Durante la presentazione a porte chiuse nello stand LucasArts abbiamo avuto la possibilità di conoscere alcune delle novità rivelate nel corso di questo E3 e di rimettere nuovamente le mani su Star Wars: The Old Republic, questa volta nei panni di uno dei cattivi. Dopo un preambolo è iniziato, slide dopo slide, il lungo elenco delle novità predisposte per la fiera. La prima è l'implementazione delle navi spaziali personali, utili tanto per muoversi tra i pianeti, quanto come proprio quartier generale dove rifiatare e socializzare, sia con umani, sia con NPC. Ne sono state mostrate diversi tipi come i caccia Sith e quello Jedi, piccoli, veloci e molto simili all'iconografia classica, e i due trasporti, la corvetta corelliana classe Vanguard e quella imperiale classe Fury. Nemmeno il tempo di ammirare gli interni delle navi, che si è subito passati alla dimostrazione di come la classe del bounty hunter cambi il proprio aspetto a seconda del livello raggiunto e dell'equipaggiamento acquisito. Si passa da un semplice vestito leggero, passando per una più professionale corazzatura ed elmetto sino alla replica della celebre tuta di Boba Fett, step di customizzazione finale, con tanto di jet pack sulle spalle e vari tipi di armi come il classico lanciarazzi portatile. Per ultimo, prima di lasciarci provare il gioco, i ragazzi di LucasArts hanno presentato le zone dedicate al PvP chiamate Warzones, dedicate al combattimento di squadra. Anche qui bocche cucite, con l'unica informazione aggiuntiva che sarà presente una sul pianeta di Alderaan. Prima di lasciarci mouse e tastiera, è stata mostrata, giocata in tempo reale, una piccola missione per spiegarci il gioco di squadra tra le varie classi. Nel chiuso di una base Jedi abbiamo visto un soldato della Repubblica, ovvero il "tank" della situazione, il contrabbandiere anche detto "smuggler", un cavaliere Jedi e un Jedi Consular combattere contro degli enormi carri d'assalto supportati da piccoli droidi per la riparazione, ma soprattutto un Sith Lieutenant. Lo scontro, come in tutti gli MMO ha visto una ripartizione ferrea dei compiti, con il soldato armato di una sorta di enorme minigun attirare il fuoco nemico, il contrabbondiere sfruttare le coperture per colpire di soppiatto e i due Jedi impegnati tanto nel curare i compagni quanto nel colpire il Sith nemico per neutralizzare i suoi attacchi speciali.
Finito di osservare le spade laser dei Jedi roteare nell'aria abbiamo potuto saltare la barricata e provare brevemente una quest nei panni di un Sith Inquisitor. La missione da svolgere si è rivelata piuttosto semplice, prima di entrare in una cripta ci è stato chiesto di ripulire la zona degli scavi, dal look vagamente egiziano, desertica e piena di enormi statue di roccia chiara, da un nutrito gruppo di blatte. Per far fuori gli insettoni troppo cresciuti è stato necessario usare la spada laser, o meglio una sorta di staffa elettrificata; per uccidere i tombaroli all'interno della cripta abbiamo alternato i due attacchi potenziati dal lato oscuro della Forza, i coreografici fulmini e un vero e proprio risucchio energetico. Giocando alcune cose sono sembrate da sistemare: non è mai stato chiaro il range utile degli attacchi di Forza, più simili come impostazione a colpi melee che a "quelli dalla distanza" e al cooldown degli stessi, troppo lungo e a volte penalizzante. Molto buono, se non migliorato rispetto alle ultime uscite, l'impatto grafico, decisamente piacevole e caratterizzata da un buon dettaglio e dai begli effetti speciali degli attacchi Sith, che brillavano al buio della cripta.
Dead or Alive
Torniamo a parlare di Star Wars: The Old Republic dopo diverse altre occasioni in cui la produzione Bioware-Lucas Arts aveva fatto bella mostra di sé. In particolare, oltre all'introduzione alle specifiche del gioco, segnaliamo l'avvistamento avvenuto alla GDC dello scorso marzo.
Durante l'evento EA di Londra della scorsa settimana abbiamo potuto provare una nuova classe di Star Wars: The Old Republic, MMO realizzato da Bioware, che, non ce ne abbiamo gli altri concorrenti, si presenta come il candidato più serio al dominio di World of Warcraft, forte della proprietà intellettuale più importante degli ultimi trent'anni. La breve quest che abbiamo potuto provare ci ha messo nei panni del Bounty Hunter, ovvero di uno dei personaggi più iconici dell'universo di Star Wars, il cacciatore di taglie in casco, lanciarazzi e jet pack, quel Boba Fett qui declinato in diverse fogge grazie al potente editor del gioco.
Ti ammazzo o no?
La breve missione ci ha visto accettare l'offerta dell'Hutt locale di Jiguuna, tale Nem'ro per uccidere il suo nemico Huttsbane della tribù degli Evocii. Usciti dal suo covo ci siamo fatti strada prima nella piccola città di partenza, dove è stato possibile parlare con alcuni degli NPC (lo sviluppatore presente ci ha fatto notare che The Old Republic sarà il primo MMO ad essere totalmente doppiato), e tempo permettendo comprare qualcosa dai numerosi vendor automatici. Attraversate alcune paludi e depositi ferrosi, siamo arrivati al villaggio e qui abbiamo potuto provare tutto il potere distruttivo della classe. A nostra disposizione quattro diversi attacchi: la raffica di blaster, i dardi elettrificati, il missile a ricerca e il lanciafiamme. Dei primi due, i meno potenti, sono stati particolarmente utili i dardi, che incapacitano per qualche secondo il nemico preso di mira, mentre la raffica è decisamente un ottimo colpo di approccio, graziata anche da un esiguo tempo di ricarica. Missile e lanciafiamme oltre ad essere piuttosto potenti sono dotati di danno ad area, ma appesantiti da tempi di raffreddamento che spingono il giocatore ad un uso ragionato degli stessi. Dopo aver fatto fuori un buon numero di guardie Evocii ci siamo infilati nella tenda del capo villaggio decisi a portare a compimento la missione assegnataci dall'Hutt. Qui si è palesato il vero marchio di fabbrica Bioware, ovvero la possibilità di plasmare il nostro destino mediante le nostre scelte, che si rifanno alla dicotomia Jedi/Sith, ma con diverse sfumature di approccio in mezzo.
Uccidere o no Huttsbane? Perdersi fra mille chiacchiere, fingendo di approvare il suo piano alternativo o far cantare subito le armi per portare la sua testa dallo schifoso vermone verde? In sede di prova è stato divertente blandire inizialmente l'obiettivo per poi ad un passo dall'accordo ucciderlo senza pietà, non prima però di aver fatto fuori le sue guardie del corpo, ben più resistenti rispetto alla carne da cannone sterminata poco prima nella piazza del villaggio con relativa facilità. Dopo aver lavorato di coltello sulla testa del disgraziato la missione è terminata e con essa anche il tempo di prova concessoci. La breve quest effettuata non può dirci molto di più sul titolo rispetto a quello che già sappiamo, ma è stata una semplice dimostrazione di quello che ci aspetterà se sceglieremo di essere un Bounty Hunter. Per quel poco che si è potuto giocare, i quattro tipi di attacchi, incluso quello "finale" Vent Heat, devastante e dal lunghissimo cool down, sembrano essere ben congegnati, col il loro azzeccato mix tra gli assortiti tempi di ricarica e le varie tipologie di danno. Per ora accontentiamoci di questa nuova classe introdotta, in attesa di ulteriori novità che arriveranno dal prossimo E3 di Los Angeles.
CERTEZZE
- Scelte morali importantissime come da tradizione Bioware
- La classe del Bounty Hunter sembra essere molto divertente una volta sviluppata a dovere
DUBBI
- Tecnicamente non fa gridare al miracolo