Non è certo atipico per chi appartiene alla nostra categoria (non gli ubriaconi, i giornalisti videoludici) venir spediti in quel di Londra per provare nuovi videogame in uscita o parlare con gli sviluppatori; eppure la scorsa settimana eravamo quanto mai spiazzati sul volo diretto verso la capitale d'Inghilterra, perché i titoli presentati non appartenevano né al solito colosso statunitense né all'immancabile team nipponico in trasferta, ma alla italianissima Milestone. Il motivo per il peculiare viaggio è presto detto: la casa aveva dei grossi annunci in saccoccia, e non solo per l'attesa conferma - arrivata quasi immediatamente - di Ride 3. Nella location selezionata infatti presenziavano ben due giochi testabili, e uno di questi era nientepopodimeno che MotoGP 18: il nuovo capitolo della serie su licenza più conosciuta e amata della casa. Il nuovo Moto GP, tuttavia, non è stato il cuore pulsante dell'evento solo a causa del suo nome; questo è il primo titolo della serie "convertito" all'Unreal Engine, e rappresenta un importantissima base su cui costruire tutti i giochi futuri di Milestone.
L'importanza dei fondamentali
Per rendersi conto di quanto MotoGP 18 sia diverso dai predecessori dal punto di vista tecnico basta un'occhiata. L'uso dell'Unreal Engine appare subito evidente da un netto cambio di illuminazione e riflessi sulle moto del gioco, accompagnato da modelli più dettagliati rispetto al passato e da piste sensibilmente più piacevoli. Non è però la grafica l'unico elemento mutato rispetto ai predecessori, perché il nuovo MotoGP è andato incontro a una significativa trasformazione della fisica di gioco, che pur non distanziandolo enormemente dal sistema visto negli altri capitoli, si fa sentire non appena preso in mano il pad. L'inerzia in curva ad esempio è più percettibile, e ogni due ruote ha un certo "peso" in piega che dà al tutto una sana dose di realismo in più. La telecamera e le animazioni leggermente migliorate contribuiscono ulteriormente al cambiamento della risposta, e nel complesso il feeling generale ci ha dato maggiori soddisfazioni del solito (seppur sia al momento davvero difficile capire se nel competitivo i cambiamenti saranno accolti positivamente o meno da chi macina tempi record sulle varie piste).
Con motoGP 18, in parole povere, abbiamo una riscrittura completa delle basi viste in passato, e una minuscola spintarella verso la simulazione, nonostante il sistema di guida sia ancora una volta fortemente personalizzabile e godibile a tutti i livelli con vari aiuti. Persino gli impatti sono stati modificati, ed è bello constatare come tocchi e movimenti della moto dopo una manovra scorretta risultino molto più sensati, senza però mai arrivare ad esser punitivi (è ancora difficile cadere dopo uno scontro, anche con buona parte degli aiuti disattivati). Tutta questa bontà a livello di risposta ha però un rovescio della medaglia: una secca perdita di contenuti. Il nuovo MotoGP è infatti una ripartenza, come detto a inizio articolo, e come tale ha perso molte delle modalità inserite da Milestone nella serie.
Faccia a faccia coi campioni
Ci spieghiamo meglio: il passaggio all'Unreal Engine non è stato indolore, e il team non ha avuto modo di importare direttamente né i dati precedenti né i vecchi modelli nel gioco. Dovendo attenersi a una certa data di uscita, gli sviluppatori si sono concentrati su due elementi: il gameplay e la carriera, che stando a quanto paiono in effetti aver fatto un sensibile balzo di qualità. Se infatti la giocabilità gode dei cambiamenti alla fisica di cui abbiamo appena parlato, la carriera non è più solo un susseguirsi di gare e messaggi predefiniti via mail: la software house milanese ha imparato la lezione dell'ultimo F1 di Codemasters, scansionato i volti dei piloti, e inserito scene di intermezzo che dovrebbero andare ad arricchire ogni vittoria ed evento importante della modalità primaria, rendendo il gioco molto più immersivo.
La qualità dei volti non ci è parsa sempre straordinaria (alcuni sono chiaramente più curati di altri), ma si tratta comunque di un bel tocco, e seppur non ci sia stato modo di provare per bene la progressione della carriera durante l'evento siamo fiduciosi per i miglioramenti promessi. L'assenza degli eventi storici invece ci intristisce parecchio: capiamo che non sia facile inserire nel progetto i veicoli e piloti necessari dopo il cambio di engine, ma qualche sfida extra al di fuori delle gare veloci e dei gran premi base non ci avrebbe fatto certo schifo. Se non altro, Milestone ha confermato l'arrivo di un nuovo campionato esport, per la gioia dei migliori piloti del mondo (il campione è nostrano, ricordiamolo), e quindi ci aspettiamo grandi cose legate all'online del gioco. Lo spectator mode ad esempio è ormai certezza, il resto si vedrà.
Il nuovo MotoGP passa finalmente ad Unreal, e come tale rappresenta un punto di partenza per tutti i capitoli futuri. Constatare come ci siano già stati passi avanti evidenti sia dal punto di vista del comparto tecnico che da quello della risposta dei veicoli ci scalda il cuore, ma al contempo siamo di fronte a un capitolo "magro" dal punto di vista contenutistico, che manca di alcune delle migliori modalità viste in passato. Il valore del gioco risiede quindi più che mai nella sua validità a livello competitivo e nella carriera (che dovrebbe essere migliorata parecchio). Non ci resta che attendere la versione finale per una valutazione più precisa.
CERTEZZE
- Bel passo avanti a livello tecnico
- Moto più pesanti, e maggior inerzia che rende la guida più realistica
DUBBI
- Il passaggio a Unreal ha portato a un pesante sacrificio di contenuti