La storia come nei libri
Uno degli aspetti che hanno caratterizzato AC sin dal suo primo capitolo è stato il rispetto degli avvenimenti storici, con persone e luoghi realmente esistiti rappresentati all’interno del videogioco quanto più possibile attinente alla realtà. Rispettando la tradizione, in Divided Nation sarà possibile vestire i panni di generali famosi della storia americana come Robert E. Lee, Stonewall Jackson e Ulysses S. Grant e prendere parte a battaglie altrettanto conosciute come quella di Alamo. Sarà possibile scegliere una qualunque delle fazioni in lotta (USA e CSA per la Guerra Civile, Texas e Messico per la Guerra d’Indipendenza) da guidare nelle classiche campagne viste all’interno degli RTS, vale a dire costruendo una base per ottenere risorse ed addestrare unità partendo da un numero esiguo di soldati a disposizione. Capiterà però anche di avere un numero di soldati predefiniti all’inizio della mappa con i quali portare a termine una battaglia senza doversi preoccupare di costruire edifici e compagnia bella.
Come anche in passato abbiamo avuto modo di apprezzare nei prequel, sarà possibile guidare sul campo di battaglia un numero di forze sterminato, che nulla ha da invidiare ai celeberrimi Total War, diventati ormai un punto di riferimento e di paragone all’interno del genere degli RTS. Sempre come tradizione di AC, il fattore determinante per la vittoria sarà costituito dal morale delle truppe: se vorrete fare in modo che i vostri soldati combattano fino alla morte senza abbandonare il campo di battaglia sarà infatti necessario tenere un buon controllo delle unità con la bandiera del proprio esercito e di quelle che suonano i tamburi, le quali influiscono notevolmente sulla resa dell’esercito. Il prezzo da pagare per non aver tenuto sufficientemente a bada il morale dei vostri uomini sarà la loro messa in rotta non appena le cose andranno storte, condannando voi e il vostro generale alla certa sconfitta.
Grafica e dintorni
Per permettere la rappresentazione delle battaglie con così tante unità sulla mappa, il team di sviluppo ha dovuto scendere a patti con il livello del motore grafico: non aspettatevi quindi nessun 3D in quanto tutto è rappresentato tramite la visuale isometrica che qualche anno fa era tanto di moda. Pur non ricorrendo alle tre dimensioni comunque, le texture e le animazioni appaiono piacevoli sin dalla preview version in nostro possesso, ma è chiaro come l’intenzione di GSC sia quella di produrre uno strategico solido e profondo, dotato tra l’altro di una fisica tra le migliori in circolazione, sacrificando in parte la grafica: saranno sicuramente contenti tutti gli appassionati di RTS non in possesso di un computer ninja (e ce ne sono parecchi!).
Per quanto riguarda la rappresentazione dei campi di battaglia, per fare in modo che tutto corrisponda il più possibile agli avvenimenti storici sono state utilizzate mappe topografiche dell’epoca, pertanto il livello di realismo dovrebbe essere assicurato. Riguardo al sonoro nulla di particolare da segnalare, almeno per ora, oltre ad effetti nella norma e temi celebri dell’epoca a fare da colonna sonora.
Conclusioni
GSC ha deciso di mantenere completamente tutte le caratteristiche del vecchio AC, tranne ovviamente l’ambientazione che è cambiata con il periodo storico a cui il gioco fa riferimento, pertanto non aspettatevi significativi cambiamenti nei confronti del titolo uscito nel 2003. Così facendo però possiamo stare sicuri già da ora che Divided Nation sarà un RTS solido e profondo come pochi se ne vedono sul mercato, il quale spinge sempre più i team di sviluppo a preoccuparsi più del dettaglio grafico che dell’effettivo spessore del gioco in produzione: grazie a GSC questo trend potrebbe però finalmente attenuarsi un poco ed anche i possessori di computer non proprio di ultima generazione potranno godere di un titolo valido con cui passare il proprio tempo. Data l’uscita imminente (dovrebbe separarci meno di un mese dall’ingresso del gioco sul mercato) non mi resta che rimandarvi a tra qualche settimana per le valutazioni finali.
The hands that built America
Se ormai la Seconda Guerra Mondiale è apparsa sui nostri monitor in tutte le salse, non si può dire la stessa cosa dei conflitti che hanno segnato la storia dell’America, decisamente meno famosi rispetto alla guerra globale ma sicuramente alla base, nel bene e nel male, della società moderna. Una delle poche occasioni di rivivere queste battaglie è stata rappresentata da American Conquest, un gioco che nel 2003 ha letteralmente spopolato vendendo in un solo anno quasi un milione di copie in tutto il mondo, permettendo ai giocatori di partecipare agli avvenimenti che seguirono lo sbarco di Colombo e, in seguito tramite un’espansione, di prendere parte anche alle lotte che le nazioni europee intrapresero in seguito per il controllo del nuovo continente.
Con Divided Nation gli europei GSC Game World (gli stessi dell'attesissimo Stalker) ci porteranno più avanti nel tempo, negli anni in cui il Texas lottava per l’indipendenza e sull’intero territorio americano gravava l’ombra della guerra civile.