Sea of Thieves è probabilmente il progetto più ambizioso e per certi versi rischioso al quale Rare abbia mai lavorato. Il titolo, che segna il ritorno del team allo sviluppo di un prodotto indirizzato a un pubblico "core" dopo alcuni anni trascorsi a lavorare su giochi per Kinect o su taluni aspetti dell'infrastruttura di sistema e online di Xbox, è infatti una produzione particolare, un massive multiplayer online che punta su una innovativa struttura aperta e su una giocabilità a suo modo originale, dove l'esperienza sarà incentrata fortemente sull'esplorazione e sulla collaborazione tra utenti. Approfittando della closed Beta disponibile in questi giorni, abbiamo provato questa nuova proprietà intellettuale di Microsoft in cui i giocatori vestiranno i panni di un pirata, e come membri di una ciurma di pirati ci siamo imbarcati anche noi alla ricerca di tesori e avventure.
L’isola dei pirati
Sulla nostra imbarcazione eravamo in compagnia di una manciata di altri utenti: all'inizio della prova era infatti possibile scegliere su quale tipo di nave imbarcarsi e quindi se giocare da soli, in due o in quattro (come abbiamo fatto noi). Con Pierpaolo impegnato a ubriacarsi in qualche malfamata taverna e dunque non arruolabile al nostro fianco, per il resto dell'equipaggio abbiamo dovuto affidarci ad estranei e all'assegnazione tramite il matchmaking. Come scritto prima, Sea of Thieves punta molto sulla cooperazione, non solo perché l'esplorazione dei mari, magari con degli amici collegati, può assumere l'aspetto di un "vero" viaggio, ma anche perché sul veliero (e non solo lì) ci sono tante cose da fare, e ciascun giocatore viene chiamato a svolgere "fisicamente" una serie di compiti ben precisi. Da quanto visto fino a ora, il gioco non sembra facile da svolgere in solitaria proprio per tutte le azioni che "manualmente" è necessario compiere, spesso in contemporanea, per progredire.
Così a bordo c'è chi deve controllare il timone, chi indirizzare il timoniere, chi occuparsi delle vele, chi badare ai cannoni e così via, come in un meccanismo dove ogni componente è importante per non farlo inceppare. Certo, se non c'è affiatamento e non si conoscono bene i propri compagni c'è il rischio che non tutto fili liscio. Noi, per esempio, nel nostro primo giorno di prova, tra una rissa scoppiata non sappiamo per quale motivo tra due membri del nostro equipaggio - conclusasi poi con un bel tuffo involontario in mare di entrambi - e un assalto subìto al ritorno da una missione da parte di un altro vascello che voleva affondarci (e rubarci il carico), al quale siamo riusciti a sfuggire grazie a una serie di eventi fortunati, ne abbiamo vissute di stranezze. Mentre molto meglio è andata il secondo giorno, nonostante qualche difficoltà linguistica e un paio di intoppi incontrati stavolta sulla terraferma per via di qualche scheletro troppo aggressivo.
Onda, su onda
In un contesto così "realistico", nonostante lo stile visivo cartoonesco, anche dirigersi verso qualche obiettivo non è semplice: non ci sono viaggi rapidi o predefiniti, né indicatori sullo schermo che suggeriscano una rotta da seguire per condurre i videogiocatori dritti alla meta. Come dal vero, la ciurma deve navigare a vista e coordinarsi a voce tramite la chat vocale (o testuale): in caso di qualche incarico, è necessario fare affidamento sulle indicazioni ricevute dalla fazione interessata, sulla risoluzione di qualche indovinello e su quelle fornite dai carteggi a disposizione. Ma anche sulla propria capacità di leggere le mappe e la bussola, di spiegarle agli altri, e su quella di ricordare e riconoscere elementi naturali o architettonici particolari che segnalino la giustezza della direzione intrapresa.
Il mondo di Sea of Thieves è ampio e abbastanza variegato, così che perdersi con una certa frequenza è una possibilità più che concreta se non si presta attenzione ad alcuni particolari. Imparare a districarsi tra le onde e le tantissime isole che popolano il mare, nonché capire dove puntare per trovare il tesoro sulla terraferma diventano dunque elementi fondamentali del gameplay. Perfino sbarcati su un'isola, magari in cerca del punto naturale al quale corrisponde la famosa "X" della mappa dove iniziare a scavare per trovare un tesoro, occorre orientarsi tirando fuori fisicamente la bussola dalla tasca per guardarla, e facendo ricorso alle proprie capacità mnemoniche e deduttive per riconoscere un albero o una conformità di roccia sotto al quale potrebbe essere sepolto il forziere. E poi iniziare materialmente a scavare, col rischio di aver sbagliato punto e di dover ricominciare in un'altra parte dell'isola, e la minaccia di vedersi arrivare contro degli scheletri armati fino ai denti pronti a creare problemi alla ciurma.
Vamos a la playa!
Altri grattacapi possono arrivare dalle navi nemiche, comprese quelle di altri giocatori desiderosi di arraffare un facile bottino. Anche in questi casi diventa fondamentale riuscire a coordinarsi coi compagni di avventura: per esempio con i cannoni di babordo e tribordo non basta soltanto mirare correttamente, ma bisogna prima caricarli con le palle di cannone, poi inserire lo stoppino, e infine dare fuoco per sparare. Allo stesso modo se la propria nave viene colpita e subisce danni imbarcando acqua, occorre che qualcuno si adoperi per gettarla fuori a secchiate, un altro per tappare le falle sullo scafo con delle assi di legno da fissare materialmente alle pareti, e così via. Il tutto con quel senso di fisicità, lo ribadiamo, che obbliga gli utenti a cambiare continuamente l'oggetto imbracciato (tramite un menu radiale). Durante i nostri test, come scritto qualche riga sopra, visto l'andazzo negativo ai primi colpi abbiamo optato, con successo, per la fuga.
Ma dobbiamo anche ammettere che in quei brevi ma concitati momenti dove bisognava muoversi come una squadra, è stato davvero divertente e adrenalinico, visto che nonostante qualche incomprensione coi compagni comunque tutti cercavano di darsi da fare, e sembrava davvero di stare su un vascello sotto attacco. Alla fine l'obiettivo era recuperare e restituire uno scrigno alla fazione che ce l'aveva proposto, e ce l'avevamo fatta. Nella beta ce n'era solo una che chiedeva di recuperare dei tesori, ma nel gioco finale dovrebbero essercene tre e offrire altri tipi di incarichi. In tal senso si parla di animali da catturare, navi da scortare o assaltare, taglie da riscuotere, e così via. Tra l'altro ogni membro dell'equipaggio può prendere in carico una missione o recuperare una mappa e proporla: se si gioca più persone insieme, sarà il gruppo a votare quale svolgere per prima. Ad ogni modo, quando se ne completa una, si possono ricevere compensi in danaro da usare per comprarne altre, spesso più complesse e dislocate in luoghi lontani, che si sbloccano anche man mano che si completano i vari incarichi e cresce la reputazione del giocatore con la fazione che ha commissionato il lavoro, oppure per acquistare abiti e accessori per se stessi, materiale utile per la nave, e così via. Insomma, in prospettiva si presume che Sea of Thieves possa offrire agli utenti un buon numero di contenuti tale da rendere più varia e speriamo coesa l'avventura.
Questa versione beta del gioco è arrivata accompagnata da un discreto incremento della quantità e varietà delle ambientazioni, con tante isole ben caratterizzate e un mare decisamente credibile nel suo moto e nel suo aspetto. In tal senso la grafica del gioco già adesso ci è sembrata convincente in molti aspetti nel suo stile cartoonesco, con un'ottima pulizia, un buon sistema di illuminazione e delle condizioni climatiche variabili belle a vedersi ma anche funzionali al gioco, visto che influiscono sulla stabilità delle navi e ovviamente sui movimenti delle onde. Il mondo di gioco è ancora abbastanza vuoto in alcuni aspetti, ma parliamo pur sempre di una versione beta. Tuttavia abbiamo una certa coerenza nella visione d'insieme, grazie a una interpretazione particolare dell'ambientazione marinara e a un carattere ben definito, a cui contribuiscono suoni, musiche e altri elementi sonori assolutamente in linea con il tipo di scenario.
Sea of Thieves ci ha confermato le stesse sensazioni di precedenti incontri: ha grandi potenzialità, un preciso carattere e delle idee molto interessanti, soprattutto a livello di meccaniche, con in più un grado si sfida e di progressione meno semplicistico di quanto possa sembrare di primo acchito. Il gioco di Rare non manca poi mai di sottolineare che senza una adeguata collaborazione con altri utenti è praticamente impossibile, o perlomeno molto difficile, svolgere qualsiasi attività. Al contempo, però, ci ha lasciato ancora qualche dubbio lo schema "prendi la mappa-trova il tesoro-consegnalo", che senza adeguate varianti potrebbe alla lunga stancare i giocatori. Da questo punto di vista siamo però fiduciosi, visto che in questa beta mancavano parecchi elementi già annunciati che sulla carta potrebbero offrire in futuro un numero corposo di contenuti tale da poter consentire all'utenza di non annoiarsi mai.
CERTEZZE
- Il realismo di alcune sue meccaniche lo rendono difficile ma anche stimolante
- Divertente da giocare, soprattutto in compagnia
- Lo stile grafico e il mondo di gioco si arricchiscono a ogni incontro
DUBBI
- Manca un tutorial che aiuti a calarsi nel mondo del gioco
- Permane ancora qualche dubbio sulla varietà dei contenuti