Così come detto qualche giorno fa parlando della versione rimasterizzata di Modern Warfare, l'altro pezzo del pacchetto, quell'Infinite Warfare che tecnicamente dovrebbe esserne l'essenza principale, rischia di diventare il primo caso di titolo venduto grazie alla remastered contenuta nel bundle. Ad una manciata di giorni dall'arrivo sugli scaffali, abbiamo avuto la possibilità di testare il multiplayer della nuova iterazione della serie e, nonostante una serie di problematiche che andremo a snocciolare a breve, il titolo è esattamente quello che tutti gli amanti degli ultimi Call of Duty speravano di ritrovarsi tra le mani, con tutti i pro e i contro che ne conseguono.
Infinity Ward tenta la via del perfezionismo per una formula già rodata: avrà funzionato?
L’infinito ritorno sui propri passi
L'elemento che salta agli occhi appena si entra in una partita di Call of Duty: Infinite Warfare è la totale mancanza di innovazione riguardante elementi come l'interfaccia. Il senso di déjà vu che rimanda a un anno fa e quindi a Black Ops III è impossibile da nascondere e la spinta verso quell'infinito che dà il titolo al gioco e che sembrava dovesse portare la serie a raggiunge letteralmente le stelle, sembra in realtà essere mitigata da alcune scelte piuttosto conservative.
Che questo fosse voluto nei progetti di Activision o che si tratti di una conseguenza della possibile cancellazione di Ghosts 2, come qualcuno aveva rumoreggiato, non lo sappiamo ma resta un dato di fatto che ci troviamo a giocare qualcosa di poi non così dissimile da quanto ci siamo lasciati alle spalle. È però vero che, in fin dei conti, un titolo va giocato con mano e testato fino in fondo per darne realmente un giudizio ed è per questo che partire prevenuti non è mai un bene per chi deve consigliarlo o meno ai propri lettori. Peccato che anche in questo caso il tutto vada a scontrarsi con dei problemi di matchmaking che hanno afflitto l'intero periodo della beta e ci hanno costretti a code lunghissime e disconnessioni improvvise. Consultati altri giocatori, ci è sembrata lampante la diffusione della problematica e questo ha creato non poca sorpresa, dato che il netcode della serie è sempre di altissimo livello. Sviscerati tutti questi piccoli elementi di contorno (ma non troppo) è il caso di entrare nel vivo dell'azione e capire come funziona, pad alla mano, la modalità multigiocatore di questo Infinite Warfare.
Sono un specialista speciale
Appena entrati nel menù relativo al multigiocatore, ciò che ci si trova di fronte è la classica scelta della modalità, lo shop dove è possibile acquistare casse contenenti materiale cosmetico di vario genere, la personalizzazione della propria tag in game e la voce relativa alla creazione della classe. Quest'ultima, indubbiamente la voce più importante dopo quella delle partite vere e proprie, mette sul piatto la scelta tra una serie di specialisti.
Se il primo è chiaramente un soldato adatto al combattimento a tutto campo, il più standard e agevole da maneggiare, sono i successivi quelli che potranno regalare più soddisfazione ai giocatori smaliziati. Dai personaggi più adatti alla difesa, lenti e che imbracciano armi pesanti, si passa a quelli estremamente veloci e dedicati al corpo a corpo. Ce n'è per tutti i gusti, sta ad ognuno di noi capire quale si adatta di più al nostro stile di gioco. Non è possibile entrare nel merito della modifica delle armi, in quanto questa non era possibile durante la beta, ma la struttura dell'equipaggiamento resta sempre la solita. Avrete uno slot per l'arma primaria, uno per quella secondaria e una serie di slot per gli esplosivi. A questi vanno aggiungersi i perk equipaggiabili negli appositi slot e gli accessori per ogni arma. Come è facile capire, sarà impossibile equipaggiare tutto insieme, ogni elemento richiederà un numero di punti equipaggiamento da spendere e raggiunto il limite ci si dovrà adattare alle scelte compiute. Questo favorisce il bilanciamento delle varie classi, ma non si può dare un giudizio definitivo prima di aver testato con mano la bontà di tutto il sistema.
Corsi e ricorsi
È nelle partite vere e proprie che Infinite Warfare mostra il fianco alla sua stessa storia. Fa strano rendersi conto di quanto il gameplay sia allo stesso tempo simile ma profondamente diverso da quello di Black Ops III. Non siamo matti, sappiamo di aver specificato in apertura che i due titoli risultano estremamente vicini. Il fatto è che, nonostante la somiglianza, alcuni elementi testabili nelle poche sezioni di gameplay disponibili nel codice della beta non fanno altro che far pensare che l'asticella sia stata spostata verso il basso, piuttosto che il contrario.
Le mappe risultano ancor più piccole del solito, con una serie di cunicoli che hanno l'unico scopo di creare confusione, più che generare tatticismo nella scelta della posizione e, il cosiddetto "time to kill", il tempo necessario per l'uccisione, risulta ancor meno esteso rispetto al solito, generando così una casualità a volte insostenibile per quanto riguarda lo scontro uno contro uno. In questo senso la mini mappa non aiuta. Simile a quella del titolo precedente e complice una costruzione su più livelli, non si è sempre in grado di comprendere dove è posizionato quell'avversario che ha appena sparato e causato la nostra dipartita. Lungi da noi dare un giudizio definitivo riguardante un titolo testato in beta e che, per sua colpa, ci ha regalato così poche partite, ma è ovvio che non si può restare totalmente soddisfatti di quello che al momento Infinite Warfare mette sul piatto. Con una concorrenza mai così agguerrita come quest'anno e che vede in TitanFall 2 il vero contendente, c'è ormai da attendere molto poco per decretare il vincitore della stagione degli sparatutto annuali. Ce la farà Call of Duty: Infinite Warfare a mantenere lo scettro del gradimento o si dovrà accontentare, si fa per dire, di quello delle vendite? Lo scopriremo a breve...
CERTEZZE
- La formula è quella e se piace, piace
- Resta adatto a tutti quei giocatori in cerca di frenesia
- Il feeling con le armi è sempre notevole
DUBBI
- Il senso di déjà vù è innegabile
- Netcode da rivedere
- Mappe piccole e intricate, non sempre nel modo giusto