Una settimana di grandissima importanza questa appena passata. Sette giorni che hanno visto il rilascio dei due hardware portatili più chiacchierati del momento, ovvero il Nintendo 3DS e Apple iPad 2, due macchine diversissime ma accomunate da tanti bei giochi, dei quali abbiamo parlato in due speciali.
Ma questa è stata anche (e soprattutto) la settimana in cui è uscito Crysis 2, che noi abbiamo abbondantemente coperto con l'esaustiva recensione di Umberto Moioli, e sempre in tema di giudizi finali, siamo anche usciti con Okamiden, sequel del bello ma sfortunato Okami e con lo speciale sulla versione PC di Dragon Age II. E per abituarci alla vista del sangue siamo tornati a giocare con il nuovo Mortal Kombat.
Partiamo proprio con Dragon Age II, di cui ormai si è detto tutto, almeno della versione console, di conseguenza ci è sembrato doveroso fare il punto della versione per home computer. Se il primo episodio era fortemente PCcentrico, questa seconda iterazione è stata certamente pensata con un occhio di riguardo per le console di casa Sony e Microsoft, ma questo non vuol dire che non possa essere apprezzato anche da quelli che non si separano mai da mouse e tastiera.
Questa volta il passaggio da una piattaforma all'altra è meno traumatico rispetto a quanto è successo con Origins, che in sostanza offriva due esperienze differenti. Con Dragon Age II le visuali sono le medesime per tutte le versioni e la telecamera più ravvicinata è obbligata anche in funzione dei cambiamenti del design delle locazioni e del sistema di combattimento. Sebbene animazioni e visuali siano senza dubbio improntate all'azione e sebbene le meccaniche siano state semplificate, il combattimento è sempre basato sull'uso strategico delle abilità e sul gioco di squadra. Per questo mouse e tastiera hanno senza dubbio una marcia in più rispetto al pad. I dieci tasti rapidi per la barra delle abilità e l'accesso istantaneo alle pozioni permettono una gestione pressoché istantanea delle azioni e riducono ai minimi termini la perdita di tempo. Insomma con un PC potente e grazie al sistema di controllo mouse e tastiera la versione PC è senza dubbio quella consigliata per godere al meglio di Dragon Age II. Purtroppo i giocatori da scrivania, soprattutto se appassionati di GDR fantasy targati BioWare, sono anche quelli che sentiranno di più il peso di tagli e semplificazioni che "alleggeriscono" troppo le meccaniche di gioco. Ma per fortuna la mole di dialoghi e le interazioni del party con il mondo di gioco sono ancora lì e per gli amanti di questa nuova formula narrativa sono la componente fondamentale.
Mortalmente portatili
Entrambe hanno scatenato masse isteriche al day one, entrambe si portano in dote il peso di un progenitore di grandissimo successo, che ha dato il là chi in un modo, chi in un altro, a tanti cloni, sdoganando tecnologie e rivoluzionando i propri settori, se non di fatto creandoli. Va bene parlare di tecnologia ma i giochi? Su iPad 2 al lancio abbiamo i soliti noti, spinti però da un hardware più performante rispetto alla prima versione del tablet grazie a miglioramenti sostanziali al processore e alla RAM.
Il confronto con le controparti standard sono "impietose" in alcuni casi, basta vedere il frame rate stabile e le rinnovate texture di Infinity Blade, alla stessa maniera Real Racing 2 HD offre più pulizia e velocità, ma anche feature grafiche nuove di zecca come i riflessi sul parabrezza e i finestrini. Insomma più o meno tutte le software house stanno offrendo aggiornamenti corposi dei loro titoli per la versione iPad 2, di conseguenza a breve tra revisioni di vecchi prodotti e nuovi progetti il parco titoli di iPad 2 crescerà a dismisura. E Nintendo? Anche la casa di Kyoto propone per il 3DS un nutrito roster di affermati franchise, tutti con versioni rivedute e corrette per sfruttare le potenzialità, non solo 3D, dell'hardware a disposizione. L'esempio più calzante è Super Street Fighter IV 3D Edition, tanto bello graficamente quanto interessante sotto il profilo dell'esperienza di gioco multigiocatore, frutto di una più importante attenzione di Nintendo alla fruizione online e di tutti quelli che sono gli aspetti "social". Stessa cosa ha fatto Konami con Pro Evolution Soccer 2011 3D, più in generale la line up di lancio sembra coniugare qualità e quantità, in attesa che nei prossimi mesi si vedano i franchise storici di casa, Mario e Zelda. Dopo una bella videonteprima siamo tornati a parlare di Mortal Kombat che torna in tutto il suo splendore nostagico degli anni '90, e proprio come dice Umberto nel suo provato, questo potrebbe essere il limite più pesante della produzione NetherRealm Studios. Questo per dire che siamo davvero di fronte ad una versione agli steroidi di quanto giocato venti anni fa, un vero e proprio fan service, e che fan service potremmo dire, bellissimo da vedere, "storicamente accurato", e molto divertente da giocare, ma davvero legato a meccaniche per certi versi desuete, in cui lo spettacolo del grand guignol prevale sulla tattica e sull'equibrio generale. E per limare questa sensazione gli sviluppatori hanno inserito tantissimi nuovi contenuti e modalità di gioco e alcune inedite mosse speciali come la visuale a raggi X che ci fa vedere le ossa rotte nel dettaglio come in una radiografia, bianco e nero incluso.
Crisi celestiali
Strano il destino di Okami, adorato a suo tempo dalla critica ma praticamente ignorato dal pubblico. Un titolo troppo raffinato e particolare, ma davvero affascinante e originale. Okamiden, non è uno spin off, ma un sequel a tutti gli effetti, che non ha perso nessuno degli elementi tipici del predecessore. Lo stile non può scendere a compromessi insomma. Il gioco ruota tutto sull'uso del Celestial Brush, ovvero il potere divino del cucciolo Chibiterasu di dare vita a ciò che viene dipinto sul touchscreen: la maneggevolezza dello stylus rende questa pratica ancora più divertente del solito, anche se il gioco si dimostra a volte troppo pignolo nel richiedere all'utente un'estrema precisione dei tratti da disegnare.
Per il resto, il gameplay di Okamiden si divide equamente fra esplorazione, puzzle e combattimenti, con questi ultimi forse a costituire l'anello più debole della catena:
se si escludono i gradevolissimi - e spesso ingegnosi - scontri coi boss, le schermaglie con i demoni minori si risolvono in un button mashing dell'unico tasto deputato all'attacco e poco più, visto lo scarso livello di sfida offerto dalla stragrande maggioranza dei nemici.
Crysis 2 è arrivato, ed è esattamente quello che tutti si aspettavano, ovvero una buona boccata d'aria fresca nell'asfittico mondo degli FPS, un grandissimo titolo, tanto in single quanto in multiplayer, ma non un capolavoro immortale che verrà ricordato negli annali, ma un gioco di tutto rispetto, un 9.1 di grande impatto. Tante sono le differenze col primo episodio, a partire dall'ambientazione, niente più giungla, ma una New York devastata invasa dagli alieni, una nuova nanotuta, studiata per dare al giocatore differenti possibilità di approccio ai livelli, ora costruiti in modo più verticale, uniformandosi al contempo con un ritmo più serrato che in passato. Insomma tante novità castrate in parte da una trama non esaltante e da un'intelligenza artificiale che ancora avrebbe bisogno di diverse rifiniture. Elementi che vengono comunque aggirati dal comparto multiplayer che riesce ad aggiungere un enorme spessore all'esperienza di gioco soprattutto in termini di longevità e profondità delle meccaniche, facendo di Crysis 2 uno dei giochi più interessanti nel panorama multiplayer su console e PC.