Durante l'E3 di giugno Electronic Arts aveva sorpreso una buona fetta della sua community annunciando il nuovo capitolo di Need for Speed con tanto di gameplay e prova diretta. Magari non è così corretto parlare di una "sorpresa" visto che la saga automobilistica è ormai da anni un appuntamento imprescindibile per il publisher americano, però dopo l'ultima manciata di capitoli non proprio riuscitissimi, non erano in molti a scommettere sull'ennesima apparizione del brand in tempi così rapidi. E tra l'altro con un ciclo così breve tra l'annuncio e il suo effettivo arrivo sul mercato. Dopo averlo provato a lungo in occasione della fiera losangelina, alla Gamescom di Colonia siamo tornati nuovamente nell'abitacolo di un paio di supercar, purtroppo per testare qualcosa di già visto ma, se non altro, anche per approfondire meglio alcuni aspetti del gameplay a partire dal feeling di guida e da alcuni elementi di contorno.
Iniziamo subito col dire che la demo giocabile durante lo showcase organizzato da Electronic Arts che anticipa di un giorno l'effettiva apertura della fiera, era praticamente quella dell'E3 con una manciata di piccole eccezioni. La prima parte, quella relativa alla campagna e in particolare alla missione Heist, era proprio la stessa identica, mentre la sezione Race, che in America avevamo potuto soltanto vedere durante l'appuntamento a porte chiuse, era ora liberamente giocabile con una microscopica ma sostanziosa aggiunta. La gara poteva infatti essere disputata guidando la nuovissima BMW M5 2018 annunciata e mostrata ufficialmente proprio durante la conferenza di Electronic Arts e che sarà presente in esclusiva assoluta proprio all'interno di Need for Speed Payback. Si tratta, in concreto, di una competizione con otto vetture che si svolgeva lungo un tratto di strada chiaramente estratto dalla stessa identica area dello spezzone giocabile nella demo della campagna per una lunghezza complessiva di 4 miglia e mezzo. Tutti gli avversari erano controllati dall'intelligenza artificiale e nelle tre partite che abbiamo disputato abbiamo approfondito sia il sistema di guida che la qualità delle routine di gestione degli sfidanti computerizzati.
Partiamo dal feeling di guida che tradisce immediatamente la natura fortemente arcade di questa produzione e soprattutto è molto coerente con il DNA di Need for Speed. La vettura è pesante, estremamente ben ancorata al terreno ma comunque sempre molto reattiva nei rettilinei e nelle curve dolci dove la macchina tende a tornare perfettamente in linea con il senso di marcia non appena si lascia l'analogico dello sterzo. Nel momento in cui però si preme il pulsante del freno a mano, il bolide si stacca letteralmente dal terreno diventando leggerissimo ma sempre molto reattivo consentendoci di esibirci facilmente in incredibile derapate controllate e dalla durata a volte fin troppo esagerata. Non siamo ovviamente ai livelli di un Ridge Racer, ma non ci ricordiamo altri Need for Speed così generosi con questa tecnica.
L'altro elemento degno di nota è la reazione dell'intelligenza artificiale. Mentre nella brevissima demo della campagna sono molto evidenti gli script che regolano le sequenze d'azione e fanno sì che il camion che ci ritroviamo ad inseguire e gli enforcer che dobbiamo abbattere siano sempre a una determinata distanza dalla nostra vettura indipendentemente dalla nostra abilità al volante, nella gara le reazioni sembrano molto meno "guidate". Se da un lato infatti è ben presente una sorta di effetto elastico "positivo" che ci aiuta quando ci ritroviamo costantemente nell'ultima posizione evitando di farci sentire eccessivamente soli e lontani dagli sfidanti, se iniziamo a guidare in modo preciso e pulito piazzandoci rapidamente in testa, potremo tranquillamente vedere i nostri avversari nella minimappa allontanarsi sempre di più dalla nostra coda. Nessun rischio insomma di vederci raggiunti magicamente dalle altre vetture quando magari stiamo sfrecciando al massimo della velocità e con tanto di nitro consumata a ogni occasione. Qualche dubbio ci è rimasto solo in fase di sorpasso quando ci è capitato abbastanza di frequente di aver faticato per portare in coda l'avversario di turno che ci è parso sempre estremamente reattivo e pronto a rispondere a ogni nostra evoluzione con l'adeguata contromossa.
Rimaniamo fortemente convinti infine dell'aspetto tecnico, senza ombra di dubbio l'elemento più interessante di Payback. La demo girava su un PC di tutto rispetto potenziato da un Intel Core i7 7700K, una NVIDIA GeForce GTX 1080 e 32 GB di RAM, a una risoluzione 4k e il risultato era assolutamente eccelso. Da un punto di vista del frame rate ci è apparso tutto adeguatamente stabile, per quanto lontano dai 60 FPS e gli unici due elementi che ci hanno fatto storcere il naso sono stati un pop-up molto vistoso delle vetture a una distanza decisamente troppo ridotta dalla nostra vettura e un crollo abbastanza sensibile del frame rate quando entravano in gioco moltissime fonti di luce, come ad esempio nel piccolo tratto di galleria attraversato nella demo della campagna.
Rimaniamo estremamente curiosi di provare una versione più avanzata e completa di questo Need for Speed Payback visto che ormai i mesi che ci separano dalla sua uscita sono pochi e soprattutto sentiamo la necessità di scrollarci di dosso qualche dubbio sulla tenuta del gameplay, sulla sua varietà e soprattutto sulla longevità che un titolo di questo tipo può garantire. Nulla da dire invece sul fronte tecnico e soprattutto su un feeling di guida che, per quanto lontanissimo da qualsiasi velleità simulativa e completamente ancorato al massimo della reattività arcade, appare in linea con la tradizione della serie e soprattutto immediato e soddisfacente.
CERTEZZE
- La vettura ha il classico feeling di guida estremamente arcade tipico della serie
- Bellissimo da vedere...
DUBBI
- ...anche se permane qualche incertezza nel frame rate e il pop-up delle vetture è spesso eccessivo
- Rimangono da verificare tantissimi elementi di gameplay e soprattutto la varietà della campagna