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Yakuza 6 è il Giappone, e il Giappone è bellissimo

L'ultimo capitolo della serie di SEGA sta per arrivare anche dalle nostre parti: lo abbiamo provato e promette grandi cose

PROVATO di Aligi Comandini   —   05/02/2018
Yakuza 6: The Song of Life
Yakuza 6: The Song of Life
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Ormai ci siamo abituati: se si parla della serie Yakuza, dalle nostre parti bisogna aspettare. A causa dell'estrema "giapponesità" di questi titoli (è pur sempre un marchio fortemente radicato nella società e nelle usanze nipponiche), SEGA ha sempre deciso di dare la priorità alla sua terra d'origine, arrivando sui lidi europei e americani con grande calma e aspettative tendenzialmente basse. In parte lo comprendiamo, poiché siamo pur sempre arrivati al sesto capitolo principale (senza contare i vari spin off e remake) delle avventure di Kiryu e compagnia, e se per il pubblico pagante risulta già difficile approcciarsi ai seguiti normali, deve essere quasi impossibile tuffarsi di testa in una narrativa ormai piena zeppa di eventi e personaggi che viene portata avanti da Nagoshi come una sorta di telenovela. Ci piange però comunque il cuore a dover attendere ancora una volta un gioco di qualità così alta, unico come i suoi predecessori, ma in questo caso dotato anche di ambizioni mai viste precedentemente nella serie, per via dell'uso di un nuovo motore grafico. Siamo quindi andati a consolarci direttamente negli uffici milanesi di Kochmedia, dove abbiamo potuto testare per qualche ora la build definitiva di Yakuza 6, e farci un'idea precisa di cosa ci aspetta ad aprile. Spoiler: sono cose belle.

Una spassosa tragedia

Partiamo dalla trama, perché quando si guardano video legati agli Yakuza sembra sempre si tratti di giochi tra il folle e il demenziale, eppure in realtà stiamo parlando di una saga che fa dell'elemento tragico la sua colonna portante. Yakuza 6, per l'esattezza, si svolge subito dopo la conclusione del quinto capitolo, in cui la giovane Haruka ha svelato al mondo di esser stata cresciuta da Kazuma Kiryu in occasione del suo concerto d'addio, e il drago di Kamurocho si ritrova come al solito in un letto di ospedale, in procinto di essere arrestato. Ora, si parla ovviamente di eventi che richiedono un contesto, e questo viene offerto dal gioco sotto forma di una lunghissima sequenza introduttiva (dura quasi un'ora) che cerca a grandi linee di spiegare chi sono i vari personaggi, come sono arrivati a quel punto, e da quali fatti partono tutte le nuove vicende.

Yakuza 6 è il Giappone, e il Giappone è bellissimo

Quello che da blasfemi dovete sapere è semplicemente questo: il protagonista è un leggendario yakuza considerato pressoché imbattibile in combattimento, il cui unico desiderio è riunirsi alla sua "figlioccia adottiva" Haruka alla guida di un orfanotrofio, ma è talmente sfortunato da fallire sempre miseramente a un passo dal successo. In Yakuza 6, la telenovela fa un mezzo "balzo dello squalo", e dopo qualche anno passato in galera dal protagonista (stavolta per sua scelta!) ci ritroviamo con un Kiryu catapultato nuovamente nei conflitti tra criminali del quartiere di Kamurocho, e una Haruka neomamma e in coma in ospedale. In parole povere, l'unica cosa più roboante dei combattimenti nella serie è la narrativa, e ancora una volta siamo sicuri che sarà ricca di colpi di scena, momenti di tamarria senza pari, e drammi da lacrima facile. E per la cronaca: non preoccupatevi eccessivamente per la prima, lentissima ora; una volta superata le cose si fanno rapidamente spettacolari, e il protagonista rientra nel solito turbinio di botte da orbi e personaggi memorabili che tanto ci ha fatto apprezzare i precedenti capitoli. Nagoshi non ha perso il tocco.

Yakuza 6 è il Giappone, e il Giappone è bellissimo

Pugni e cabinati

Parlando di tocchi e botte da orbi: il combattimento in Yakuza è cambiato, assorbendo tutto il meglio degli ultimi due capitoli usciti. Laddove Kiwami e Zero usavano vari stili di combattimento, Yakuza 6 si concentra su una nuova versione del cosiddetto "Dragon Style", concentrando tutte le caratteristiche dei vecchi stili in un sistema solo. Kiryu può infatti acquisire la solita lunga serie di mosse, manovre e combo terrificanti, ma mentre combatte può anche schivare a gran velocità, e utilizzare senza problemi oggetti di dimensioni enormi come arma per colpi ad area, senza dover sacrificare alcuna abilità di base. Nel complesso funziona, rendendo tutto più vario, e condendolo con alcuni colpi di grazia di una spettacolarità inarrivabile (addirittura coreografati in certe battaglie "di gruppo" in compagnia di alcuni personaggi storici della serie). Quello che però non offre il combattimento, in Yakuza, lo offrono i minigiochi, e qui forse abbiamo l'episodio più curato in assoluto nell'intera saga da questo punto di vista, se non addirittura l'open world con i migliori minigame della storia.

Yakuza 6 è il Giappone, e il Giappone è bellissimo

Vi sembra un'affermazione eccessiva? Ok, allora sappiate che nelle tre ore di prova abbiamo potuto affrontare l'intero arcade mode di Virtua Fighter 5 Final Showdown, fatto una partita ad Hang-On (c'è anche Outrun, per dire), passato qualche minuto su Puyo Puyo, sfidato una abile tiratrice a freccette e affrontato il solito, immancabile karaoke. Il livello di cura di queste attività secondarie è incredibile, ed è veramente possibile perdere ore tra una quest e l'altra senza nemmeno accorgersene, considerando quanto riescono a divertire. Un po' meno riuscita l'introduzione di video chat erotiche con modelle giapponesi in alcuni netcafé di Kamurocho, gestita a mò di rhytm game: vedere le reazioni di Kiryu alle ragazze durante gli spogliarelli (che comunque restano sempre molto "soft", non fatevi strane idee) è esilarante, ma la noia sopraggiunge dopo poco. Nulla da criticare infine sul versante grafico, dove il nuovo motore fa il suo lavoro più che degnamente, offrendo modelli nettamente più curati dei personaggi, animazioni più fluide e realistiche e un livello di dettaglio sensibilmente aumentato per l'intera Kamurocho - che peraltro non dovrebbe essere l'unica location esplorabile di Yakuza 6. Qualche dubbio ad ogni modo lo abbiamo: la nostra prova si è svolta su PlayStation 4 Pro, e alla Gamescom avevamo avuto un'esperienza abbastanza traumatica con il frame rate del titolo su PlayStation 4 normale in certe (comunque rare) situazioni. Difficile dire se la cosa si sia risolta o meno, ma sarebbe un peccato se il balzo in avanti nel comparto tecnico si traducesse in una peggior ottimizzazione per le console base.

Yakuza 6 mantiene chiaramente tutte le caratteristiche che hanno reso la serie un cult tra una certa nicchia di giocatori, ma sembra volerle portare tutte al limite, anche grazie al passo avanti fatto dal punto di vista tecnico. Vero, entrare nella serie adesso non è facile, ma anche senza conoscere le basi della narrativa ci sembra il caso di giocare l'ultima opera di Nagoshi e dei suoi: è spassosa, unica nel suo genere, e giapponese fino al midollo. Se la trama dovesse reggere, aspettatevi un altro giocone.

CERTEZZE

  • Ricco di minigiochi curatissimi, e sempre spassoso
  • Combattimenti eccessivi e adrenalinici
  • Trama drammatica e ricca di colpi di scena

DUBBI

  • Inizio lento e un po' forzato