La serie de I Cavalieri dello Zodiaco, derivata da un anime nipponico di indubbio successo, è una di quelle che insieme a un altro paio, come Ken il Guerriero, l'ha fatta da padrone tra gli anni '80 e '90 nella cultura dei teenager di tutto il mondo. Numerose le scorribande anche nel campo dei videogiochi, ma questo Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco: La Battaglia del Santuario, in uscita a Marzo su PlayStation 3, ci ha colto di sorpresa, anche se affidato alle mani esperte dei Dimps, gruppo che già ha prodotto una versione per PlayStation 2 e che ha sviluppato numerosi videogiochi legati al mondo di Dragon Ball.
Ovviamente, si tratta di un picchiaduro a scorrimento, che segue gli eventi della saga delle 12 Case, ovvero quella che vede protagonisti i cavalieri di Bronzo nel tentativo di sconfiggere il Grande Sacerdote e salvare Atena da una morte certa. In questa atmosfera da completo amarcord, abbiamo iniziato l'avventura con un codice che ha tutta l'aria di essere quasi definitivo per vedere di cosa si tratta.
Come te la racconto
Come da tradizione per questo genere di prodotti, in Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco: La Battaglia del Santuario la storia su cui si basa la trama del gioco è raccontata nei minimi dettagli da lunghe sequenze animate, tutte sottotitolate in italiano, ma con l'audio che mantiene l'originale doppiaggio in giapponese. Filmati in computer grafica si alternano alle sequenze realizzate col motore di gioco poligonale, che viaggia a 60 fotogrammi al secondo, ma che non brilla certo per le prestazioni che è in grado di esprimere a schermo. Il gioco rispecchia indubbiamente l'aspetto della serie animata di riferimento e il look un po' scarno si affianca a una tecnica di renderizzazione molto semplice in cui la brillantezza dell'oro, del bronzo e dell'acciaio delle armature la fanno da padrone. Le animazioni sono molto fluide, ma i personaggi ci sono parsi un po' rigidi, la cosa che, d'altro canto, fa piacere è che hanno una miriade di mosse e di combo a disposizione. All'inizio, c'è una lunga fase tutorial, in cui si imparano i colpi base, con un Pegaso che prende conoscenza col colpo forte e quello veloce, combinando i quali si realizzano tutte le combo a disposizione. Ogni personaggio, non si controlla infatti solo il cavaliere del
cavallo alato, ha una mossa speciale che si esegue semplicemente premendo il cerchio, mentre la barra d'energia del cosmo, subito sotto a quella vitale, si consuma. Questa energia si attiva, in combinazione anche con la parata, premendo i tasti dorsali insieme a quelli delle mosse normali, sfoggiando tecniche e abilità peculiari del combattente. Per sconfiggere i boss di fine livello, viene in aiuto anche il settimo senso, che richiede molta energia del cosmo e che consente di colpire i cavalieri d'oro quando espongono il loro punto debole, rallentando l'azione e consentendo al giocatore di eseguire le mosse più spettacolari connesse con la loro costellazione. Gli scontri tra i nemici emblematici della serie sono intervallati dalle sezioni in cui si risale lungo le scalinate che collegano le 12 case, lungo le quali si viene assaliti da nugoli di soldati "semplici", con i quali dare sfogo alle combo più interminabili che ci è dato vedere da un po' di tempo a questa parte. Distruggendo gli oggetti, pochi, interattivi lungo gli stage si raccoglie nuova energia, cosmo e anche una serie di bonus che vanno a modificare tre valori indicati a sinistra nello schermo: attacco, difesa e cosmo, che si modificano anche realizzando catene di uccisioni senza errori, come un moltiplicatore.
Alla fine di tutto
A parte la realizzazione tecnica, quel che ci ha un po' fatto storcere il naso di Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco: La Battaglia del Santuario è la gestione della telecamera che, nelle fasi in cui bisogna risalire lungo le casate, non può essere in alcun modo orientata, restando fissa alle spalle del giocatore e diretta verso la direzione in cui bisogna avanzare. Questo comporta il fatto che, quando si viene circondati da decine di nemici (immaginate nugoli di avversari sulla falsariga di quanto accade in Dynasty Warriors di Koei), per colpire con cognizione di causa quelli che ci arrivano alle spalle bisogna indietreggiare fino a quando si hanno tutti davanti. Questo, per il momento, visto che il gioco non è difficilissimo, non ha comportato grossi fastidi, ma è una scelta un po' oscura nell'economia di un titolo del genere. Parlando proprio della difficoltà, ce ne sono quattro livelli, ad ognuno dei quali corrisponde un numero diverso di crediti da usare per poter rinascere dopo un'eventuale morte prematura (oltre, ovviamente, a una diversa cattiveria degli avversari). Un altro aspetto che, invece, ci ha colpito favorevolmente è quello che porta al termine di ogni livello a ottenere un punteggio che determina l'acquisizione di un numero diverso di punti cosmo, che possono essere spesi per migliorare le caratteristiche del personaggio.
Non si tratta di uno sparuto aspetto da RPG, ma la possibilità di migliorare tutte le statistiche fondamentali, spendendo il pacchetto di punti necessari per far progredire ognuna di esse. Oltre che per questo, i punti servono per imparare nuove tecniche di combattimento e persino le mosse speciali del cosmo, quelle cui ci riferivamo quando abbiamo parlato degli scontri con i boss di fine livello. Insomma, a una giocabilità spettacolare e non molto tecnica, che si basa principalmente sullo stimolo a inanellare combo e punteggi più alti, si affianca una grande profondità di opzioni e di alternative nella crescita del protagonista. A un mese dall'uscita, quindi, siamo certi che i tanti fan della saga saranno più che curiosi di saperne di più e di gustarsi un po' di video del gioco, che è oramai pronto per gli scaffali dei negozi dello stivale, sperando che sappia combinare un po' di inevitabile fan service con idee che sappiano donargli il giusto spessore.
CERTEZZE
- Una serie intramontabile
- Tanti personaggi, mosse e combo
- Il sistema di evoluzione dei cavalieri
DUBBI
- La telecamera
- Reparto tecnico da valutare a fondo