Versione testata: Xbox 360
E' stato proprio Dead Rising 2, probabilmente, ad aprire la nuova politica di Capcom nei confronti dei DLC. Una novità partita da occidente, i contenuti scaricabili, ha trovato un'accoglienza incerta inizialmente tra gli sviluppatori nipponici, integrandosi poi in maniera progressiva e raggiungendo gli standard internazionali nelle produzioni più recenti. Case Zero, il primo DLC legato al secondo capitolo di Dead Rising, strutturato come un prequel e lanciato in anticipo rispetto al gioco principale proprio per rafforzarne la linea narrativa e preparare la strada al titolo maggiore, si è rivelato un successo enorme, almeno per quanto riguarda la storia del digital delivery Capcom. Da lì, il publisher di Osaka ha iniziato a guardare a questo nuovo sistema distributivo in maniera alquanto aggressiva, spingendosi a conseguenze piuttosto estreme: non è difficile immaginare che questo Off the Record sia partito inizialmente come classico DLC e poi abbia acquistato sempre maggiore sostanza fino a far propendere gli sviluppatori per un salto di qualità (e di quantità) verso la struttura stand alone.
In effetti, si presenta come una specie di ibrido tra un'espansione e un gioco completo. Vi si narrano le gesta di Frank West, celebre protagonista del primo Dead Rising, all'interno dell'ambientazione, della storia e della linea cronologica del secondo capitolo, come una sorta di versione alternativa del gioco originale. L'idea di una storia parallela e non successiva di per sé non stride necessariamente con la creazione di un nuovo capitolo, ma la caratteristica particolare di Dead Rising 2: Off the Record è il suo essere un vero e proprio capitolo alternativo, un "what if" che inserisce Frank nel ruolo di protagonista all'interno della struttura narrativa e dell'ambientazione che hanno già visto Chuck Greene come personaggio principale, come se quest'ultimo non fosse mai esistito, o almeno non fosse mai stato protagonista della storia. Ci troviamo dunque di fronte ad un gioco indubbiamente vasto e completo, che tuttavia riprende storia, personaggi ed eventi principali direttamente da quanto già visto in Dead Rising 2, caratterizzandosi dunque come una vera e propria via di mezzo tra DLC e gioco completo. Completo per vastità e durata del gameplay lo è indubbiamente, ma pure azzoppato da un riciclaggio quasi totale di elementi narrativi e di gameplay che ne castrano parzialmente il potenziale, si direbbe.
Frank torna in gioco
Si può vederla anche come esigenza creativa o coerenza con la serie, ma la scelta di far tornare in sella il vecchio Frank West sembra più dettata dalla volontà di accontentare la base di appassionati, tutti compatti nel considerare il biondo Chuck Greene inferiore al goffo fotoreporter, come carisma. Che Frank sia ormai un personaggio entrato nell'immaginario comune peraltro è dimostrato anche dal suo inserimento in giochi come Tatsunoko vs Capcom, a rimarcare come ci doveva essere, in un modo o nell'altro, ancora spazio per lui, che aveva lanciato con grandi speranze l'IP di Dead Rising e senza il quale quest'ultimo pareva destinato a non poter fare poi molta strada. Intendiamoci, Dead Rising 2 è stato un ottimo gioco, ma come rilevato all'epoca l'occidentalizzazione voluta da Capcom, tradotta nello spostamento dello sviluppo in Canada e nella scelta di un protagonista biondo, giovane, motociclista e aitante pareva tradire le fondamenta stesse della serie, che si proponeva come una visione puramente nipponica di un incubo mutuato dall'immaginario horror occidentale.
Lo "spirit" del primo capitolo, così folle, ironico, parossistico, è rimasto annichilito durante l'avventura di Chuck, in attesa di riemergere con una forza ancora più dirompente in questo spin-off. D'altra parte si tratta di personaggi diversi, a cui appartengono toni diversi: Chuck Greene è un uomo con una missione, che lotta per salvare la propria figlia e pertanto ha ben poco da scherzare. Dall'altra parte c'è Frank West, il fotografo sognatore e guascone, che dopo l'esperienza maturata nel primo capitolo ha accumulato anche una buona dose di spacconeria e che si lancia a capofitto nell'incubo di Fortune City con il solo scopo di tornare sulla cresta dell'onda, dopo che il successo conquistato come superstite della vicenda di Willamette ha subito il suo inesorabile declino. L'iscrizione all'horror-show "Terror is Reality" è allora per lui solo un modo per guadagnare soldi facili e "tornare in gioco", mentre per Chuck si trattava di raccogliere fondi per le cure mediche della figlia. Allo stesso modo la necessità di raccogliere dosi giornaliere di Zombrex non è qui accompagnata dalla spinta protettiva nei confronti di una bambina malata, ma è dettata dal motivo tutto individualistico della sopravvivenza, giorno per giorno. La differenza tra i personaggi principali non è un elemento di contorno, dunque, ma caratterizza l'intera visione dell'incubo di Fortune City e lo spirito generale del gioco.
Terror is entertaining
Off the Record è dunque probabilmente il "vero" Dead Rising 2 per gli appassionati, contenendo tutte le buone evoluzioni inserite con il secondo capitolo, la storia maggiormente complessa presente in questo ma con il tono sferzante dettato dal protagonista originale. Presente dunque la possibilità di creare le armi "custom" unendo più oggetti secondo schemi predefiniti, il multiplayer cooperativo (con Frank e Chuck fianco a fianco) e gli affinamenti al sistema evolutivo del personaggio già sperimentati nel secondo capitolo. In più, troviamo in questo spin-off un nuovo sistema di salvataggio che introduce degli agognati check-point intermedi inseriti nelle fasi più "calde", ad esempio prima di uno scontro con un boss, una soluzione che scarica un po' il giocatore dalla tensione del salvataggio troppo distante, cifra stilistica della serie. Con Frank West torna inoltre l'inseparabile macchina fotografica, che introduce un ulteriore elemento di gameplay non del tutto secondario, inserendo, parallelamente alle missioni e alla macellazione di zombie, la sfida costante alla foto più quotata secondo vari parametri (drammatico, horror, erotico e umoristico). Le due maggiori introduzioni inedite sono tuttavia la nuova zona di Uranus, una sorta di enorme parco giochi dove l'umorismo demenziale e i commenti sarcastici del protagonista trovano finalmente libero sfogo in soluzioni spesso grottesche (vedere alcuni completi e armi a tema utilizzabili, ad esempio) e la nuova modalità "sandbox", che si sviluppa parallelamente alla storia principale consentendo al giocatore di dedicarsi all'eliminazione scellerata di zombie senza la preoccupazione costante delle scadenze temporali, muovendosi liberamente all'interno dell'ambiente di gioco senza seguire una trama ma attivando via via alcune sfide specifiche. I punti prestigio e il denaro accumulato in questa modalità, peraltro, possono essere impiegati nella modalità storia, cosa che crea dunque una connessione tra le due opzioni e unisce l'utile al dilettevole, rendendo il sandbox non solo un modo per "rilassarsi" dagli impegni della campagna ma anche per incrementare il livello e le possibilità economiche del protagonista.
La redenzione di Frank?
L'interrogativo principale di fronte a una produzione di questo tipo è palese: vale la pena spendere i soldi richiesti per l'acquisto di un gioco completo per una storia che essenzialmente si conosce già e un mondo che è già stato esplorato? In effetti, nel caso in cui si sia giocato a fondo il secondo capitolo, la sensazione di ripercorrere strade già battute in precedenza non tarda a emergere e il nuovo punto di vista dato dalla presenza di Frank non basta a rendere nuovamente interessante una trama - non troppo complessa di suo, peraltro - i cui nodi si conoscono già. Tuttavia, tra le nuove introduzioni e lo spirito tipico del protagonista originale il bilancio complessivo sembra positivo e l'acquisto potrebbe essere ben motivato anche perché la struttura del gioco non rende poi la trama principale così fondamentale nell'apprezzamento del gioco, data anche l'introduzione di numerose sotto-quest nuove create per l'occasione.
Per il resto, però, non ci sono particolari evoluzioni in vista, anche sul piano tecnico: gli sviluppatori assicurano un numero ancora maggiore di zombie ma certo non è facile capire se la promessa sia stata mantenuta, vista la grande quantità di corpi già presenti sullo schermo all'epoca del secondo capitolo, mentre ulteriori evoluzioni dal punto di vista grafico non risultano, a parte forse una maggiore fluidità generale all'interno delle ambientazioni chiuse. Ovviamente, una build provvisoria come quella utilizzata per la prova non è da prendere in considerazione per valutazioni dal punto di vista tecnico, come dimostrano i frequenti e lunghi caricamenti presenti in questa versione, che dovrebbero invece essere fortemente ottimizzati nella versione definitiva.
CERTEZZE
- Frank West si porta dietro il vero spirito di Dead Rising
- Il Sandbox è un'aggiunta stimolante
- Il nuovo sistema di salvataggio lenisce la frustrazione tipica
- Interessante la nuova zona esplorabile
DUBBI
- Maggiori variazioni narrative sarebbero auspicabili
- Nessuna variazione strutturale ad un gameplay già a rischio monotonia
- L'interrogativo di base rimane: vale la pena acquistare come gioco nuovo una sorta di remake?