La serie Yakuza ha una storia molto particolare, specie in occidente. Parliamo di un franchise nato su PlayStation 2 nell'ormai lontano 2005, ma che non ha mai goduto di grandissima popolarità qui da noi, tanto che il primo capitolo è stato l'unico a vantare una traduzione dei dialoghi in italiano. Negli ultimi anni SEGA aveva praticamente abbandonato l'idea di far uscire il gioco al di fuori del Giappone, ma fortunatamente le cose sono andate diversamente e stiamo assistendo a un lento ma entusiasmante rilancio, merito anche dello straordinario prequel Yakuza 0, ambientato alla fine degli anni '80, e dell'ottimo remake Yakuza Kiwami. In attesa dell'edizione rivisitata del secondo episodio, che è stata appena confermata per l'Europa, Yakuza 6: The Song of Life rappresenta dunque la chiusura di un cerchio, e non a caso va a concludere il lungo arco narrativo che ha visto Kazuma Kiryu come protagonista. L'idea di questa nuova avventura disegnata appositamente per PlayStation 4 vi appassiona e volete cominciare proprio da qui? Potete farlo, e vi spieghiamo perché.
La storia fino a qui
Non vogliamo metterci a rivelare nel dettaglio la trama dei vari episodi di Yakuza usciti finora, anzi il nostro suggerimento è quello di recuperarli tutti, dal primo all'ultimo, cominciando dal già citato Yakuza 0 e proseguendo eventualmente con i remake per PlayStation 4, oppure ripiegando sulle remaster uscite su PlayStation 3 che ancora si trovano sul mercato d'importazione parallela. Detto questo, in Yakuza 6: The Song of Life è presente un pratico riassunto testuale degli accadimenti che hanno segnato finora la vita di Kazuma Kiryu, il "drago di Dojima", un astro nascente della malavita giapponese che un giorno si trova ad affrontare un tradimento e viene costretto ad abbandonare il proprio clan. Un evento che in effetti non semplifica in alcun modo la vita dell'uomo, spinto dagli eventi a dimostrare ancora e ancora il proprio valore, prendendo di petto qualsiasi avversario e qualsiasi situazione infausta, e risolvendo i problemi a colpi di arti marziali.
La sua ultima avventura si svolge tre anni dopo i fatti di Yakuza 5: Kazuma decide di scontare tre anni di galera per ripulire definitivamente il proprio nome da qualsiasi collegamento con la mafia giapponese e poter passare il resto della sua vita in compagnia della figlia del suo primo amore, Haruka, e dei ragazzi dell'orfanotrofio di Okinawa che si è impegnato a mantenere. Le cose però non vanno per il verso giusto: Haruka viene investita e finisce in coma ma riesce a salvare suo figlio, il piccolo Haruto, nato da una relazione misteriosa. Tornato a Kamurocho, il quartiere fittizio di Tokyo che si rifà a Kabukicho, Kazuma dovrà dunque cercare delle risposte: è stato davvero un incidente quello che ha coinvolto la sua figlia adottiva? E cosa sta succedendo fra il clan Tojo, la mafia cinese e quella coreana? Una pista lo porterà fino a Onomishi, nella città di Hiroshima, dove però non troverà altro che nuovi, terribili segreti.
Ritorno alle basi
Come scritto nella nostra recensione, Yakuza 6: The Song of Life rappresenta sotto molti aspetti un ritorno alle origini per la serie SEGA, e ciò rende il gioco adatto anche a chi si avvicina al franchise per la prima volta. Rispetto agli ultimi capitoli, infatti, viene ripresa la soluzione del personaggio unico, il già citato Kazuma Kiryu, con un'alternanza di due soli scenari: quello storico di Kamurocho, strutturalmente sempre uguale ma arricchito in questa nuova avventura di tante sfaccettature e ammodernamenti, e quello inedito di Onomichi, l'affascinante zona portuale di Hiroshima.
Esplorare le due ambientazioni è quanto mai piacevole, vista la straordinaria cura che da sempre caratterizza questa produzione: se avrete la pazienza di evitare il pulsante della corsa, attivando magari la visuale in prima persona, potrete davvero godervi un viaggio virtuale in Giappone, con le sue incredibili atmosfere; specie nelle ore notturne, quando le insegne luminose rischiarano il buio e creano scorci davvero suggestivi. Nel gioco Kazuma dispone di uno smartphone con cui può scattare delle foto e finanche farsi dei selfie: una feature molto simpatica, che vi permetterà di creare un vero e proprio album dei ricordi della vostra gita fra Tokyo e Hiroshima. Quest'ultima si presenta come una realtà decisamente più provinciale, animata di giorno e quasi deserta di sera, vista la mancanza di grandi locali e di convenience store, ovverosia i minimarket aperti ventiquattro ore su ventiquattro dov'è possibile acquistare un po' di tutto oltre al cibo.
Se è la prima volta che vi avvicinate a Yakuza, potete stare tranquilli anche sul fronte del gameplay e della struttura, che in pratica non sono mai cambiati: la quest principale ci chiede di volta in volta di raggiungere specifici punti della mappa per incontrare persone o cercare indizi, ed è in tali frangenti che si inserisce la ricca, splendida narrazione che caratterizza da sempre il franchise, fatta di dialoghi intensi e diretti in modo inappuntabile, con tempi e inquadrature perfetti. Girando per le strade potreste incontrare degli sgherri e decidere di affrontarli, sperimentando così un sistema di combattimento solido e spettacolare, che nasce dalle ceneri della tradizione dei classici picchiaduro a scorrimento e che, in questo sesto capitolo, rinuncia alle innovazioni più recenti per rimanere con i piedi ben piantati a terra: via gli stili extra, potrete affrontare gli avversari ricorrendo a un'unica posizione di lotta che man mano si arricchirà di nuove manovre e possibilità.
I controlli sono semplici: Quadrato per i colpi veloci, Triangolo per quelli potenti o per le special, X per scartare o interagire con l'ambiente, Cerchio per afferrare gli avversari (prendendoli poi a pugni o lanciandoli sui loro compagni), il dorsale sinistro per parare, quello destro per agganciare un bersaglio, il trigger sinistro per centrare la visuale e quello destro per attivare la furia, laddove disponibile. In questa modalità non solo potrete godere di attacchi più forti, ma anche innescare spettacolari raffiche di pugni e afferrare qualsiasi oggetto automaticamente per usarlo come arma. Naturalmente le stesse regole valgono per i boss fight, sebbene in tal caso dovrete aspettarvi una maggiore difficoltà, giocare molto con le schivate e non dimenticare mai di riempire l'inventario di bibite energetiche e/o cibo per ripristinare la salute laddove necessario.
Tantissime cose da fare
La struttura di Yakuza 6: The Song of Life è molto semplice, ma viene arricchita da un'enorme mole di cose da fare, sia nella mappa di Kamurocho che, sebbene in misura minore, in quella di Onomichi. Nella caratteristica zona di Hiroshima potremo ad esempio cimentarci con l'inedito minigame delle gang, una sfida strategica in cui dovremo proiettare sul campo di battaglia diverse unità e fare in modo che abbiano la meglio contro i membri del gruppo nemico. In entrambe le location, inoltre, riceveremo le notifiche della piattaforma social Troublr, nata per segnalare eventuali problemi di ordine pubblico che potremo contribuire a risolvere. Ci sono dei malviventi che attaccano le coppiette? Una persona che sta male? Un borseggiatore in azione? Qualcuno che sta per cadere da un tetto? Ci basterà rispondere alla chiamata e recarci sul luogo indicato per poter prestare prontamente soccorso.
Oltre a questa novità, non mancano ovviamente le missioni secondarie, anche queste un tratto distintivo della serie. Durante i suoi giri, Kazuma si imbatterà in personaggi inediti o vecchie conoscenze, cercando di capire cosa li assilla e decidendo o meno di aiutarli. Entreremo così in contatto con una giovane coppia di novelli Romeo e Giulietta, che decidono di fingere un assurdo "scambio di corpo" per convincere la ricca famiglia di lei ad acconsentire la loro frequentazione, o con una ragazza che sostiene di aver viaggiato nel tempo con la propria coscienza, o ancora con una piccola fan di Haruka in cerca di merchandising della sua idol preferita, ormai di difficile reperimento. Queste missioni si basano talvolta sul dare risposte giuste al momento giusto, talvolta sulla raccolta e la consegna di oggetti specifici, sfociando spesso e volentieri in combattimenti risolutivi. Eh sì, in Yakuza graffiarsi un po' le nocche e mandare qualcuno in ospedale è una strategia che funziona sempre.