Quello dei MOBA è un formato che funziona: lo dimostrano l'eterna popolarità di League of Legends, Pokémon Unite e DOTA 2 e l'investimento di Valve in un nuovo titolo che combina il genere con gli sparatutto in terza persona. Dopo aver giocato qualche partita a Dragon Ball Project: Multi, possiamo dire che infondere il genere delle meccaniche e dei personaggi dell'iconico universo di Akira Toriyama è una ricetta per il successo, nonostante l'intrinseca confusione di questa tipologia di videogiochi.
Sviluppato da Ganbarion Co e prodotto da Bandai Namco, questo MOBA in arrivo nel 2025 rompe subito con uno dei pilastri del genere perché si compone di battaglie quattro contro quattro. La struttura della mappa, la progressione degli obiettivi, la presenza di nemici controllati dal computer e la progressione interna di ciascun personaggio risulteranno molto familiari a chi conosce il genere. Chi invece è un novizio completo dei meccanismi dei multiplayer online battle arena, invece, si ritroverà decisamente disorientato.
Questo progetto, infatti, sembra rivolto a chi già conosce il funzionamento delle fasi di corsia e a chi sa cosa vuol dire "andare a fare giungla". Attirare i fan di un genere grazie a un gameplay leggermente diverso e a una proprietà intellettuale famosa, però, è una strategia rischiosa, soprattutto se i fan di Dragon Ball, davanti a una nuova esperienza nel loro universo preferito, si ritrovano in un gioco dalle dinamiche oscure e intrinsecamente complesse.
A venire in aiuto di quest'ultimo gruppo di appassionati, però, c'è il fatto che questo titolo è pensato come videogioco per dispositivi mobile. Ciò vuol dire controlli più semplici, eliminazione di buona parte delle complessità tipiche del genere e una gestione degli scontri tra giocatori decisamente più basilare.
Un MOBA in tutto e per tutto
Dragon Ball Project: Multi ha una mappa divisa in due corsie, ha una grande giungla nel centro e ogni giocatore deve preoccuparsi di attaccare le barriere divine nemiche (difendendo le proprie) per raggiungere la Sfera del Drago avversaria. La prima squadra che ci riesce vince la partita. I primi minuti di gioco, come in ogni MOBA, si passano ad affrontare i nemici controllati dal computer sparsi per la mappa in modo da aumentare i propri punti esperienza, salire di livello e sbloccare le diverse mosse che, per ogni personaggio, sono tre più una ultimate.
Dopo un po' iniziano le interazioni con gli avversari perché viene raggiunto il livello sufficiente sia per resistere a qualche colpo, sia per infliggere abbastanza danni. In questi momenti il vero potenziale del gioco si palesa in grande stile. Quando più giocatori cominciano a convergere sulla stessa divinità a guardia di una barriera, le abilità iniziano ad accumularsi in uno spettacolo di onde energetiche che rivela l'autentico spirito esagerato del mondo di Dragon Ball.
Le barriere degli dei non sono l'unico punto di frizione di una mappa: come in LoL, ogni tot compaiono dei boss nella giungla e la loro eliminazione conferisce alla squadra che ha dato il colpo di grazia dei danni aggiuntivi alle barriere nemiche, una spinta che, spesso, è l'inizio del processo che porta una squadra a ottenere la vittoria.
L'unico elemento di personalizzazione dei guerrieri che abbiamo notato è la possibilità di selezionare un aiutante a inizio partita che può conferire vantaggi all'attacco, alla difesa o alla velocità. Questi assistenti sono solo sei nella beta: Bubbles e Icarus migliorano il movimento dei giocatori, ma non riescono ad avere un impatto sufficiente da giustificare la loro scelta a inizio partita. Cabba e King sono, rispettivamente, il potenziatore delle difese (ottimo per sopravvivere sotto torre) e quello dell'attacco per massimizzare i danni alle barriere nel momento in cui sono più vulnerabili.
Chiudono la lista Botamo, un aiutante che costringe un nemico a scontrarsi con il giocatore che lo ha attivato e l'iconico Contadino col Fucile che, quando schierato, si trasforma in una torretta efficacissima. Le abilità speciali di questi aiutanti possono essere usate con un tempo di ricarica e aggiungono un leggero grado di personalizzazione all'esperienza senza complicarla troppo. Per questo motivo ci sono sembrate un buon sostituto per il sistema di creazione di una build tipico del genere.
I personaggi, i pregi e i difetti
I personaggi che erano disponibili nel corso della beta rappresentano bene la filosofia che gli sviluppatori adotteranno dopo il lancio per l'aggiunta di nuovi eroi giocabili. A volti noti come Goku Super Sayan, Vegeta Super Sayan, Majin Boo, Trunks del Futuro, Crilin e Gohan (il personaggio peggiore del gioco), infatti, sono stati affiancati Cooler e Zamasu. Questo vuol dire che nel futuro di Project: Multi ci saranno sia icone del mondo di Dragon Ball sia personaggi che non sono proprio stati al centro dell'attenzione.
Come ogni MOBA che si rispetti, poi, durante la beta alcuni eroi (Vegeta e Zamasu) erano decisamente più forti di altri. Questo perché la loro classe, quella dei tank, era nettamente in vantaggio rispetto agli eroi da danno o a quelli tecnici, ovvero di supporto. La Kamehameha di Goku è un ottimo attacco dalla distanza, e trasformare i nemici in caramelle con Majin Boo è sempre divertente, ma gli attacchi ad area dei tank riescono a paralizzare l'avanzata avversaria e a infliggere diversi danni a più nemici contemporaneamente. Zamasu, poi, ha una passiva che gli rigenera la salute nel tempo, cosa che gli permette di avere un potenziale offensivo quasi illimitato.
Il bilanciamento è un punto focale di ogni MOBA che prova ad arrivare sul mercato quindi, a meno di un lancio nei primissimi mesi del 2025, c'è tutto il tempo per rivedere l'efficacia dei personaggi più problematici. Il difetto più evidente di questo gioco, invece, è proprio il genere di appartenenza intrinsecamente ostile verso i nuovi giocatori. La semplificazione degli obiettivi, del sistema di aiutanti e del flusso di gioco (la mappa è molto più semplice rispetto alla concorrenza) fa molto per abbattere le inevitabili barriere tra il novizio e Project: Multi.
Il problema nasce quando chi non ha familiarità con i MOBA vuole solo menare le mani con i protagonisti di Dragon Ball su smartphone perché andare in faccia agli avversari senza livellare e senza avere coscienza dello stato della mappa equivale a morte certa e, inevitabilmente, al sopraggiungere della frustrazione. Chi invece conosce anche solo di striscio questo genere, e ama Dragon Ball, potrebbe ritrovarsi tra le mani un piacevolissimo passatempo (le partite durano in media 20 minuti) che ripropone in forma leggermente più tattica l'esagerazione e la spettacolarità tipiche di questo universo.
Dragon Ball Project: Multi è un MOBA semplice ed esplosivo che traduce, con diverse buone idee, il caos tipico di questo franchise in uno scontro tattico quattro contro quattro. La personalizzazione dei personaggi è quasi completamente assente e la mappa ha una struttura semplice e intuitiva, così come la giungla e i vari boss che compaiono. Chi non ha familiarità con i MOBA, però, si ritroverà immerso in una logica apparentemente confusa e priva di senso, una sensazione che il gioco fa molto poco per combattere. Affidarsi ai fan dei MOBA e non agli appassionati di Dragon Ball per trovare il proprio pubblico è una strategia rischiosa che, però, con un tutorial molto più dettagliato e una community volenterosa (che si prenda la briga di spiegare tutto e bene ai nuovi arrivati), questo potrebbe diventare un divertente titolo mobile (sarà disponibile anche su Steam) e un'altra traduzione videoludica riuscita dell'universo di Dragon Ball.
CERTEZZE
- Combattimenti spettacolari
- Personalizzazione semplificata al massimo
- Mappa semplice da navigare e sfruttare
DUBBI
- Oscuro e confuso per i nuovi giocatori