Gli enti regolatori europei stanno vivendo una primavera piuttosto calda nonostante le temperature ancora miti, scaldati dalle luci dei riflettori che puntano direttamente su di loro per le tante leggi che sono state emanate o le decisioni che da qui a poco saranno annunciate. Non ci stiamo riferendo solamente alla notizia inerente al blocco della CMA sull'acquisizione da parte di Microsoft di Activision Blizzard o del verdetto prossimo della Commissione Europea, ma di qualcosa che andrà a stravolgere alcune regole di mercato per i grandi produttori tech.
L'Unione Europea si è infatti mossa negli ultimi mesi per redigere nuove normative che entreranno in vigore da qui a pochi mesi, ed altre che diverranno effettive entro il 2024: direttive ed imposizioni che cambieranno l'approccio al mercato dei colossi dell'industria. Aziende come Apple, Google, Microsoft e le tante altre società che lavorano in campo hardware e software sono chiamate a rivedere le loro politiche ed in alcuni casi anche le configurazioni dei propri dispositivi per non incappare in multe salatissime sul territorio europeo.
In questo articolo vi parleremo di come questa nuova era di decreti porterà a decisi cambiamenti nella commercializzazione dei prodotti; la prima a essere colpita è Apple, apparentemente pronta a sottostare alle novità della Commissione Europea con l'introduzione del sideloading sui propri prossimi dispositivi.
L’avvento del DMA
Per poter interpretare le azioni del colosso californiano con una mela come simbolo facciamo un passo indietro e analizziamo quanto successo all'interno della sede della Commissione Europea. Nell'autunno dello scorso anno è stato emanato il DMA, ovvero il Digital Markets Act, il nuovo regolamento europeo sui mercati digitali, nato per contrastare le posizioni dominanti dei maggiori produttori di hardware e software. Una su tutte, costretta ad allinearsi a questo cambio di rotta, è proprio Apple, che dovrà appunto adeguarsi a nuove direttive per poter continuare ad operare all'interno dell'Unione Europea.
Una delle novità che dovrà trovare applicazione da qui al 2024 è, ad esempio, la richiesta di uniformare i dispositivi Apple allo standard comune di connettività, ovvero l'introduzione di una porta USB-C. Il dover abbandonare il connettore Lightining però, alla fine dei conti, probabilmente potrà rivelarsi un fatto piuttosto marginale in confronto alle altre richieste avanzate dall'UE; rimane senza dubbio una svolta dal momento che la Commissione è riuscita a strappare questo agognato traguardo (per loro e per l'uguaglianza tra consumatori).
Come si suol dire, soprattutto in terra nostrana, fatta la legge trovato l'inganno. Quanto detto potrebbe infatti calzare a pennello per Apple che sicuramente non si farà trovare impreparata, forte di contese con la burocrazia ormai da anni, inerenti ad ogni aspetto; dalle garanzie di due anni da parte del produttore fino alle diatribe in corte con Epic per lo store interno, la società americana ha combattuto con il coltello tra i denti ogni battaglia che le si è parata davanti che potesse limitare in qualche modo la sua "libertà" d'azione.
Sideloading: cos’è e perché è importante
La notizia che sta tenendo banco negli ultimi giorni però verte su qualcosa di molto importante per la Commissione Europea, interessata alla fruibilità e all'eliminazione di ogni paletto per tutte le big tech che cercano di trarre vantaggi esclusivi sul mercato. Stiamo parlando della possibilità che Apple apra, prima del previsto, all'opzione per scaricare app da store di terze parti, fatto che stravolgerebbe l'uso degli iPhone e degli iPad così come li conosciamo.
Anche chi non possiede uno smartphone o un tablet dell'azienda di Cupertino, saprà che il sistema interno di Apple è ben chiuso e sigillato, tanto che ogni acquisto di app o di film e musica, passa rigorosamente dall'App Store o da iTunes; non solo, anche la navigazione tramite browser avviene esclusivamente attraverso il software proprietario WebKit, a cui si appoggiano Safari e Chromium ad esempio. Questo ha fatto sì che Apple avesse un controllo più rigido sulla sicurezza e sulle prestazioni di tutto ciò che viene caricato dagli sviluppatori e dai produttori.
Il vento sta cambiando all'orizzonte, tanto che già da iOS 17 potremmo vedere il supporto al sideloading, niente meno che la possibilità di scaricare e installare app da una fonte terza. Se siete in possesso di un telefono equipaggiato con Android tutto ciò vi apparirà estremamente normale: facendo un esempio, in uno smartphone Samsung troverete di default il Play Store assieme al Galaxy Store, oltre alla completa libertà di scaricare app anche dal browser.
Rivoluzione sul mercato?
Le applicazioni pratiche di questa novità sono molteplici e non si limitano alla sola possibilità di scaricare un'app direttamente da un sito internet. Il DMA costringe Apple a dare accesso anche all'NFC, offrendo così ai consumatori di poter effettuare pagamenti con qualsiasi altra app che non sia Apple Pay. Gli esempi che potremmo fare in questa sede sono tanti ma questa libertà di approccio che non ci saremmo mai immaginati su un dispositivo marchiato con il logo della mela avrà ripercussioni sulle vendite?
Questa è una domanda piuttosto lecita ma a cui è davvero molto complesso rispondere. Prima di tutto, al momento, il DMA riguarda esclusivamente l'Unione Europea, e seppur le vendite nel nostro continente siano preziose, non lo sono quanto in America. Proprio per questo i servizi Apple non sono popolari quanto quelli di Google, la quale è presente su qualsiasi dispositivo con Android, al di là delle implementazioni dei singoli produttori che siano Samsung, OnePlus o Xiaomi.
Inoltre, questa apertura forzata non è detto che porterà un affezionato proprietario di Android a cambiare il proprio dispositivo solo perché potrà scaricare app liberamente su uno smartphone Apple, e troviamo altamente improbabile che avvenga anche il contrario. Il colosso americano ha sempre puntato su un sistema chiuso per garantire una maggiore sicurezza e sottostare alla decisione dell'UE, per gli sviluppatori del "melafonino", porterà ad un minore controllo, andando a ledere quello che finora è stato un vanto.
Nuove opportunità per gli sviluppatori
Seppur non possiamo esprimerci su come l'andamento delle vendite potrà essere influenzato da ciò, quel che è certo è l'enorme occasione che si ritrovano tra le mani gli sviluppatori e le grandi compagnie finora escluse dalla cerchia esclusiva di Apple. Il sideloading di fatto ribalta il caso con Epic Store, dove quest'ultima si è vista privare, con tanto di sentenza giudiziaria, la possibilità di portare il proprio store su iPhone e iPad, garantendo all'azienda americana di perseguire nella scelta di escludere qualsiasi terza parte all'interno dei suoi dispositivi.
Le implicazioni del DMA lasciano quindi strada libera a tutti gli esclusi finora: colossi come Netflix e Spotify, solo per citarne un paio, avranno via libera per pubblicare direttamente su iOS, slegandosi dall'algida regola di passare esclusivamente dall'App Store. Questo ovviamente non si limita al gioco mobile o al contenuto multimediale in sé ma anche alla vendita diretta delle suite Office dallo store proprietario di Microsoft, che adesso avrebbe via libera per entrare nell'ecosistema Apple; non solo, Xbox ad esempio, smarcandosi dall'uso obbligato di Safari può portare finalmente XCloud via browser.
Le opportunità in mano a tutte le compagnie finora tenute ben lontane dal circuito chiuso creato da Apple hanno ora semaforo verde per raggiungere in modo diretto i suoi consumatori. Rimuovere questo paletto è estremamente importante, quasi surreale se si pensa a come tutto ciò è stato finora intensamente tutelato. Questo nuovo regolamento, solo in Europa per il momento, aprirà le porte ad un cambiamento importante, e siamo sicuri che gli sviluppatori di qualsiasi compagnia non tarderanno a prepararsi e a sfruttare questa golosa nuova occasione.
Tante novità ma non per tutti
Apple è stata dunque messa con le spalle al muro e per continuare ad operare nel mercato europeo dovrà necessariamente adeguarsi per non incappare in sanzioni che possono arrivare fino ad un'ammenda del 2% del proprio fatturato o, in casi di recidiva, fino alla black list in Europa. Nonostante le severe e calcolate normative, il colosso americano sa bene quanto ogni piazza dove vendere sia importante, tanto che quanto voluto dalla Commissione Europea troverà una sua applicazione fattuale ben presto.
Ma a Cupertino sanno altrettanto bene quanto il mercato principale rimanga quello americano. Mark Gurman, giornalista di Bloomberg, durante un'intervista nel podcast MacRumors, ha dichiarato che Apple provvederà a fare il minimo indispensabile per accontentare l'UE ma al tempo stesso farà di tutto per preservare i vantaggi negli USA, la fonte principale del suo fatturato.
A quanto pare l'azienda californiana ha studiato bene le mosse da compiere e il sideloading e l'accesso di app terze all'NFC per i pagamenti saranno contingentati ai mercati dove il DMA entrerà in vigore, lasciando invariato l'approccio nel resto del mondo. In più, i piani alti di Apple avranno senza dubbio studiato un modo per limare i "danni", chiedendo ad esempio una quota di sottoscrizione agli sviluppatori che vorranno mettere le mani su questa golosa occasione. Come detto in precedenza, le scappatoie che la società di Tim Cook avrà studiato e analizzato potrebbero rivelarsi molte e la resa di fronte al DMA potrebbe rivelarsi un'apparente accondiscendenza.
Per vedere cosa accadrà non ci resta che aspettare la distribuzione di iOS 17, prevista già in occasione della WWDC 2023 di inizio giugno e poi dei prossimi iPhone 15.