Fin da quel primo e acerbo racconto interattivo basato sul romanzo di Frankenstein, il team inglese Inkle ha sempre giocato con le parole. Nella serie Sorcery, tratta dai librigame di Steve Jackson, game design e narrativa tradizionale andavano a braccetto, mentre l'acclamato 80 Days era un viaggio attorno al mondo che poteva essere vissuto più volte prendendo percorsi sempre differenti. Eppure, l'utilizzo delle parole assume un'importanza tutta nuova in Heaven's Vault, il nuovo gioco narrativo sviluppato dal piccolo team di Cambridge. "Anche questa è un'esperienza fortemente narrativa", ci ha raccontato Jon Ingold, narrative director del gioco. "Eppure è diversa da qualsiasi altra cosa abbiamo fatto finora". Ed è così: Heaven's Vault è un'avventura non lineare, in cui si esplora in tempo reale un mondo completamente 3D, laddove sia 80 Days che Sorcery chiedevano di navigare attraverso una serie di menù, illustrazioni e box di dialogo.
Protagonista è Aliya Elasra, un'archeologa che, in compagnia del suo robot, deve esplorare le rovine della Nebula, una rete di pianetini che nascondono i segreti di un'antica civiltà. Oltre a scandagliare l'ambientazione, raccogliere alcuni oggetti e interagire con lo scenario in maniera simile a molte avventure grafiche, in Heaven's Vault bisognerà soprattutto decifrare una scrittura geroglifica che gli sviluppatori hanno creato appositamente per il gioco. Ogni volta che ci si trova davanti a particolari iscrizioni su pareti e artefatti, Aliya deve provare a indovinarne il significato scegliendo tra una serie di possibili opzioni. Per esempio: una delle prime parole che ci viene chiesto di decifrare si trova all'ingresso di un cortile chiuso e circondato da rampicanti; la scelta è tra le parole "Tempio" e "Giardino", ma poiché uno dei simboli geroglifici assomiglia a un albero, siamo portati a scegliere la seconda opzione. Tuttavia, il gioco non dice mai se la scelta fatta è corretta o sbagliata, e la storia va avanti a prescindere dalla risposta data. A cambiare è invece la conoscenza del mondo di gioco e dei dettagli sulla civiltà che si sta studiando: in base alle parole scelte cambia l'interpretazione che Aliya dà a ciò che la circonda, e facendo delle deduzioni corrette è possibile che ottenga nuove informazioni a riguardo, prenda percorsi differenti e assista a particolari sequenze. Per farla breve: è possibile arrivare alla fine del gioco anche interpretando male ogni parola, ma in questo modo si ottengono pochissime informazioni lungo il percorso. Sarebbe in sostanza come arrivare a risolvere il mistero di Her Story senza approfondire i retroscena del racconto.
Rispetto ai precedenti giochi realizzati dal team inglese, Heaven's Vault si distingue in maniera netta anche per lo stile grafico utilizzato, che unisce ambienti completamente 3D a personaggi illustrati. Non è certo la prima volta che si sperimenta un accostamento del genere, eppure vedere queste immagini bidimensionali muoversi all'interno di scenari poligonali, scomparendo e riapparendo a ogni passo, lascia all'inizio spiazzati, complice il fatto che i personaggi 2D sembrano molto più ispirati dell'ambientazione in cui si muovono. Per fortuna ci si fa subito l'abitudine, e dopo pochi minuti ci si concentra sugli elementi dello scenario e il percorso da prendere. Sfortunatamente, dal momento che l'esperienza di gioco è legata in maniera così stretta alle parole, e poiché i geroglifici da tradurre seguono la struttura della grammatica inglese, il progetto non potrà essere localizzato in altre lingue al di fuori dell'inglese. "Purtroppo non saremo in grado di localizzare il gioco in italiano", ci ha spiegato il cofondatore Joseph Humfrey. "Un ostacolo è il fatto che il sistema di interpretazione della scrittura segue la grammatica inglese, ma c'è un problema ancora più grande legato direttamente al testo della storia: come nei nostri giochi precedenti, la narrativa spesso si dirama in base alle singole parole scelte, quindi localizzarlo sarebbe quasi impossibile per noi". Una barriera d'ingresso che accomuna Heaven's Vault con le precedenti produzioni di Inkle, e che ancora una volta rischierebbe di scoraggiare chi non mastica l'inglese dal provare quella che potrebbe essere tra le esperienze narrative più interessanti dell'anno.
Heaven's Vault è senza dubbio il gioco più ambizioso e atipico tra quelli che Inkle ha realizzato finora. Rispetto a 80 Days è un gioco molto diverso, più ricercato e di sicuro meno incline a essere rigiocato. Eppure l'idea di dover giocare coi simboli e interpretare uno sconosciuto sistema di scrittura è estremamente affascinante. A questo si aggiunge la già comprovata bravura di Jon Ingold nello scrivere storie e dialoghi appassionanti e mai banali.
CERTEZZE
- L'interpretazione dei geroglifici è una meccanica interessante
- Storia scritta in maniera mai banale
- Stile visivo molto particolare...
DUBBI
- ...ma gli ambienti 3D appaiono meno ispirati dei personaggi
- Nessuna localizzazione italiana