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Un fiore digitale

A San Francisco, prima prova con Kinect di Child of Eden, nuova creatura di Tetsuya Mizuguchi

PROVATO di Antonio Jodice   —   28/02/2011
Child of Eden
Child of Eden
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Versione testata: Xbox 360

Uno dei giochi che più attendevamo di provare all'evento organizzato da Microsoft a San Francisco era senz'altro Child of Eden di Tetsuya Mizuguchi coi suoi Q Entertainment. Per chi non lo sapesse, Mizuguchi è uno dei più talentuosi e celebri game designer di tutto il Giappone con alle spalle collaborazioni importanti e alcuni tra i titoli che hanno fatto la storia dei videogiochi e di Sega: Sega Rally Championship, Sega Rally 2, Space Channel 5 e, soprattutto Rez.

Un fiore digitale

Quest'ultimo, uno shooter su binari legato a doppio filo con la cultura pop e dance, sembra aver dato l'inprinting per questo Child of Eden, tanto più interessante perché si presenta come uno dei primi titoli hardcore per Kinect e, visto il pedegree del suo ideatore, è da tempo che lo tenevamo d'occhio dopo aver provato la versione per PlayStation 3 che sfrutta il joypad (ricordando che anche su Xbox 360 sarà possibile giocare con il pad). Per i Q Entertainment, la versione Kinect è quella che riesce a catturare l'essenza del progetto ed un nuovo modo di approcciare un titolo del genere. Finalmente abbiamo giocato, liberi dal pad e con una buona dose di meraviglia per quel che accadeva su schermo.

Il potere nelle mani

A detta del team, quando Microsoft stava preparando il lancio del Kinect, quasi tutti i principali sviluppatori nipponici erano stati contattati per produrre software che lo utilizzassero. Child of Eden stava ancora nascendo e a Mizuguchi è sembrato il titolo ideale con cui iniziare a sperimentare con la nuova periferica per Xbox 360. L'ambientazione del gioco è a metà tra l'onirico e il lisergico, con una bellissima ragazza, che compare in una serie di filmati intercalati nei cinque livelli del gioco (che potranno essere giocati più volte e in diverse modalità), perché intrappolata in questo strano mondo in cui uno strano virus si sta diffondendo, contaminandolo. Il giocatore deve distruggere i conglomerati del virus, affrontando creature poligonali e boss di fine livello e purificando questa realtà, liberando anche la ragazza. Quello che accade su schermo è semplicemente meraviglioso, tra petali di rosa poligonali che si flettono sinuosi e mille effetti su schermo che rendono una realtà unica e affascinante. Torna il legame a doppio filo delle produzioni di Mizuguchi con la musica che interagisce pesantemente con i colpi messi a segno dal giocatore, mentre creano improvvisazioni ritmiche e melodiche sulle tracce house che popolavano il solo livello che ci è stato fatto provare. Giocare a Child of Eden è piuttosto semplice: su schermo è visibile un mirino che si comanda muovendo o la mano destra o quella sinistra.

Un fiore digitale

Battendo le mani, è possibile alternare lo sparo automatico con un sistema di lock, che permette di selezionare più bersagli contemporaneamente, con uno colpo multiplo che si rilascia muovendo la mano verso Kinect, in profondità, come a scagliare una sfera di energia. Bisogna fare solo attenzione perché alcuni nemici non possono essere lockati e quindi bisogna velocemente alternare i due metodi di sparo per accumulare moltiplicatori di punteggio sempre più alti.
Continuando ad inanellare uccisioni, si carica una smart bomb che disintegra qualsiasi cosa appaia su schermo e che si lancia o alzando entrambe le mani verso l'alto o scalciando con un piede, a seconda che si giochi da seduti o in piedi. Il sistema è quindi molto immediato e si può cambiare in qualsiasi momento la mano sinistra con la destra, in modo da non stancarsi dopo prolungate sessioni di gioco. I controlli sono precisissimi con il mirino che risponde immediatamente a qualsiasi sollecitazione del giocatore, che può anche leggermente variare l'inquadratura, spingendo il mirino a bordo schermo e cercando di inseguire e distruggere tutti i nemici per ottenere punteggi sempre più alti come in ogni shooter vecchia scuola che si rispetti.

Un fiore digitale

Tra l'altro, collegando fino a quattro pad contemporaneamente, è possibile sentirli vibrare a tempo di musica e di uccisioni, in modo da poterli dare ad amici seduti intorno al televisore, che stiano assistendo alla partita così da farli sentire più partecipi di quello che non può essere che definito un vero e proprio spettacolo audiovisivo, tra strisce energetiche, particelle animate che esplodono in mille colori, mentre questa bellissima ragazza appare in un mare di petali di fiore, chiedendo il nostro aiuto. Lo stage provato si chiude con un boss di fine livello, una specie di creatura poliforme che, dopo averne ucciso il cuore centrale, si trasforma in un fiore gigante che si schiude tra lampi di colore. Posto che i cinque livelli previsti non sono tantissimi e che, quindi, bisognerà valutare la rigiocabilità del titolo e tutte le modalità presenti, di cui ancora non si è potuto provare niente, non ci resta che aspettare con attenzione l'uscita di Child of Eden, soprattutto ora che abbiamo avuto conferma che Mizuguchi ci possiamo aspettare solo notizie piacevoli.

CERTEZZE

  • L'uso di Kinect
  • La cura realizzativa
  • Ipnotico

DUBBI

  • Longevità
  • Le modalità aggiuntive da verificare