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Terrore dallo spazio profondo

Lo spirito di UFO: Enemy Unknown torna in vita in un remake moderno che non rinuncia all'innovazione

ANTEPRIMA di Mattia Armani   —   19/10/2011
Xenonauts
Xenonauts
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Quando si parla di tecnologia videoludica le grandi compagnie, con i loro fondi, finanziano salti in avanti di una certa entità in tutte quelle cose costose come il motion capture sempre più complesso, il climbing dinamico di Assassin's Creed, il depth of field di Uncharted 2 e via dicendo. Tutti elementi fondamentali per l'innovazione ma spesso, proprio per l'elevato costo, queste novità vanno incontro a utilizzi limitati oppure devono essere replicate in cinque o sei titoli differenti in modo da riassorbire l'investimento e renderlo fruttuoso. Per fortuna questo non capita con le realtà "minori", in buona parte grazie al PC che veglia da sempre sulle nuove leve dell'industria e che solo per questo andrebbe difeso senza esitazione, e così alcuni generi, spesso complessi e silenziosamente innovativi, sono tornati di prepotenza grazie al digital delivery e ai tool sempre più agili. Ed ecco che il lato "debole" del videogaming, nelle mani degli sviluppatori prezzolati, è diventato un'arma per combattere la staticita e la perdita di valide esperienze. Un fenomeno che preoccupa una buona parte degli appassionati di quella che ormai è la sesta arte e che merita considerazione per non cedere ai pesanti fardelli commerciali che la sovrastano.

L'ultima speranza dell'umanità

Come Paradox con Cartel, che vuole sfidare il mercato con un titolo che rispetti lo spirito di Syndicate, anche Goldhawk Interactive ha deciso che il concept originale della serie X-COM non può morire. Xenonauts, il cui sviluppo è avanzato ma deve ancora passare da alcune scelte decisive, vuole infatti riportare in vita uno degli elementi fondamentali dei primi X-COM ovvero l'incredibile pathos, e per farlo deve ricreare tutti gli elementi del primo capitolo che sono piccoli tasselli indispensabili di una formula incredibilmente avvicente.

Terrore dallo spazio profondo

In sostanza il titolo è ambientato in un mondo sotto attacco da parte di una temibile forza aliena e difeso da un'ente indipendente che cerca di fermare l'invasione. I governi dubitano dell'efficacia della cosa e qualcuno pensa persino di allearsi agli invasori. È compito degli Xenonauts convincere i politici del contrario e ottenere fondi per rovesciare una situazione disperata. Gli alieni hanno infatti a disposizione tecnologie avanzatissime capaci di perforare armature, controllare la mente degli uomini e distruggere enormi aree. Per trionfare è dunque necessario scoprire i segreti della tecnologia nemica, fondare e difendere basi, addestrare gli uomini e farli sopravvivere in battaglia perchè diventino sempre più esperti. Ogni missione è ambientata in una mappa isometrica e ha come protagonisti un manipolo di uomini da condurre verso la conquista della zona. I personaggi sono controllati attraverso un classico sistema a turni che prevede modificatori alla mira in base alla distanza, all'abilità dei combattenti e alla copertura che ora gode di un sistema più complesso e moderno, capace di sfruttare effettivamente le superfici disponibili. Ogni obiettivo conquistato, che spazia dalla difesa di basi e città fino alla cattura di velivoli alieni, incrementa guadagni e favore dei governi mentre ogni sconfitta corrisponde a una perdita monetaria e convincerà sempre più i capi di governo più deboli che la scelta migliore e quella di lasciarsi assoggettare.

Lo spirito di UFO: Enemy Unknown

Il primo elemento fondamentale ripreso dal titolo Microprose è la mappa del mondo, immersa nell'oscurità dello spazio. Riproposta qui in in forma bidimensionale e in risoluzione maggiore la mappa mantiene gli stessi toni e lo stesso stile dell'originale consentendoci di controllare lo spazio aereo, intercettando le astronavi degli invasori, e di spostare le nostre truppe verso le zone attaccate dagli alieni. I velivoli in Xenonauts sono differenti, e si rifanno a caccia ed elicotteri reali, ma assolvono le medesime funzioni. Il Chinhook è un trasporto truppe mentre l'F17 Condor e il MiG-32 Foxtrot si occupano di abbattere i dischi volanti. Anche le sezioni a terra ricalcano fedelemente la formula strategica a turni originale, anche se dal punto di vista estetico gran parte dello stile di UFO: Enemy Unknown, analogamente a quanto successo con i Lemmings, è legato alla bassa risoluzione. Oggi è difficile riproporre una formula simile e gli sviluppatori hanno infatti deciso di cambiare strada riproponendo un titolo meno unico nello stile ma capace di mostrare maggiori dettagli e animazioni decisamente più fluide e complete di quelle che si mimetizzavano tra i grossi pixel di UFO: Enemy Unknown.

Terrore dallo spazio profondo

Dal punto di vista concettuale invece la struttura è identica con una schermata per equipaggiare gli uomini che precede l'ingresso in campo della squadra. Una volta in azione sarà quindi necessario orientare gli uomini per ampliare il campo visivo della squadra ed evitare imboscate visto che gli alieni, come nel titolo sopra citato, non ci attaccheranno in massa ma ci aggireranno, aspetteranno e si nasconderanno. Un punto fondamentale del concept infatti è che ogni mappa sia un inferno di ombre, angoli e finestre, con proiettili capaci di spuntare dal buio per eliminare o, anche peggio, terrorizzare i nostri uomini mandandoli letteralmente fuori di testa. Per questo sono stati mantenuti la visuale molto ampia, la distanza di fuoco estrema, il campo visivo dei soldati limitato e soprattutto la distruttibilità dell'ambiente. Quest'ultima tra l'altro è una grande innovazione della serie X-COM, almeno nel campo degli strategici, che consente di impiegare gli esplosivi per stanare il nemico abbattendo le strutture. E non manca nemmeno la Xenopedia, una raccolta di schede informative, corrispettiva dell'Ufopedia, che rappresenta un elemento fondamentale per ammantare di scientificità, sostenendo così l'atmosfera fantascientifica del titolo, tutti gli elementi del gioco.

Non solo un remake

Xenonauts non sarà un semplice remake ma un'evoluzione. Per questo il team ha vagliato diverse novità anche se non tutte sono state implementate in via definitva. I duelli aerei, per esempio, includeranno diversi veicoli per parte, e offriranno nuove opzioni di attacco e difesa e potrebbero includere anche veri e propri squadroni da tre velivoli per aumentare ulteriormente il tenore tattico delle battaglie aeree.

Terrore dallo spazio profondo

Inoltre, e questo è senza dubbio da acquolina in bocca per i fan della serie, i cittadini sono più intelligenti e sono affiancati da unità controllate dalla CPU che ci possono aiutare a combattere. Il dubbio del team in questo caso riguarda la possibilità di implementare anche veicoli controllati dall'intelligenza artificiale ma non è stata ancora presa una decisione definitiva in merito. Il ruolo delle unità non controllate dal giocatore sarà ovviamente marginale, con ruoli soprattutto difensivi, ma dovrebbe dare l'idea di un mondo vivo e in lotta contro gli invasori. Un altro elemento di fondamentale importanza è l'introduzione di nuove condizioni per ottenere la vittoria in una missione. UFO: Enemy Unknown infatti spesso ci chiedeva di girovagare per turni e turni alla ricerca dell'ultimo alieno che, terrorizzato, continuava a evitare i nostri soldati. In Xenonauts in casi come questi sarà possibile cambiare obiettivo tenendo per esempio l'ufo alieno sotto il controllo umano per un determinato numero di turni.

Il vero erede di UFO: Enemy Unknown?

In sostanza Xenonauts vuole rimetterci di fronte a quel portello che si abbassa mentre i nostri uomini tremano di paura e il buio là fuori nasconde chissà quali creature spaventose. La nostra speranza è che la difficoltà di questo remake sia paragonabile a quella di UFO: Enemy Unknown, una vera sfida quindi, sia gestionale che strategica, magari alleggerita da alcune situazioni frustranti che caratterizzano il primo X-COM. Certo è davvero difficile recuperare l'atmosfera dell'originale cambiando grafica e soprattutto epoca. Ma la sfida in sostanza è proprio questa. Riproporre, in ogni dettaglio, un concept favoloso che potrebbe comunque dare molto ai videogiocatori più coraggiosi. I pericoli ovviamente sono gli stessi affrontati dai vari cloni che in questi anni non sono mancati, a conferma della bontà della formula. Stiamo parlando dei vari UFO: Aftermath e Aftershock, titoli validi ma mai abbastanza da reggere il confronto, soprattutto per quanto riguarda bilanciamento, atmosfera ed elementi di contorno. Ma questa volta, anche se buona parte dei dettagli sul gioco sono ancora semplici dichiarazioni, sembra che l'intenzione di riportare in vita il classico Microprose sia più forte che mai.

CERTEZZE

  • Il ritorno di un concept strepitoso
  • Perfezionamento della formula originale
  • Strategia a turni al top delle possibilità

DUBBI

  • Ricreare la magia non è un compito facile
  • Bilanciare un titolo del genere è un compito arduo