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Age of Mythology

Se dovessimo trovare un gioco che in questa fiera ci ha assolutamente entusiasmato, questi è proprio Age of Mythology , di cui abbiamo avuto il piacere di assistere ad una presentazione privata nella quale uno dei programmatori ci ha illustrato gli aspetti più importanti del titolo e mostrato diversi minuti di gameplay delle tre popolazioni presenti. Ascoltate dalle parole del nostro inviato, assolutamente entusiasta dell'esperienza, coas vuol dire trovarsi di fronte ad un capolavoro...

ANTEPRIMA di La Redazione   —   02/06/2002
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Gioco mitologico?

Anche le animazioni delle unità (tra tutte la Medusa capace di rendere di pietra i nemici, o ancora meglio il "muflone" che scalcia le unità spingendole diversi metri oltre la zona di partenza) lasciano senza fiato: vedere volare il drago è letteralmente uno spettacolo, ed anche se mancano diversi mesi alla fine dello sviluppo siamo certi che in questo E3 l'aspetto grafico sia stato volontariamente potenziato nelle ultime settimane.
Certo un gioco non è un capolavoro solo per la grafica o per l'appeal visivo che riesce a trasmettere, quanto per il gameplay che emana e con il quale riesce ad avvolgere il giocatore in una spirale dalla quale è difficile uscire: la scelta di limitare le fazioni presenti a 3 (i greci, le popolazioni nordiche e gli egiziani) potrebbe erroneamente fare pensare ad una mancanza di idee, ma alla Microsoft hanno semplicemente ereditato il concept che ha fatto la fortuna di Starcraft e lo hanno potenziato. Presentare tre fazioni completamente diverse tra loro, ognuna con pregi, difetti, stili di gioco unici e differenziati, può essere davvero efficace: e così è stato.
Se la civiltà Nordica riesce più velocemente a costruire gli edifici, che costano meno perchè utilizzano un unica risorsa, il legno, gli egiziani al contrario sono guidati dal Faraone che pregando davanti ad un tempio riceve mana senza limitazioni e può invocare creature a ripetizione. I greci, dal canto loro, posseggono una tale quantità di creature mitologiche (ecco spiegato il titolo e l'essenza di fondo del gioco) da fare impallidire persino l'esercito più imponente.
Cosa vi posso dire di più? Abbiamo visto evocare tempeste di meteoriti capaci di spazzare in un secondo un'intero villaggio, eserciti di Giganti pietrificati dallo sguardo di due Meduse, flotte marine inabissate da una tempesta incapace di dominare la propria potenza, splendide cutscenes cinematografiche realizzate con lo stesso motore del gioco per legare la storia di fondo...e questo lo abbiamo vissuto in venti minuti di gioco. Si, non vediamo l'ora di poter mettere le mani su una versione Beta per poterla giocare fino in fondo e riportarvi le nostre impressioni in maniera più profonda di quanto questo First Look possa permetterci, ma quello che ho visto, credetemi, è l'inno di gioia per gli appassionati di strategia. Nell'attesa, seguite Marco Fiscella, ed il suo Age of Empires Italia, che vi condurrà per mano fino a questo inverno, data di uscita prevista del gioco...

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Un gradito ritorno!

Quella di assistere ad una sessione di gioco privata con uno dei programmatori di Age of Mythology è stata davvero un'esperienza particolare, capace di farmi ricordare quanto possa essere bello aspettare un titolo e vedere che i risultati sono spettacolari quanto si sperava. Ricordo ancora un pomeriggio di qualche anno fa, quando insieme a mio fratello (che ha da poco varcato la soglia dei quaranta e si continua a perdere ogni notte tra i confini di Dereth...) vidi su una delle riviste allora più importanti, Pcgamer, quella che a memoria è la prima immagine diffusa di Age of Empires: vuoi per la scarsa attrazione che i giochi strategici, tutti uguali a sè stessi, cominciavano ad avere su di me, che con questo genere di giochi ero letteralmente nato,vuoi per uno shot particolarmente azzeccato, quel gioco ispirò immediatamente la mia vena pciista.
A quello splendido titolo, che dopo qualche mese confermò le mie più rosee previsioni, ne fece seguito uno ancora più seduttivo, videoludicamente parlando, quel Age of Kings che rimane ancora oggi nella top ten dei giochi assolutamente da provare. Il tempo passa, si sa, e ritrovarsi dopo così tanto tempo alla guida della redazione di M.it significa (purtroppo) vedersi limitate le ore passate davanti al computer per giocare in favore del lavoro di coordinazione e pianificazione. L'E3 di quest'anno non ha fatto certo eccezione, e nei pochi momenti che ho potuto ritagliarmi per tastare di persona i giochi più importanti è rientrato per fortuna l'incontro vis a vis con un membro degli Ensemble Studios, che in una stanzetta riparata dalla folla ha mostrato a me ed a altri pochi fortunati una sessione di gioco di quello che, senza paura di smentita, è uno degli strategici più belli che mi sia capitato di vedere.
Il gioco, per chi ancora non lo sapesse, non rappresenta a detta dei programmatori il terzo capitolo della saga di Age of Empires ma una sorta di spin-off che si distacca dalla linea temporale della serie e trasporta il giocatore in un mondo mitologico (fantasy al posto di riproduzione storica) nel quale magia e interventi divini la fanno da padrone. La prima cosa che salta all'occhio vedendo il gioco in movimento sono le animazioni: già, non la grafica, che , pur quanto splendida nella sua veste poligonale rimane comunque negli standard offerti dalle altre produzioni odierne, ma le routine di movimento implementate dagli sviluppatori. Vedere l'acqua che si muove vicino alla spiagga, andando a ricoprire il frangiflutti con effetti grafici raffinatissimi, lascia davvero entusiasti: per non parlare del fuoco, che per l'ennesima volta in un videogioco sembra superare i limiti ai quali eravamo abituati e ridefinire nuovi confini per l'intera produzione futura. Davvero splendido, e stiamo parlando di elementi di contorno.