I sentimenti dei fan per le nuove puntate di Dragon Ball Super sono contrastanti, ma è innegabile che il suo ritorno abbia riportato l'attenzione verso la saga di Toriyama ai massimi livelli, e che persino tra i detrattori più irritabili permanga un minimo di curiosità nei confronti degli sviluppi futuri delle vicende. Noi abbiamo tenuto una posizione "diplomatica" per quanto riguarda la serie: da una parte siamo consapevoli dei suoi limiti e difetti, ma dall'altra siamo riusciti ad apprezzarne il guizzo in molti momenti, e specialmente durante la saga attualmente in programmazione su Italia 1, ovvero quella di Goku Black e Future Trunks. Per quanto il bimbo dentro di noi possa esser però felice per il fatto che ci sia un nuovo anime dedicato al marchio in circolazione, il motivo per cui riteniamo che questo gennaio meriti più che mai di esser chiamato "mese di Dragon Ball" è un altro: un videogame chiamato Dragon Ball FighterZ, di cui abbiamo già ampiamente parlato su queste pagine. Oggi non vogliamo ancora una volta ripetervi le qualità di quel picchiaduro, ma solo chiarire una volta per tutta cosa dovete aspettarvi da lui, e come si ricollega alla nuova serie animata (specialmente ora che sta arrivando al culmine anche dalle nostre parti). Cominciamo.
Super Saiyan... Rosé?
Facciamo un piccolo passo indietro innanzitutto, tornando agli episodi attuali di Super: in questo preciso istante anche in Italia gli spettatori si trovano nel bel mezzo dello scontro con Goku Black, hanno già conosciuto il malvagio Zamasu, e constatato con una certa tristezza come la qualità di disegni e animazioni non sia migliorata sostanzialmente rispetto alle prime serie. Ecco, noi siamo qui per dirvi che le cose cambieranno nelle puntate future: la serie va praticamente incontro a una sorta di "reset della produzione" dopo queste vicende, che ha portato al sostanziale miglioramento sia dei disegni sia dei combattimenti episodio dopo episodio. Il meglio prevedibilmente lo si vede nel torneo tra universi, ovvero la saga attualmente visibile in Giappone, ma fino a quel momento bisogna accontentarsi di una manciata di puntate più curate delle altre.
Nel complesso però lo ripetiamo: la Goku Black Saga funziona, e riesce non solo a ridare a Dragon Ball un cattivo davvero minaccioso, ma anche a delineare un po' meglio il suo universo (che, come abbiamo già spiegato nel precedente articolo, è un po' la missione generale di tutta la serie Super nonostante le incongruenze). In parole povere, fa il suo sporco lavoro meglio delle saghe precedenti di Super, andando a cadere veramente di faccia solo nella manciata di episodi dopo il "climax": davvero dimenticabili e malauguratamente pensati per precedere la prossima pausa televisiva. Ora... potreste pensare che, visto il successo di pubblico della serie, vi siano forti collegamenti tra Super e Dragon Ball FighterZ o addirittura una modalità storia derivante proprio dagli ultimi sviluppi. Gli Arc System hanno però deciso di percorrere una strada diversa e più coraggiosa.
Z, not Super
FighterZ è infatti un titolo legato a Super solo per la presenza nel suo roster (di 24 combattenti confermati, con un possibile venticinquesimo lottatore sbloccabile e 8 guerrieri DLC previsti per il primo anno) di Hit, Goku Black, Beerus e delle versioni Super Saiyan Blue di Goku e Vegeta; al di fuori di ciò non sembrano esservi altri legami, tanto che la modalità storia del titolo è completamente scollegata dall'anime e dal manga, e pare invece volersi concentrare sulle figure degli androidi (per ovvie ragioni molto più legate a Dragon Ball Z che all'ultima serie). Da quel che abbiamo visto lo story mode sarà peraltro molto curato, con tanto di ramificazioni multiple e crescita dei propri personaggi simile a quella vista nel M.O.M. Mode di Guilty Gear; tuttavia non aspettatevi di rivivere nel dettaglio scene viste e straviste in televisione come in altri giochi dedicati al lavoro di Toriyama, poiché qui potrete riguardare solo i momenti più iconici durante certi match.
Per carità, la trasposizione di tali scene è impeccabile: fan service fatto alla perfezione, che supera persino la spettacolarità dei momenti originari; l'unica cosa che vi chiediamo è di non approcciarvi al gioco pensando di aver di fronte un lungo compendio di tutto ciò che Dragon Ball è ed è stato in passato, poiché gli Arc System non hanno puntato a questo obiettivo. E già che siamo sull'argomento, la mira della software house era come al solito la creazione di un picchiaduro "tecnico", lontanissimo da alcuni dei prodotti che i più nostalgici ricordano con orgoglio. Non finiremo mai di spiegarlo: Dragon Ball FighterZ non è Budokai, non vuole esserlo e non "deve" esserlo: Budokai Tenkaichi 3 fu ai tempi una perfetta operazione di fan service, un titolo con un roster sconfinato in grado di mettere in campo qualunque combattente apparso nella serie, grazie a un combat system molto intuitivo ma semplicistico, arricchito solo dalle mosse iconiche dei vari personaggi.
Budokai sta da un'altra parte
Qui - anche se le meccaniche sono state semplificate parecchio rispetto ai picchiaduro a cui gli Arc ci hanno abituato negli anni - ogni guerriero ha una serie di mosse speciali di utilità variabile, meccaniche uniche che offrono vantaggi in certe situazioni, caratteristiche specifiche se utilizzato come assist e una lunga serie di combo complesse che richiedono tempismo perfetto e un discreto studio del team utilizzato per essere portate a termine a dovere. Non approcciatelo pensando di poter andare online e vincere sbattendo la faccia sul pad o ripetendo all'infinito una Kamehameha: i giocatori esperti pasteggeranno col vostro cadavere in meno di una settimana se sottovalutate la complessità del sistema. E sia chiaro che non vogliamo spaventarvi, solo avvertirvi, perché i titoli Arc System vantano sempre tutorial completi e anche in FighterZ potrete tranquillamente diventare molto abili con un po' di dedizione. Chiediamo solo di smettere di fare paragoni che non stanno né in cielo né in terra: Budokai Tenkaichi è proprio un'altra cosa, un'operazione a cui ad oggi sono paradossalmente molto più vicini i due Xenoverse che questo gioco, e alla cui filosofia Fighterz non ha bisogno di avvicinarsi.
A volerla mettere in termini più chiari, è più facile paragonare questo gioco ai Marvel vs Capcom (in particolare al 3), nonostante ci siano svariate differenze sostanziali che rendono l'opera di Arc System più rifinita e ricca di potenziale di quella comunque ottima serie di picchiaduro. La più lampante dimostrazione sta anche nei DLC previsti: tutti concentrati sul roster, e chiaramente pensati per portare avanti il competitivo con combattenti freschi, e probabilmente altri personaggi provenienti dalle serie principali, da Super e dai film. Insomma, il nostro consiglio è di approcciare sì questo gioco con gioia se si ama la serie, ma anche con la consapevolezza che l'esperienza potrebbe essere traumatica online per i neofiti, e che si tratta di un gioco pensato per durare anni concentrandosi sulle battaglie online, nonostante i contenuti single player siano quantomai massicci. Vi abbiamo avvertito.