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Il durissimo scontro di Marvel Vs. Capcom: Infinite

Reduce da dimostrazioni che hanno convinto poco sia i fan che la critica, il nuovo picchiaduro deve dimostrare di essere un gioco valido: ci ha provato a Colonia

PROVATO di Aligi Comandini   —   25/08/2017
Marvel Vs. Capcom: Infinite
Marvel Vs. Capcom: Infinite
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Il primo impatto con Marvel Vs. Capcom Infinite non è certo stato dei migliori. Pochissimi i giudizi positivi dopo le prove della build portata all'E3, e ancor meno ottimista la reazione della fanbase, che ha dato il gioco per spacciato prima ancora del lancio sottolineando nei forum e su Youtube le sue mancanze tecniche (legate principalmente a una modellazione dei personaggi non proprio eccellente). Persino noi ci siamo fatti prendere dalla negatività dopo aver potuto provare superficialmente il picchiaduro a Los Angeles: ci è sembrato un passo indietro rispetto ai predecessori, più lento e semplificato del previsto. Difficile però convincersi del tutto della scarsità del progetto, dopotutto il nostro test era stato troppo breve e superficiale per valutare a dovere le meccaniche, e più di un esperto affermava che il gioco nascondesse numerose sorprese sotto al suo grezzo aspetto esteriore. Fortunatamente a Colonia abbiamo avuto modo di chiacchierare per qualche minuto con Peter Rosas (alias Combofiend, ex giocatore professionista e attuale producer del titolo) che oltre a chiarire molti dei nostri dubbi sul sistema di combattimento, ci ha finalmente permesso di affrontare una battaglia con un giocatore di alto livello. Siamo chiaramente usciti sconfitti dalla sfida, ma ci è servita per comprendere buona parte del potenziale nascosto del gioco.

Rallentato? Solo un'impressione

Come già detto in passato, di primo acchito il nuovo Marvel non sorprende nemmeno lontanamente quanto erano in grado di fare i suoi predecessori. Parliamo pur sempre di giochi esagerati, ricchissimi, con sbilanciamenti evidenti ma al contempo in grado di offrire tantissimo divertimento, e proprio a causa di questa peculiare natura sono ancora oggi osannati all'interno del genere nonostante i difetti. Infinite non è così: è un gioco più contenuto, meno adrenalinico e più calcolato; un gioco dove molta della follia originale è stata sostituita da meccaniche più "matematiche" e da combinazioni più limitate. Ora, alla base il titolo è ancora molto vicino ai Marvel precedenti: il sistema di combo è veloce e non richiede un tempismo mostruoso per venir padroneggiato, i personaggi sono estremamente diversificati e curati (Dante, ad esempio, ha ancora un numero a dir poco smodato di mosse, ma in generale la lista per ogni scelta è notevole) e la meccanica tag risulta ancora centrale per dominare... peccato che qualcosa ancora manchi.

Il durissimo scontro di Marvel Vs. Capcom: Infinite

Rosas, interrogato sulla cosa, ci ha spiegato che si tratta di un sacrificio necessario per rendere il titolo meno incasinato, mantenendone l'anima originale. Privato di uno schermo coperto da assist e mosse speciali di continuo, Marvel Vs. Capcom: Infinite è più indicato per gli eSport, più intuitivo per i neofiti, e più apprezzabile anche per gli esperti; dopotutto si concentra su un numero di fattori simile a quelli del diretto predecessore senza però sforare completamente. La dimostrazione di ciò Combofiend ce l'ha data durante il match, dove selezionando Dante ha dimostrato di poter portare la velocità delle battaglie a un livello vicinissimo a quello di Ultimate Marvel Vs. Capcom 3. In pratica siamo di fronte a un sistema che si velocizza in modo direttamente proporzionale alle capacità del giocatore: offre i mezzi per portare gli scontri al limite, ma questi vanno padroneggiati con calma e costanza, mentre prima si partiva subito in quarta pur senza avere il volante per sterzare.

Il fulcro della velocizzazione risiede nella meccanica tag, utilizzabile in qualunque momento durante una combo stavolta. Vero quindi che i team ora sono composti solo da due personaggi, ma la possibilità di dare il cambio al partner a piacere crea delle situazioni imprevedibili durante certe serie di colpi, e permette a un giocatore abile di mettere una pressione spaventosa all'avversario. Altro elemento adeguato e migliorato rispetto al passato? La cosiddetta "comeback mechanic" (una meccanica normalmente attivabile in una situazione critica, pensata per poter ribaltare il match): laddove l'X-Factor di Ultimate Marvel Vs. Capcom 3 risultava alle volte a dir poco ingestibile (Dark Phoenix ce la ricordiamo tutti), qui si ha a che fare con le Gemme dell'Infinito, che attivano effetti non eccessivi e offrono mosse extra non particolarmente sbilanciate. Per la cronaca, il nostro non è stato un completo dietrofront rispetto alle impressioni iniziali: Infinite ci diverte meno rispetto ai suoi predecessori; eppure è innegabile che le modifiche siano state congegnate con criterio, e che alla base di tutto ci sia comunque un sistema di combattimento solido e competente.

Il durissimo scontro di Marvel Vs. Capcom: Infinite

Gli altri problemi? L'aspetto tecnico e il roster. Il primo è sotto gli occhi di tutti: il gioco non è particolarmente bello, e i modelli tridimensionali sono stati oggetto di scherno a lungo dopo il reveal. Fortunatamente però a Capcom sono corsi ai ripari, e le facce di buona parte del cast sono state rimodellate a dovere. Niente più Chun Li uscite da un frontale con un Tir, insomma. Per quanto riguarda il roster, invece, non ci siamo al 100%. Gli X-Men sono spariti completamente, come si vociferava da tempo, e se da una parte alcune scelte ci piacciono moltissimo, altre non ci sembrano particolarmente sensate, seppur pensate per cavalcare l'onda dei cinecomic. Si poteva fare sicuramente di più, specie in una serie che da sempre vanta masse di combattenti tra cui scegliere a dir poco spettacolari.

Dopo aver provato in modo più approfondito Marvel Vs. Capcom: Infinite, ci siamo in larga parte ricreduti sulla sua qualità, nonostante permangano alcuni dubbi sul rallentamento del sistema, sul comparto tecnico, e sul roster (risicato per un gioco della serie). Alla base però è innegabile che questo sia un picchiaduro competente, in grado di divertire molto, e capace di offrire un altro livello di tecnicismi. Non resta che aspettare, e vedere se la versione completa del gioco saprà farci ricredere completamente.

CERTEZZE

  • Combat system più complesso di come appare, e ricco di potenziale
  • Una volta padroneggiato il sistema, velocità e spettacolarità sono vicine a quelle dei predecessori
  • Modelli dei personaggi ritoccati per risultare meno grezzi

DUBBI

  • Tecnicamente resta scarsino
  • I vecchi Marvel erano comunque più rapidi e divertenti da subito, nonostante i difetti