La serie di Yakuza è sempre stata caratterizzata dalla volontà degli sviluppatori di creare una vera e propria esperienza giapponese, che andasse al di là della storia e dei meccanismi action. È per tale motivo che il franchise è stato infarcito fin dagli esordi di minigame e attività collaterali che potessero rendere lo scenario fittizio di Kamurocho e le altre eventuali location quanto più "reali" possibile. Nel corso degli anni è stato probabilmente questo l'aspetto che più si è evoluto della produzione SEGA, andando a sperimentare minigiochi sempre più folli e divertenti, capaci di spezzare la tensione drammatica fra un duello e l'altro, mostrandoci un lato inedito, buffo e impacciato di Kazuma Kiryu. L'ultimo capitolo, Yakuza 6: The Song of Life, non fa eccezione: pur riducendo in modo sostanziale le ambientazioni rispetto all'episodio precedente, il gioco vanta una grande quantità di attività extra. Alcune di esse ci verranno presentate in maniera contestuale alla progressione della trama, altre dovremo andarle a cercare sulla mappa, fra una capatina in un convenience store e un ottimo piatto di ramen.
Il dragone fuori sede
La data di lancio di Yakuza 6: The Song of Life si avvicina a grandi passi e non bisogna farsi cogliere impreparati. Pur essendo il capitolo finale della lunga storia di Kazuma Kiryu, il gioco strizza l'occhio ai novizi grazie a una serie di scelte di design che di fatto semplificano l'esperienza sul piano prettamente strutturale, raccontandoci una trama fatta di rimpianti, senso del dovere e desiderio di vendetta. Dopo aver passato tre anni in carcere nel tentativo di ripulire il proprio nome, Kazuma scopre infatti che la giovane Haruka ha lasciato da tempo l'orfanotrofio di Okinawa ed è misteriosamente ricomparsa a Tokyo con un figlio in braccio, finendo travolta da un'auto. Ma chi c'era alla guida, e perché non si è fermato a prestare soccorso? Si è trattato di un tentato omicidio?
Il drago di Dojima deve trovare delle risposte, e decide di cercarle non solo nel tradizionale quartiere di Kamurocho, ma anche a Onomichi, nella prefettura di Hiroshima, dove sembra che Haruka abbia passato molto tempo. Sono dunque due le ambientazioni che potremo visitare durante la campagna e al suo termine, cimentandoci con tantissime attività collaterali. Cominciamo proprio Onomichi, perché la nuova mappa di Yakuza 6: The Song of Life è anche quella più contenuta in termini di dimensioni e di svaghi. La località si presenta del resto come una realtà provinciale, neanche lontanamente paragonabile ai distretti commerciali di Tokyo, basti pensare alla completa mancanza dei convenience store, i tipici minimarket aperti ventiquattro ore su ventiquattro.
Per ripristinare la nostra salute dovremo dunque utilizzare gli immancabili distributori di bibite oppure recarci in un chiosco: ce ne sono quattro, uno è di proprietà di una vecchia conoscenza, mentre il ristorante La Pente è anche il ritrovo del nostro clan, un luogo insomma da cui dar vita a nuove battaglie del Clan Creator. Si tratta di un minigame completamente inedito, che viene introdotto proprio in quel di Onomichi ma con cui è possibile cimentarsi anche a Kamurocho, nel tentativo di sgominare le numerose bande affiliate all'organizzazione JUSTIS, un esercito di vigilanti nato per contrastare la criminalità ma finito rapidamente a occuparne il posto. Potremo reclutare nuovi membri della banda girando per le mappe, individuandoli e sconfiggendoli, così da inserirli nel nostro roster. Lo svolgimento del minigame è molto semplice, si tratta in pratica di un tower offense in cui dovremo battere una certa quantità di avversari rilasciando nello scenario unità di vario tipo, da quelle più "leggere" ai capitani, questi ultimi dotati di abilità speciali che potremo attivare manualmente.
Per il resto le azioni saranno automatiche, il che significa che potremo vincere sulla base di un vantaggio numerico o di un'attenta disposizione dei combattenti. Il Clan Creator consente anche di sfidare online le gang create da altri utenti, organizzare le proprie difese in caso di attacco e partecipare a numerosi eventi speciali. Sempre a Onomichi ci si può cimentare con due minigame di tipo tradizionale: da una parte l'inedita pesca subacquea, che si presenta come una sorta di sparatutto su binari e permette di guadagnare un bel gruzzoletto nel giro di pochi minuti; dall'altra le partite di baseball, a cui è possibile accedere da qualsiasi taxi, che funzionano come un vero e proprio manageriale, con un ruolo attivo unicamente quando il nostro personaggio ha il turno di battuta. Curiosamente, anche in quest'ambito potremo reclutare nuovi elementi andandocene in giro e interagendo con specifici personaggi non giocanti.
Casa dolce casa
Come detto, è l'ambientazione di Kamurocho quella più ricca di attività collaterali in Yakuza 6: The Song of Life, con una quantità davvero impressionante di hot spot segnalati sulla mappa. Mettendo da parte i numerosi store e ristoranti, abbiamo infatti il tradizionale Yoshida Batting Center, dov'è possibile fare pratica di battuta così da prepararsi al meglio per il minigame del baseball di cui abbiamo parlato poc'anzi; il gioco delle freccette accessibile dal Club SEGA di Theater Square o dal Bantam; ma anche due differenti versioni del Mahjong, moderno e classico. Si tratta di minigame ampiamente collaudati, che tornano in questo sesto capitolo per la gioia dei nostalgici, ma anche perché l'utenza li ha sempre apprezzati e rientrano ormai nelle attività classiche presenti in ogni Yakuza.
A proposito di classici, l'offerta per quanto riguarda i giochi arcade risulta particolarmente ricca, distribuita all'interno di due differenti Club SEGA: in quello di Theater Square troveremo i cabinati di Out Run, Super Hang-On, Space Harrier e Fantasy Zone, mentre in quello di Nakamichi Street avremo modo di provare due interessanti novità: il puzzle game Puyo Puyo e una versione completa di Virtua Fighter 5: Final Showdown. Si tratta in tutti i casi di applicazioni molto divertenti, che è possibile visualizzare in maniera standard o con i bordi del coin-op, e che garantiscono un bel po' di intrattenimento per gli appassionati del retrogaming. L'eccezione è ovviamente rappresentata da Virtua Fighter, l'ultima versione del picchiaduro SEGA pubblicata originariamente nel 2012, che si pone in pratica come un "gioco nel gioco" la cui introduzione è certamente da apprezzare.
Ci si tiene anche in forma durante l'avventura: basta recarsi nel centro fitness Rizap di Kamurocho per potersi allenare con diversi attrezzi, seguiti da un personal trainer che ci fornirà dei compiti nutrizionali per massimizzare i risultati, nella fattispecie mangiare determinati alimenti nel corso della giornata. Il minigame del karaoke torna alla grande in Yakuza 6: The Song of Life, con una serie di brani "melodici" giapponesi da leccarsi le orecchie e un gameplay decisamente collaudato, che attinge a piene mani dal genere rhythm per consegnarci un'esperienza impegnativa e divertente, arricchita da videoclip davvero esilaranti! Arriviamo quindi alle attività più piccanti, quelle in cui il nostro Kazuma si riscopre un latin lover, o almeno ci prova. La più divertente e "pruriginosa" sono le live chat, a cui si accede da determinate postazioni e che consentono di "chattare" con due differenti ragazze, Anri Okita o Yua Mikami.
L'obiettivo è quello di azzeccare le frasi giuste tramite una combinazione di pulsanti del DualShock, che si traduce nell'incerta digitazione di Kazuma: il risultato è da un lato molto divertente, perché vedere il protagonista dell'avventura alle prese con questo tipo di situazioni è sempre uno spasso; dall'altro le generose forme delle due attrici riempiono effettivamente gli occhi, fra seni prorompenti e bikini ridotti all'osso. Abbiamo infine il Club Shine, un cabaret club in cui potremo recarci per godere della compagnia di una hostess che si presterà ad ascoltare tutto ciò che vorremo raccontarle, facendo della amabile conversazione fra una costosa ordinazione e l'altra. Il minigame si basa sull'uso di un set di carte, ognuna con un'azione differente, da giocare nel modo migliore possibile perché la ragazza di turno si invaghisca di noi entro il tempo disponibile. Ciò significa cercare di concatenare gli argomenti compatibili e tenere alto il ritmo del discorso, inframezzandolo con drink molto costosi: anche lo sfoggio di denaro ha il suo fascino, si sa. Gli sviluppatori hanno fatto un lavoro egregio nel ricreare la realtà di questi locali giapponesi, atmosfere sonore incluse, e una volta presa la mano diventa un piacere tentare la fortuna con le belle ragazze.