltissimi DLC cosmetici e i pochi che aggiungono del gameplay, sono brevi e per nulla interessanti. Altro modello discutibile, nonostante l'innegabile successo, è quello dei vari Call of Duty, ripreso da molti altri sparatutto online.

Come aggiungere delle feature inutili in Fallout 4: Wasteland Workshop
Come aggiungere delle feature inutili in Fallout 4: Wasteland Workshop

Stiamo parlando dei vari pacchi di mappe per il multiplayer che vengono a costare decine di euro, pur non aggiungendo molto. Questo modello presenta inoltre un rischio specifico, ossia la completa inutilità sulla lunga distanza. Va detto che non è il caso della serie di Activision, giocata sempre da milioni di persone, ma proviamo a esaminare cosa è accaduto con un titolo di minor successo come Titanfall, il cui season pass comprende tre pacchetti di mappe. Al lancio in gioco si trovavamo molti giocatori, ma con il passare dei mesi il loro numero si è ridotto drasticamente. Ben pochi sono quelli che hanno acquistato i vari DLC e le nuove mappe hanno subito una quasi immediata desertificazione. Insomma, chi le possedeva è dovuto presto tornare alle mappe standard, dove si trovavano la maggior parte degli altri giocatori. Un altro modello parzialmente negativo è quello che chiameremo misto. Ci sono dei season pass che semplicemente offrono al giocatore contenuti di riempimento in attesa di quelli più importanti. Un esempio è stato quello di Bioshock: Infinite, i cui contenuti maggiori si sono fatti attendere a lungo e nel frattempo è stato pubblicato un DLC da poco per cercare di placare gli animi. La stessa filosofia sembra essere perseguita da Bethesda, con Skyrim prima, i cui pezzi migliori sono arrivati dopo una serie di DLC minori, e Fallout 4 ora, i cui primi DLC sono quantomeno discutibili, ma per cui già si parla di una vera e propria espansione. Insomma, non è meglio essere chiari nell'offerta e chiedere di aspettare invece di lanciare roba come Wasteland Workshop?

I modelli da seguire

Ovviamente ci sono anche dei modelli di season pass ammirevoli e che non fanno rimpiangere i soldi spesi per l'acquisto. Il caso più eclatante è sicuramente quello di The Witcher 3: Wild Hunt. Il season pass del titolo di CD Projekt Red comprende soltanto due contenuti aggiuntivi, ma che contenuti!

Un'espansione... deve espandere!
Un'espansione... deve espandere!

Il primo, Hearts of Stone, aggiunge una nuova regione a una delle mappe principali e racconta una nuova storia della stessa qualità di quelle narrate dal titolo base. Non mancano nuovi nemici e diversi extra più o meno interessanti. Blood and Wine, in uscita in questi giorni, permetterà invece di esplorare un'intera nuova mappa della grandezza delle altre, per decine di ore di gioco in più! Va anche detto che tutti i contenuti aggiuntivi minori di The Witcher 3, invece di essere infilati nel season pass, sono stati dati con il gioco base. In questo modo gli acquirenti hanno potuto godere di un'esperienza completa sin da subito, che volendo hanno potuto davvero ampliare con le due espansioni. Qualcosa di simile è stata fatta da Obsidian Entertainment con Pillars of Eternity. Anche in questo caso il season pass non comprende moltissimi DLC. In realtà è formato soltanto dalle due parti dell'espansione The White March. Ma anche qui il valore aggiunto è evidente per il giocatore, visto che acquistandolo non ci si trova con qualche extra messo lì tanto per allungare il brodo, ma con una nuova campagna da giocare su mappe disegnate per l'occasione. Insomma, i due casi che abbiamo trattato, diversi ma simili, mostrano che è ancora possibile pianificare il rilascio di contenuti post lancio di valore che gratifichino i giocatori, invece di lasciar loro l'amaro in bocca con roba da poco.

Il season pass ideale

Il veloce esame fatto nei paragrafi precedenti dovrebbe avervi già dato l'idea di cosa intendiamo per season pass ideale. Cerchiamo però di schematizzare la nostra visione per renderla più chiara.

Il season pass ideale deve:
- offrire contenuti che amplino il gioco in modo significativo;
- introdurre delle novità di rilievo, anche quando piccole;
- essere appetibile e contemporaneamente facoltativo rispetto al gioco base.

Non deve:
- comprendere decine di microcontenuti completamente inutili;
- essere controproducente per l'esperienza di gioco;
- sembrare formato da contenuti strappati dal gioco base.