In fatto di percezione mediatica, quella che sta attraversando oggi il settore videoludico è indubbiamente una fase curiosa: se da una parte, infatti, permane l'atavica diffidenza dell'informazione generalista verso questo media, dall'altra si assiste alla nascita di un flebile sentimento di approvazione verso i suoi aspetti più avanguardistici.
I controller di movimento, in particolare, si sono dimostrati degli efficacissimi pungoli per l'immaginazione dei non addetti ai lavori, e non stupisce pertanto che Project Natal, sulla carta il più "rivoluzionario" di questi dispositivi, sia comparso nella lista delle cinquanta invenzioni più importanti del 2009 stilata dal Time (lista dove, tra gli altri, ritroviamo il teletrasporto, il vaccino per l'AIDS e l'agricoltura verticale, che in un futuro prossimo potrebbe risolvere i problemi alimentari dell'intero pianeta).
Ma cos'è esattamente Natal e, soprattutto, come funziona?
La periferica, sviluppata internamente da Microsoft e attesa per il prossimo autunno, può essere descritta come l'estremo tentativo di "immergere" il giocatore nell'esperienza ludica, eliminando i dispositivi fisici che fino a questo momento hanno fatto da mediatori. Natal, in parole povere, è pensato per riconoscere i movimenti dell'utente, per acquisire comandi vocali e realizzare scansioni tridimensionali degli oggetti più disparati, trasformando il tutto in input da trasmettere ai giochi che girano su Xbox 360.
Questo sorprendente risultato verrà raggiunto con una tecnologia di base tutto sommato economica; una comunissima telecamera RGB, un sensore di profondità che combina un proiettore ad infrarossi ed un sensore CMOS (consentendo l'acquisizione dati in qualsiasi condizione di luce) e un microfono a matrice multipla per eliminare eventuali disturbi sonori. Fino a qualche tempo fa si parlava anche di un processore centrale per l'elaborazione dei dati, ma recentemente Microsoft ha confermato che sarà la CPU della console a sobbarcarsi questo compito.
La moda del momento?
Ora, chiarito cosa sia Natal, non è difficile spiegare perché la periferica Microsoft abbia avuto una così ampia eco mediatica: un'applicazione come Milo & Kate (presentata in pompa magna assieme alla periferica), che si propone di mettere il giocatore nei panni di un genitore e di farlo interagire con un'intelligenza artificiale particolarmente complessa, in grado di comprende il linguaggio corporeo e quello verbale attraverso i sensori di Natal, non può non aprire scenari fantascientifici nella mente di chi ha scarsa familiarità con il mondo dei videogame. E d'altra parte abbiamo visto anche game designer di lungo corso, come Hideo Kojima e Keiji Inafune, a cui si devono gioielli della caratura di Metal Gear Solid e Dead Rising, professare il loro sincero interesse per la nuova periferica Microsoft. I due creativi, invitati ad una conferenza sull'argomento nel contesto del Tokyo Game Show, hanno letteralmente fatto a gara con Toshihiro Nagoshi di SEGA (Super Monkey Ball) nell'elogiare le caratteristiche di Natal, rendendo un grosso servigio in termini di immagine alla casa di Redmond.
Kojima, in particolare, ha parlato di potenziale innovativo che travalica l'ambito videoludico, allineandosi alla posizione espressa pochi mesi prima da Steven Spielberg in persona.
La lista di publisher che hanno dichiarato di voler sviluppare per Natal è decisamente lunga, e in cantiere ci sono già un certo numero di progetti, ma basterà questo ad assicurare il successo commerciale della periferica?
Rispondere a una domanda come questa non è cosa semplice, ma possiamo cominciare col dire che un elemento determinante per l'affermazione di Natal (o per la sua mancata affermazione) sarà il prezzo. Non è un caso, del resto, se proprio in questi mesi si sono susseguite innumerevoli indiscrezioni a questo riguardo, indiscrezioni che i portavoce di Microsoft hanno puntualmente rispedito al mittente, ma che tuttavia concordano nell'indicare un prezzo di lancio inferiore ai cento dollari per unità (c'è anche chi dice cinquanta). La volontà di fare di Natal un incentivo all'acquisto della console Microsoft, il pubblico di riferimento relativamente nuovo ed una tecnologia di base tutto sommto economica depongono in effetti a favore di queste stime. Una "rivoluzione Natal" senza un prezzo accessibile, d'altra parte, sarebbe quantomeno improbabile in un mercato dove spadroneggiano già le periferiche Wii.
Chi sta con Natal?
La lista dei publisher attualmente a lavoro su Natal è nutrita e presenta nomi importanti. Allo stato delle cose sono già in possesso dei kit di sviluppo Microsoft Activision Blizzard, Bethesda Softworks, Capcom, Disney, EA, Konami, MTV, Namco Bandai, SEGA, Square Enix, THQ e Ubisoft.
Giochi e giochetti
Ma se anche il prezzo al lancio fosse competitivo, ci sarebbe comunque un'ultima, capitale incognita: quella del software, che come insegna l'esperienza Wii è determinante per il successo di una nuova periferica. Fino a questo momento, Microsoft ha mostrato soprattutto titoli dall'impostazione "casual" (Ricochet, per esempio, una sorta di gioco del portiere che funziona rilevando i movimenti del giocatore), i quali probabilmente andranno a comporre un titolo miscellaneo simile a Wii Sports. Sono poi in cantiere versioni Natal di giochi già pubblicati (Beautiful Katamari e Space Invaders Extreme su tutti) e titoli inediti che ne dovrebbero sfruttare singole caratteristiche; tra questi, il più chiacchierato è sicuramente Fable III, di cui si conosce ancora poco ma che attendiamo con ansia di poter ammirare all'X10 di febbraio. La possibilità di affiancare Natal a un classico pad, come integrazione e non come alternativa, può spiegare l'interesse degli sviluppatori più tradizionalisti verso questa periferica, ma non ci dice molto sulle sue reali capacità di attrarre utenza vecchia e nuova.
In questo senso giocherà un ruolo centrale la campagna di marketing orchestrata da Microsoft, che molto probabilmente batterà sul tasto della "rivoluzione concettuale". Con un titolo di lancio che incarna efficacemente questa idea (anche solo a livello di immagine), Project Natal potrebbe davvero partire nel migliore dei modi, ma a quel punto ci sarebbe da capire se si tratta di un fuoco di paglia o di un fenomeno durevole.
Il verificarsi della seconda ipotesi, paradossalmente, non dipende dalla bontà della tecnologia in sé né dalla sua "appetibilità", ma piuttosto dalla capacità degli sviluppatori di sfruttane adeguatamente il potenziale. Bisognerà insomma che si passi dalle dichiarazioni di interesse allo sviluppo di titoli tecnicamente impossibili senza Natal, titoli che abbiano la forza dei brand più blasonati e che non si rivolgano esclusivamente a un pubblico di neo-giocatori.