Super Robot Wars è una di quelle serie videoludiche che porta la mente dei giocatori più attempati a un'epoca ormai quasi del tutto scomparsa. Che sia scomparsa in realtà è una benedizione, perché parliamo di un'epoca nella quale, se non si conosceva il giapponese, ci si perdeva una buona parte di una produzione ludica spesso di livello sopraffino, che interessava maggiormente, ma non solo, i giochi di ruolo; poi, in un trend che in realtà stava già cambiando da diversi anni, è arrivato Final Fantasy VII e le cose non sono più state le stesse. Una vittoria per i giocatori europei e americani, ma non si può nascondere un pizzico di nostalgia quando si pensa al sapore esotico delle foto viste sui giornali, ai tentativi completamente a caso di andare avanti in un JRPG non tradotto recuperato chissà come, alla scelta di vita che qualcuno ha preso, proprio per questo motivo, di studiare la lingua nipponica.
Non è annunciato da noi, ma Super Robot Wars V potrebbe essere un punto di svolta per l'Occidente!
Noi siamo un trio...
Super Robot Wars, dicevamo, ci riporta a quelle epoche semplicemente perché, a parte tre episodi che comunque esulavano leggermente dal canone della saga, e vedremo tra pochissimo il perché, le sue decine e decine di iterazioni non hanno mai abbandonato le sponde patrie, e questo per un motivo che va oltre il genere "di nicchia" e le difficoltà di traduzione, tutti elementi che potevano essere validi qualche anno fa ma che oggi non lo sono affatto a meno che non si consideri la natura del franchise, che non è altro che un enorme crossover in forma di SRPG piuttosto classico tra numerose serie, siano esse di anime, manga, entrambi i formati e anche altri media, a tema mecha, i nostri classici "robottoni", insomma.
Il problema nasce nel momento in cui tutti questi universi hanno differenti proprietari: se in un territorio, parliamo del Giappone, che è il luogo dove questi proprietari hanno tutti la propria sede e dove il fenomeno dei "mecha" è sulla cresta dell'onda perlomeno da mezzo secolo, non è mai stato un grosso problema per Banpresto ottenere tutte le licenze di cui aveva bisogno e allo stesso tempo per i concessori esercitare il controllo dovuto sulle proprie proprietà intellettuali, per mettere piede fuori dal Paese del Sol Levante non solo bisognerebbe convincere tutti gli editori che investire denaro in una localizzazione per territori dove i robot hanno un seguito anche notevole, ma non paragonabile a quello domestico, sia una buona idea, ma anche considerare che ognuna delle serie coinvolte potrebbe avere i relativi licenziatari all'estero, il che moltiplicherebbe gli interlocutori e quindi le teste da mettere d'accordo, nonché i problemi, e pensate solo a quante vicissitudini ha passato Gundam in Italia. In passato Banpresto, riconoscendo il potenziale che la saga ha qui da noi, ha dimostrato di avere tutta la buona volontà localizzando insieme ad Atlus, come dicevamo, tre episodi, i quali però avevano la particolarità di non prevedere robot e personaggi di serie esistenti ma di essere totalmente originali. Sin dal secondo titolo della saga, difatti, il team di sviluppo ha cominciato ad affiancare ai protagonisti di anime e manga le proprie creazioni, che con l'andar del tempo si sono moltiplicate e hanno ottenuto successo indipendentemente tanto da permettere l'apertura di un arco narrativo dedicato, nominato giustamente Original Generation, OG per gli amici; ciò ha evitato tutti i problemi di licenze di cui parlavamo poc'anzi permettendo anche al pubblico occidentale di godere delle tipiche meccaniche della serie. Restava comunque il problema, per i tanti appassionati nostrani, di non poter accedere direttamente a quello che è sempre stato il crossover dei sogni.
Scontri e incontri al vertice
In occasione del venticinquesimo anniversario del primissimo Super Robot Wars, che uscì nel 1991 su Game Boy, Bandai Namco, nel frattempo divenuta proprietaria di Banpresto, se ne è uscita, per venire incontro a tutto il resto della popolazione mondiale, con una soluzione all'apparenza semplice, ma che in verità avrebbe avuto poco senso qualche anno fa quando ancora le console erano caratterizzate dall'avere diverse versioni per i vari mercati incompatibili tra di loro.
I due giochi prodotti in occasione della ricorrenza, vale a dire Super Robot Wars OG: The Moon Dwellers, in uscita proprio tra pochissimi giorni in Giappone, e il Super Robot Wars V oggetto di questa preview usciranno in due edizioni: una per la madrepatria e una per il resto del mercato asiatico, e quest'ultima prevederà sin da subito i sottotitoli in cinese e inglese, permettendo così a tutti quelli tra di noi che non conoscono il giapponese, semplicemente sostenendo una minima spesa in più per l'importazione dall'Asia, di godersi tranquillamente tutta l'esperienza. Esperienza il cui fascino si basa certo sulla natura di crossover definitivo, una sorta di Marvel Vs. DC dei robottoni. Se il primo gioco prevedeva l'incontro di tre universi, quello di Mazinger, di Getter Robot e di Gundam, e se questi tre salvo rare eccezioni hanno sempre fatto parte in un modo o nell'altro di tutti gli episodi non OG, nel corso degli anni non solo questi stessi mech e relative mitologie si sono espresse in tante delle loro versioni a fumetti o a cartoni, per quanto tante altre serie robotiche - e non solo anime/manga, basta pensare a Virtual On - sono entrate a far parte del canone, a volte per un solo episodio, altre volte con maggior successo. Di Super Robot Wars V in effetti al momento sappiamo poco, ma tra questo poco ci sono proprio le serie coinvolte, che sono la bellezza di ventisei. Questo non vuol dire ventisei universi differenti in quanto alcune tra queste serie appartengono allo stesso macrocosmo, ma certo non mancherà una varietà in grado di soddisfare tutti i gusti: oltre alla "trimurti" costituita da Mazinger, Getter Robot e Gundam (quest'ultimo universo in particolare presente con ben dieci serie, di cui tre, Mobile Suit Crossbone Gundam: Skull Heart, Mobile Suit Crossbone Gundam: Steel 7 e Mobile Suit Gundam: Hathaway's Flash, al loro debutto in Super Robot Wars) saranno presenti tra i nomi non nuovi Zambot 3, Daitarn 3, Martian Successor Nadesico, Full Metal Panic! e Neon Genesis Evangelion, mentre per quanto riguarda i debutti assoluti abbiamo The Brave Express Might Gaine, Cross Ange: Rondo of Angel and Dragon e Space Battleship Yamato 2199. La presenza di una simile line-up, così incentrata sulla trimurti originale e in particolar modo su Gundam, ci riporta ad alcune dichiarazioni recenti di Bandai Namco, che dichiarava di voler dare ai fan qualcosa di più vicino alle atmosfere originali dei primissimi episodi su handheld. Ma cosa sappiamo effettivamente del gameplay?
V per Voyage
L'unico trailer finora rilasciato (c'è anche una tonnellata di immagini, ma sono tratte dallo stesso filmato) serve in effetti a presentare gli universi coinvolti, ma proprio l'introduzione di Space Battleship Yamato 2199, la prima space opera a entrare nel canone che non sia appartenente al genere mecha, ci dice una cosa sul gioco, e cioè il ritorno delle enormi navi spaziali corazzate, dotate di devastante potenza di fuoco ma spesso da proteggere a ogni costo pena il game over, e che fungono anche da supporto al resto del team, in grado all'occorrenza di richiamare i mecha e sostituirli con altri.
Per il resto, sul gameplay vero e proprio, non possiamo dire molto basandoci sul materiale a disposizione, ma possiamo fare diverse supposizioni. Super Robot Wars è, come dicevamo, un RPG strategico a turni dall'impostazione piuttosto classica, qualcosa di vicino per molti versi, anche per la sua natura di crossover, è ravvisabile in quel Project X Zone che del resto di Super Robot Wars prevede anche una serie di personaggi, anche se poi quest'ultimo presenta una certa interattività negli scontri che Super Robot Wars non ha; negli anni e in decine di episodi vari elementi si sono aggiunti al concept originale, e alcuni di questi è prevedibile non manchino nel nuovo episodio. Parliamo ad esempio delle diverse caratteristiche dei vari mecha non solo in termini di statistiche, ma anche di una maggiore o minore loro compatibilità ed efficacia con le ambientazioni delle missioni, a terra o nello spazio aperto. Anche la presenza dei vari piloti storici - che spesso nel caso di serie ambientate nello stesso universo possono "scambiarsi" i robot - con le loro caratteristiche influisce sull'equilibrio generale, e a proposito di questi non mancheranno certo gli Spirit Command, o qualcosa di equivalente, sorta di attacchi magici legati alla persona e non alla macchina, così come possiamo aspettarci la possibilità di formare squadre di diversi robot facendoli agire come una sola unità, una serie di attacchi di supporto legati alla distanza tra due o più unità, la divisione dei mecha in super-type, grossi e devastanti ma molto pesanti, e real-type, più deboli e agili. In realtà non sarebbe giusto chiedere a una saga così consolidata in patria e che è ai suoi primi tentativi, sebbene per vie traverse, di farsi apprezzare anche dal pubblico occidentale, di rivoluzionare il proprio impianto, per quanto qualche piccola innovazione sia lecita e, considerati gli episodi precedenti, indubbiamente in dirittura d'arrivo. Un obiettivo che i programmatori si potrebbero dare è sul multiplayer, magari online: non sarebbe la prima volta, ma gli si potrebbe dare maggior spazio alla luce di quanto questo modo di giocare sia importante da noi e, soprattutto, in Cina e in Corea. D'altra parte però Super Robot Wars è sempre stata un'esperienza basata sul single player e sulla trama, che, nonostante le difficoltà di questo genere di operazioni, più volte si è dimostrata di buona qualità in sé, e ovviamente punto principale d'attrazione per gli appassionati, prendendosi anche diverse licenze, a volte sorprendenti, nei confronti delle saghe inserite: non ci dispiacerebbe se cose del genere apparissero anche qui. La lettera V del titolo non è, come si potrebbe pensare, il relativo numero romano, ma sta per la parola "Voyage": questo potrebbe indicare che Super Robot Wars V sia il primo titolo di una nuova continuity tra le tante in cui sono divisi i vari episodi. Un grosso punto interrogativo aleggia infine su tutto il reparto tecnico. Il trailer ci mostra le sequenze cinematiche di diversi attacchi, che sono come da tradizione della serie in un 2D molto spettacolare; è una cosa che ha senso vista la natura del materiale su cui tutto il gioco si basa, ma forse sarebbe ora di dare una marcia in più, magari spingendo sugli elementi tridimensionali che pure non sono mancati nella storia del franchise, alla rappresentazione delle mappe. Però, visto lo sviluppo su PlayStation Vita oltre che su PlayStation 4, e soprattutto l'uscita, primi mesi del 2017, ravvicinata rispetto all'annuncio, non sappiamo quanto puntare su quest'aspetto. Questo è quanto per il momento: torneremo a parlare di Super Robot Wars V senz'altro, vista l'importanza dell'episodio per il pubblico occidentale.
CERTEZZE
- In tanti anni, la struttura di gioco è solidissima sebbene non incredibilmente innovativa
- La solita manna per gli appassionati, finalmente anche quelli nostrani
DUBBI
- Ci sarà qualcosa oltre al single player?
- E passi avanti dal punto di vista tecnico?