Come molti saggi avevano predetto, il lancio di Switch è stato disastroso. La console ha venduto pochissimo a causa della limitatissima line-up iniziale e dell'hardware sottopotenziato. La bellezza di The Legend of Zelda: Breath of the Wild e le funzioni esclusive non sono bastate a salvarla. Nintendo ha sbagliato davvero tutto, sia a livello di progettazione, sia a livello di comunicazione, a partire dalla moscia conferenza di annuncio arrivata troppo tardi relativamente alla data di sbarco nei negozi. Insomma, la partenza è andata davvero male e le prospettive per il futuro non sono affatto rosee. Il ricordo del fallimento di Wii U aleggia ancora nell'aria e quello di Switch a questo punto sembra davvero probabile. È vero che c'è sempre tempo per recuperare, ma un avvio del genere rischia seriamente di compromettere il futuro della console, facendo fuggire le terze parti interessate a pubblicarci sopra. Riusciranno i nuovi titoli prodotti da Nintendo a salvarla? Difficile dirlo, ma vista l'esperienza Wii U, non ci contiamo molto. Che questa volta Nintendo rischi veramente di uscire dal mercato dell'hardware, diventando, come già accaduto a Sega ormai molti anni fa, un publisher puro di titoli multipiattaforma?
Cerchiamo di capire come dovrebbe muoversi Nintendo da ora in avanti per portare Switch al successo
La realtà
Ovviamente il paragrafo qui sopra è solo uno scherzo, ma a quanti sarebbe piaciuto poterlo scrivere?
Sicuramente a tutti quelli che avevano intonato il de profundis per Switch prima ancora che arrivasse nei negozi. Noi vogliamo essere più cauti e, di fronte agli eccellenti risultati del lancio, dimostrati da numeri che sono andati molto oltre le aspettative di Nintendo stessa, abbiamo deciso di porci comunque in modo critico, cercando di interrogarci sulle prossime mosse che il produttore hardware dovrebbe fare per capitalizzare l'andamento positivo della console. Certo, non vogliamo essere nemmeno come quelli che continuano a dire che è troppo presto per parlare di successo di Switch. Ovvio che lo sia, ma immaginate di trovarvi a una maratona: preferireste partire di slancio distanziando subito il gruppo, oppure inciampare sui vostri lacci mal annodati e rialzarvi da ultimi? La gara sul mercato rimane comunque lunga, ma la partenza è fondamentale per dettare il ritmo delle mosse successive e per vedersi aprire possibilità che altrimenti sarebbero state precluse. Detto questo cerchiamo di capire come dovrebbe muoversi Nintendo da qui in avanti per non vanificare l'incredibile lancio di Switch.
Switch deve rimanere una console simpatica
Switch non è una console potente, ma è simpatica. Non è il compagno di giochi serioso che ti promette faville dal punto di vista tecnico, ma è quello che ti tiene compagnia durante la giornata e che puoi portare con te dove vuoi, anche al bagno.
Finora ha pochi giochi eccellenti (The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Mario Kart 8 Deluxe su tutti) e chi non l'ha ancora comprata, ma ne è incuriosito, è in attesa di quelli che usciranno nei prossimi mesi: Splatoon 2, Arms, Xenoblade Chronicles 2 e Super Mario Odyssey su tutti. La tattica dei rilasci cadenzati per non far mancare mai nuovi giochi first party per ora ha funzionato, ma nel caso anche solo uno dei titoli annunciati si rivelasse sotto le aspettative, potrebbe crearsi un buco difficile da colmare. Nintendo non deve sbagliare, e deve ragionare come se non avesse ancora convinto i suoi clienti della bontà di Switch, anche quelli che l'hanno già comprata. Come mai? Per ora è difficile sentire parlar male di Switch, che ha soddisfatto davvero tutti, soprattutto grazie al già citato Zelda. Le persone che stanno lodando la console, facendole una pubblicità indiretta più efficace di quella diretta, devono continuare a farlo anche nei prossimi mesi, garantendogli quella cornice di positività che ha reso scoppiettante il lancio. Per questo Nintendo non deve alienarli in alcun modo e, anzi, deve cercare di dargli più che può in termini qualitativi, arrivando magari a sorprenderli, annunciando ad esempio che il gioco "prestato" con il futuro abbonamento online non scadrà più dopo un mese, ma rimarrà nella libreria del giocatore fino al termine della sottoscrizione. Sembrerà poco, ma contribuirebbe a rendere ancora più inattaccabile la console dal punto di vista mediatico.
Terze parti, dove siete?
Questo è un punto scontato. Anzi, è scontatissimo, ma non per questo meno vitale: Switch deve veder crescere il contributo delle terze parti alla sua softeca. I titoli first party di Nintendo vanno bene, spesso sono il meglio che il mercato abbia da offrire nei relativi generi, ma non bastano.
C'è bisogno di marchi riconoscibili da associare alla macchina, dando ai potenziali acquirenti la visione di una piattaforma su cui potrà giocare a ciò che ama e, soprattutto, a ciò di cui parlano gli amici e non solo a ciò cui è obbligato dalla mancanza di alternative. Ovviamente Nintendo non ha un potere diretto sui port delle terze parti, che dipendono dai relativi publisher, ma in questo momento lo slancio di Switch le permette di tornare alla carica per convincere definitivamente i dubbiosi e tirare dentro chi magari l'aveva snobbata. Ci aspettiamo che molte terze parti annuncino qualcosa per Switch all'E3 2017, magari titoli adatti alla console che non siano necessariamente dei port diretti. In questa fase, comunque, va bene davvero tutto per arricchire la softeca di Switch, che non ci aspettiamo fiorisca entro questo Natale (troppo poco tempo per i progetti più grossi), ma che deve ampliarsi e stabilizzarsi entro la fine del 2018. Insomma, attori di spicco dell'industria videoludica occidentale come Ubisoft, Electronic Arts, Take-Two, Activision e altri devono diventare presenze stabili quando si parla della console, come lo stanno diventando molti publisher giapponesi, che si sono dimostrati invece reattivissimi e non faranno mancare il loro supporto nell'immediato futuro.
Più bundle e servizi, cribbio!
Qui entriamo in un campo minato, nel senso che è chiaro che Nintendo dovrà fare qualcosa relativamente alle offerte di vendita e ai servizi online di Switch, ma non sappiamo quando si muoverà in tal senso. Per ora la console viene venduta senza giochi in bundle e non si capisce come mai quello con Mario Kart 8 Deluxe non sia stato pensato per tutto il mondo, ma sia rimasto un'esclusiva di pochi territori.
È vero che siamo solo agli inizi, ma per ora le offerte latitano e, colorazioni dei Joy-Con a parte, le varianti di Switch sono davvero pochine. Eppure è proprio Nintendo che con le sue console, soprattutto con le portatili, ha reso un fatto culturale i bundle e le personalizzazioni. Chi scrive amerebbe vedere bundle con tutti i titoli maggiori in uscita nei prossimi mesi. Sogniamo troppo? Be', almeno un bundle con Super Mario Odyssey non negatecelo! Detto questo, un altro nodo cruciale da sciogliere è quello dei servizi online. Attualmente il sistema operativo di Switch è, per così dire, essenziale. Tutti ne lodano la funzionalità e la velocità, ma è chiaro che con l'aumento di unità vendute e il lancio dell'abbonamento a pagamento ci dovranno essere più servizi online di cui poter fruire. Qualcuno citerà subito i vari Netflix, YouTube, browser e affini. Non è sbagliato farlo, perché da questo punto di vista Switch andrà messa in paro con la concorrenza, ma ci piacerebbe anche qualcosa di più specifico e originale, magari senza tutti i limiti che di solito Nintendo impone alle sue esperienze online.