Alien sta per tornare in formato videoludico ma, sorpresa sorpresa, è venuto fuori che si tratta di un titolo per piattaforme mobile chiamato Alien: Blackout, su cui cerchiamo di fare chiarezza in questa anteprima. Grande curiosità mista a un po' di delusione ovviamente da parte degli appassionati di Alien: Isolation che aspettavano un seguito "tradizionale" dell'ottimo survival horror fantascientifico di The Creative Assembly, ma la cosa non significa affatto che si debba trattare di un titolo privo di interesse. D'altra parte, il mercato mobile ha ormai assunto una notevole importanza e rientra pienamente nelle strategie anche di quelle software house che finora hanno avuto trascorsi impostati soprattutto su PC e console, dunque i progetti che riguardano queste piattaforme non sono più necessariamente operazioni di ripiego a basso budget, ma possono anche avere un notevole spessore, sfruttando brand di grande richiamo come in questo caso. Diablo Immortal ha dimostrato come i titoli sviluppati per smartphone vadano presi decisamente sul serio, pur svelando al contempo come i videogiocatori tradizionalisti non siano intenzionati a sottostare a questo nuovo trend.
Insomma, non si tratterà di un vero e proprio seguito di Isolation sviluppato da The Creative Assembly sull'ottima base costruita dal primo capitolo, ma questo Alien: Blackout ha comunque diversi elementi interessanti e potrebbe rientrare nei radar di tutti i fan della serie. D'altronde, "don't you guys have phones?" come direbbe qualcuno, dunque la possibilità di immergersi in questo nuovo titolo è più o meno garantita a tutti, visto che i videogiochi mobile da questo punto di vista tendono ad essere estremamente democratici. Certo, nella fattispecie è semplicemente impossibile replicare su uno smartphone lo stile di gioco tutto atmosfera, immedesimazione e puro terrore di Alien: Isolation, e infatti gli sviluppatori hanno deciso saggiamente di dirottare il progetto su un genere diverso, mettendo insieme un'esperienza di gioco più consona alla fruizione mobile.
Un orrore portatile
Non è ancora perfettamente chiaro di cosa si tratti, ma le prime informazioni collegano Alien: Blackout comunque a una matrice comune rispetto a Isolation, catalogandolo come horror, con elementi survival. In effetti, anche il primo trailer pubblicato nella giornata di ieri lo fa rientrare in questa tipologia di giochi, almeno a prima vista, con la classica visuale in soggettiva all'interno di claustrofobici interni di nave o base spaziale. Un'idea più precisa è però emersa con la pubblicazione dei dettagli sull'App Store, in base al quale si definisce una tipologia di gioco particolare e interessante, a quanto pare modellata saggiamente sulle possibilità offerte dai dispositivi mobile e sull'ovvia differenza in termini di gioco e fruizione che queste determinano. Il nuovo progetto di FoxNext Games, D3 Go! e Rival Games assume dunque l'aspetto di una sorta di stealth game con elementi puzzle e adventure, fortemente improntato sulla narrazione e ovviamente sull'iconica ambientazione di Alien. Da quanto abbiamo capito finora, sembra ispirarsi per struttura, modalità narrative e "messa in scena", alla celebre serie horror Five Nights at Freddy's.
La storia è incentrata ancora su Amanda Ripley, figlia della storica Ellen dei film e protagonista anche di Isolation, ma in questo caso la narrazione riguarda in maniera più estesa l'intera squadra, rimasta intrappolata all'interno della stazione spaziale della Weyland-Yutani in compagnia del terrificante Xenomorfo. Così come nel gioco precedente, si tratta di uno scontro impari tra l'alieno cacciatore e il gruppetto di ricercatori e astronauti, ma in questo caso l'interazione (e dunque il gameplay stesso) assume un aspetto molto diverso da quanto visto in precedenza: invece di controllare un singolo personaggio, ci troviamo ad agire sui sistemi di sicurezza della base per cercare di far fuggire la squadra, mantenendola il più possibile al sicuro dallo Xenomorfo. È dunque uno stealth game indiretto, che si avvicina a una sorta di strategico, perché si basa soprattutto sulla riflessione e lo studio di piani sulla mappa in modo da sfruttare chiusure, sistemi di difesa e potenziali trappole e punti sicuri per portare in salvo i protagonisti.
Deus Ex Machina
L'idea è molto interessante e fa pensare a un progetto ben studiato in base alla tipologia di piattaforma su cui dovrà essere giocato Alien: Blackout. Ovviamente un'impostazione del genere non risulta particolarmente spettacolare o terrificante, almeno non ai livelli di un survival in soggettiva, ma il coinvolgimento è assicurato, anche per la responsabilità affidata al giocatore di mantenere al sicuro l'intera squadra. I sette livelli di cui è composto il gioco sono disposti a difficoltà crescente e introducono progressivamente ulteriori elementi da tenere in considerazione per facilitare l'angosciante fuga di Amanda e del suo team, con l'aggiunta di nuovi sistemi di sicurezza da utilizzare e potenziali minacce aggiuntive che pongono sempre nuove sfide. Da notare, peraltro, che i membri dell'equipaggio possono essere eliminati senza comportare la conclusione prematura del gioco, cosa che introduce altri aspetti da tenere in considerazione.
Lo scopo è ovviamente cercare di mantenere in vita la maggior parte dei membri della squadra, anche perché sono tutti coinvolti nella narrazione, ma il gioco va avanti anche se alcuni di questi vengono eliminati ed è possibile ritrovarsi in alcune situazioni in cui ci troveremo a dover sacrificare alcuni personaggi, effettuando scelte particolarmente dolorose che portano a risvolti diversi della storia. Questo probabilmente garantisce anche una certa rigiocabilità, perché è possibile affrontare le sfide con esiti differenti e arrivare a finali diversi. Da notare, peraltro, che Alien: Blackout è un gioco "premium", ovvero venduto con un suo prezzo specifico (5,49 euro) secondo il modello tradizionale. Proprio nelle ore scorse, il publisher ha affermato che non sono previsti acquisti in-app, cosa che conferma la decisione di mantenerlo un videogioco classico dal punto di vista del modello di business scelto. Questo ha riflessi positivi nella costruzione stessa per un titolo del genere, perché significa che si tratta di un gioco ben definito e conclusivo, la cui struttura non deve comprendere le macchinosità tipiche dei free-to-play con micro-transazioni.
A prescindere dalla legittima delusione di chi si aspettava un vero e proprio seguito di Isolation, Alien: Blackout si presenta comunque come un progetto molto interessante. Molto intelligente l'idea di non inseguire un impossibile adattamento del survival horror originale su piattaforme mobile ma proporre invece una nuova e interessante interpretazione dell'epopea di Amanda Ripley in una forma nettamente diversa, con una struttura che sembra ben studiata per calzare a pennello sui dispositivi mobile. Infine è particolarmente positiva la notizia che si tratti di un titolo con prezzo standard e non free-to-play, cosa che cementa l'idea di un gioco costruito con criterio tradizionale, che a questo punto attendiamo di vedere in azione.
CERTEZZE
- Interessante struttura ibrida tra stealth, puzzle, strategico e avventura
- Ambientazione e atmosfere ovviamente solidissime
- Non è un free-to-play
DUBBI
- La profondità effettiva del gameplay è tutta da vedere
- Inevitabilmente meno coinvolgente dell'originale survival horror
- Da valutare la quantità di variabili introdotte e la potenziale monotonia