Al cinema, il 2016 è l'anno dei Ghostbusters! L'attesissimo sequel/reboot tutto al femminile, in uscita proprio oggi, dopo aver sollevato non poche polemiche sembra proprio avere tutte le carte in regola per soddisfare pienamente fan vecchi e nuovi, e ai nostri cugini di Movieplayer.it è sembrato decisamente buono. Non si può negare, tuttavia, che specie per i nerd un po' più attempati l'originale del 1984 di Ivan Reitman sarà forse per sempre inarrivabile. Vuoi per un cast fantastico, composto da nomi quali Dan Aykroyd e il compianto Harold Ramis (anche sceneggiatori), Bill Murray, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Rick Moranis, molti dei quali già noti nell'ambiente di una certa comicità americana ma che proprio con Ghostbusters hanno avuto la propria consacrazione presso il pubblico mondiale, vuoi per una sceneggiatura che sapeva miscelare perfettamente fantasy e commedia, con qualche dose appena accennata di horror e commedia romantica a rendere il tutto più salato, vuoi per una regia a livelli d'eccezione, per la clamorosa sequenza dell'omino della pubblicità dei Marshmallow e relativi effetti speciali che arricchivano tutto il film, allora all'avanguardia e che anche oggi non sfigurano, per l'indimenticabile tema musicale o magari anche solo perché eravamo tutti più giovani e pronti a farci sorprendere e a sognare, Ghostbusters ha segnato un po' tutti noi. Prova ne sono il sequel, oggettivamente un buon film ma accolto molto più freddamente dai fan, e i problemi che ha avuto il reboot odierno. E prova ne è anche la lunga lista di videogiochi che, in un modo o nell'altro, sono legati al franchise. Tra serie diverse, sequel, conversioni e giochi differenti con lo stesso nome dal 1984 al 2014 ne sono usciti ben 16; purtroppo non tutti sono di qualità eccelsa, come spesso accade coi tie-in, ma non mancano prodotti notevoli per la propria qualità o anche solo per una caratteristica particolare che li fa entrare di diritto nella storia dei videogiochi.
Festeggiamo l'uscita di Ghostbusters parlando dei giochi migliori dedicati agli Acchiappafantasmi!
Ghostbusters (Activision, 1984)
Scritto da David Crane, nome storico dell'industria, in sole sei settimane, il primo gioco sui Ghostbusters è anche, probabilmente, ancora il migliore. Crane era già al lavoro su un titolo originale chiamato Car Wars, per Commodore 64 e Atari 800, quando Activision comprò la licenza del film non ancora uscito, così il nostro si mise ad apportare le dovute modifiche per adattare il suo prodotto alla pellicola.
Ghostbusters è un misto di azione, guida e gestionale, con la trama che riprende fedelmente le vicende del film e che si focalizza, date le origini in Car Wars, sia sull'aspetto "aziendale" del team degli Acchiappafantasmi, sia sulle sezioni di guida: in una New York la cui energia psicocinetica sale inesorabilmente, i nostri eroi devono viaggiare per la città evitando che gli ectoplasmi arrivino al Tempio di Zuul. Durante le sezioni di guida, dall'alto, i fantasmi possono essere acchiappati direttamente dalla Ecto-1 (una licenza rispetto al film, derivante dal prototipo del gioco), mentre una volta arrivati a destinazione parte una sequenza action nella quale bisogna catturare uno Slimer grazie ai flussi protonici (ricordate: mai incrociare i flussi!) e alle trappole. Coi soldi guadagnati catturando ogni creatura si può personalizzare l'automobile, e l'obiettivo è raggiungere i 10.000 dollari quando l'energia psicocinetica raggiunge quota 9999, momento in cui appare l'omino dei Marshmallow e il gioco finisce. Ghostbusters era anche uno dei primissimi titoli ad offrire una sorta di modalità "New Game +", ricominciando il tutto coi soldi guadagnati nella partita precedente e avendo così accesso a equipaggiamenti migliori. Le varie conversioni, specie quelle per console, aggiungevano una serie di caratteristiche non sempre azzeccate, per esempio la versione per SEGA Master System si caratterizzava per una sezione action in più e il tema del film suonato su una chiave sbagliata, mentre quella NES, sviluppata dai giapponesi Bits Laboratory era considerevolmente più difficile nonché piena di errori grammaticali; è il Commodore 64 in questo caso a trionfare, con la migliore edizione, anche tecnicamente con un coraggioso e ben fatto parlato, di un titolo ancora oggi divertente e degno di nota.
The Real Ghostbusters (Data East, 1987)
Nel 1987 Data East rilasciò nelle sale giochi occidentali il giapponese Meikyū Hunter G, rivestito per l'occasione con la licenza del cartone animato dedicato agli Acchiappafantasmi, e con qualche differenza nel gameplay. Per due o tre giocatori a seconda del cabinato, The Real Ghostbusters era uno shoot 'em up nel quale i protagonisti, distinti solo dal colore della tuta, dovevano prima indebolire le creature nemiche con delle speciali armi, per poi catturarli grazie ai flussi protonici, il tutto lungo dieci livelli ricchi di azione e delle usuali caratteristiche dei coin-op, quali power up (memorabile lo Slimer che protegge i personaggi) e boss di fine livello. Caratterizzato da munizioni infinite per le armi ma carica limitata, da recuperare tramite bonus, per gli zaini protonici, The Real Ghostbusters era un arcade divertente, frenetico, e, come si conviene per i giochi da sala, anche parecchio difficile, più tardi convertito anche per gli home computer dell'epoca con discreto successo.
Ghostbusters II (Activision, 1989)
Il tie-in del secondo film dei Ghostbusters ha una storia piuttosto particolare: sono infatti usciti diversi giochi con lo stesso nome, ma da parte di case differenti per differenti piattaforme, e fondamentalmente molto diversi tra loro. Il migliore resta il primo, di Activision per vari home computer: la qualità globale non è all'altezza del primissimo episodio di cinque anni prima, ma lo sforzo impiegato nella produzione è notevole, così come il tentativo di catturare le atmosfere del film. Sostanzialmente si tratta di un action che però presenta tre situazioni di gioco diverse: tra queste, la seconda riprende la memorabile scena della Statua della Libertà che prende vita e avanza costantemente in uno sparatutto a scorrimento orizzontale nel quale si controlla una palla di fuoco che esce dalla fiaccola, sezione rimasta nella memoria di molti giocatori. La versione per NES, per il resto differente, cerca di riprendere questa fase ma con risultati poco soddisfacenti, soprattutto in virtù di una difficoltà incredibilmente elevata.
Ghostbusters: Il Videogioco (Atari, 2009)
Tra diversi tentativi di sfruttare la licenza che però avevano dato risultati al massimo solo decenti (spesso si trattava, specie per console, di giochi giapponesi che coi Ghostbusters non avevano nulla a che fare, riciclati in occidente con una nuova veste grafica), i fan hanno dovuto aspettare vent'anni per mettere le mani su un nuovo, ottimo titolo dedicato ai loro beniamini. Ghostbusters: Il Videogioco ha premesse eccezionali, con la collaborazione di parte del team originale che presta sembianze e voci a una storia la quale, per bocca dello stesso Aykroyd, è il vero terzo episodio della saga. Shoot'em up in terza persona, grazie alla potenza della precedente generazione di console questo titolo riesce a ricreare molto bene quella che dev'essere la sensazione e la difficoltà nel controllare i famigerati flussi protonici, per un gameplay estremamente divertente anche se a volte un po' sbilanciato. Un'ottima veste grafica, battute fulminanti sebbene un po' riciclate, e l'assenza di indicatori a schermo denotano la volontà, realizzata in concreto molto bene, di ricreare su schermo le atmosfere tanto care agli appassionati.