I videogiochi sono entrati ormai da tempo a far parte della "famiglia", uscendo dal tunnel del loro status di media solitario per entrare in una nuova generazione social che coinvolge proprio tutti, anche coloro che fino a poco tempo fa era impensabile potessero usarli. E partiamo proprio dalle mura domestiche, pensando al coinvolgimento che i giochi danno insieme ad altre persone, per sondare il terreno su una serie di titoli ideali da fare insieme... ai propri figli! In questo speciale analizziamo quei software in grado di far divertire proprio tutti, ma pensiamo in questo caso ai più piccoli, ovvero quelli che ancora non saprebbero farlo da soli perché non ancora in grado di leggere oppure eseguire tutte le procedure di avvio del disco. Partiamo dal presupposto che, come la maggior parte degli educatori e psicologi consiglia, anche noi non vogliamo incentivare l'uso di questi media sotto i tre anni per svariati motivi, per questo il target che abbiamo in mente è proprio quello appena superiore: dai quattro ai sette anni. Questa è l'età dello sviluppo dell'ego e della personalità, per questo probabilmente sarebbe bene non approfondire giochi "di ruolo" proprio in questo delicato periodo di mutazione del proprio "io", ma dedicarci esclusivamente a quei videogiochi puramente nati per lo svago, i passatempo e le avventure.
Questi sono i nostri consigli per giocare con bambini dai quattro anni in su!
I giochi di movimento
Come accennato in apertura, i bambini sono tremendamente attratti dai giochi prettamente "fisici", dove c'è bisogno di muoversi e sfogare i propri stress quotidiani come ogni altra persona. In questo senso i rilevatori di movimento come Kinect di Xbox One e Xbox 360, il Wiimote di Nintendo e il telecomando Move di PlayStation hanno spalancato un mondo ai piccoli videogiocatori in erba. Andando a ripescare un classico del passato (ma sempre reperibile) consigliamo fortemente Wii Sports e Resort, due titoli da avere assolutamente e provare insieme ai nostri piccoli.
Dopo aver tarato i telecomandi e selezionato i giocatori, non ci sarà nient'altro di difficile da impostare. In questo articolo, infatti, abbiamo escluso tutti quei videogiochi dove il fattore "attesa" risulta frustrante e noioso: molti bambini infatti vogliono cambiare gioco o si stufano presto di dover regolare ogni singolo parametro di gioco prima di divertirsi. Largo quindi a quelli che ci fanno giocare subito e senza tanti patemi d'animo. I due titoli Nintendo hanno proprio questa caratteristica e riescono a "partire" immediatamente lanciandoci nell'azione dopo pochi secondi. Quasi tutti gli sport contenuti in queste due compilation sono competitivi o multiplayer, quindi il livello di sfida tra noi e i nostri figli sarà sempre elevato, salvo ovviamente "barare" per farli vincere ogni tanto, ovviamente. Un altro gioco che piace tanto ai più piccoli è Just Dance in tutte le sue salse, e sempre dello stesso genere segnaliamo tutti i capitoli di Dance Central per Xbox 360 e Xbox One. In questi la calibrazione del Kinect funziona veramente bene e rileva quasi istantaneamente sia il nostro corpo che quello del più piccolo, senza generare errori o malintesi nella rilevazione. Inoltre i bambini si divertono ballando ed emulando le immagini su schermo, a prescindere dal fatto di farlo bene o male, quindi funzionano sempre. Per ultimo, un altro gioco che regala sempre tanti sorrisi è Fruit Ninja, sia in salsa console per Kinect che su dispositivi mobile, cellulari o tablet. Il concetto di "toccare" lo schermo è ormai cosa arcinota a tutti i bambini e i titolo Halfbrick è preciso e puntuale nella rilevazione del tocco o del movimento.
Platform e avventure
Una categoria che riesce ad appassionare tantissimo i più piccoli è quella dei platform a scorrimento. Il gameplay, facilitato dalla mancanza della spazialità tridimensionale, è sicuramente più semplice da apprendere e digerire rispetto ai videogiochi dove bisogna controllare un personaggio con lo stick analogico. Molti bambini sopra i tre anni riescono incredibilmente a gestire con nonchalance comandi abbastanza complessi come ad esempio quelli di Rayman Legends (disponibile praticamente su tutte le piattaforme).
Spiegando brevemente a cosa servono i tasti, e associandoli a colori o forme ben riconoscibili anche da un bambino che non sa leggere, ecco che in pochissimi minuti può capire la connessione tra pulsanti e relativa azione, utilizzando queste conoscenze a proprio favore per andare avanti nel livello. In alcuni punti è necessario prendere il controllo del pad e mostrare "come si fa", ma in molti tratti di ogni livello possono andare tranquillamente avanti autonomamente. Anche quando siamo noi a giocare i bambini adorano questo genere di gioco perché molto simili, a livello visivo, a cartoni animati e grazie alla loro varietà e alla qualità delle animazioni riescono sempre a stupire e strappare una risata. Altro gioco apprezzatissimo dai giocatori in erba è ovviamente Super Mario: consigliamo il capitolo "New" per Nintendo DS piuttosto che quello per Nintendo Wii, estremamente più complesso nei comandi e quindi poco divertente per quella età. Una intera "categoria" di avventure apprezzate dai tre ai sette anni è anche quella dei giochi Lego, disponibili su tutte le piattaforme e con decine di titoli diversi. Il gameplay è abbastanza raffinato ma i controlli, precisi e reattivi, fanno divertire tantissimo perché i bambini riescono a percepire chiaramente il nesso causa/effetto che c'è alla base di ogni buon videogioco: ovvero quel "succede qualcosa" se "premo qualcosa". Questa connessione non è proprio scontata e identica in ogni gioco, e rappresenta probabilmente il succo della secolare diatriba su cosa sia in realtà il cuore della giocabilità di ogni videogioco. I bambini lo hanno sempre saputo, mentre noi discutevamo.
I giochi sportivi e grandi classici
Non sono ancora ben note le ragioni scientifiche riguardo all'incredibile apprezzamento dei più piccoli verso i grandi classici del passato. Possiamo solo provare a ipotizzare che i controlli dell'epoca (e relativi joypad) erano molto più semplici di quelli attuali e che questo potesse in qualche modo facilitare l'esperienza nel controllo dei personaggi su schermo. I bambini adorano giocare e guardarci giocare ai primi Sonic, quelli più belli, sfrecciando con il porcospino blu velocissimi attraverso tubi e giravolte e raccogliendo tutti gli anelli d'oro. Il gioco è relativamente semplice e permissivo, basta infatti recuperare almeno un anello per proseguire senza danni, quindi i più piccoli riescono a fare progressioni impensabili. Un'altra intera categoria da citare è quella degli sportivi.
In multiplayer i maschietti riescono a gestire i controlli abbastanza bene nei titoli di calcio. Sia FIFA che Pro Evolution Soccer infatti hanno passaggi e direzione dei tiri indirizzati dalla CPU, non serve quindi essere precisissimi per divertirsi insieme. C'è poi tutta una serie di giochi di guida che piacciono sia a maschi che femmine. Non parliamo dei classici simulatori "Gran Turismo style", troppo macchinosi ed elaborati per chi non sa ancora leggere e vuole solo correre veloce senza tanti fronzoli. Abbiamo sperimentato con successo tutti i vecchi titoli legati allo storico franchise di Burnout, ad esempio. Le macchine vanno fortissimo senza quasi possibilità di schiantarsi e anzi, a distruggersi sono invece gli altri e tutto il background sul quale corriamo. Giochi come gli ultimi Need for Speed e Dirt, disponibili su tutte le console, sono perfetti per gareggiare con i nostri pargoli: sono permissivi al punto giusto e facili da controllare, in sostanza c'è solo da indirizzare l'analogico e premere forte sul gas per divertirsi. Quello che fa maggiormente felici i bambini, in ogni caso e a prescindere dal gioco, dal gameplay o dalla grafica, è sempre il grado di coinvolgimento che un genitore può dare: parlare molto e spiegare ogni passaggio del gioco fa parte del divertimento stesso dei piccoli gamer che ancora non sono del tutto autonomi. Sicuramente un videogioco sviluppato bene e con un comparto grafico attraente può aiutare ad attirare la loro attenzione, ma senza il nostro intervento non c'è giocabilità che tenga: per i nostri bambini il divertimento principale rimane sempre e comunque l'interazione con noi, prima dello schermo TV.