Se qualcuno, un giorno, venisse da voi e vi domandasse qual è il tema principale di Batman, voi, cosa rispondereste? Siamo sicuri che una grande fetta indicherebbe immediatamente la composizione che Danny Elfman ha realizzato per il film del 1989 di Tim Burton, talmente iconico da aver accompagnato il Crociato Incappucciato perfino nei videogiochi con la serie di Lego Batman. Ma quello di Elfman non è l'unico tema e il film di Tim Burton non è l'unica opera che possa vantare una colonna sonora a fare da contraltare alle avventure visive del personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger. Per questo, abbiamo deciso di dedicare questo appuntamento di Ti sblocco un accordo a una serie videoludica che ha cambiato radicalmente il volto dei videogiochi d'azione e d'avventura: Batman Arkham. Vediamo come la colonna sonora dei titoli Rocksteady sia riuscita a dare una nuova identità musicale al vero volto di Bruce Wayne.
Il suono di un pipistrello
La colonna sonora di Danny Elfman è e rimane la più iconica per un semplice motivo: il film di Tim Burton non è stato il primo ad aver fatto approdare il cavaliere di Gotham sul grande schermo, ma introdusse ad appassionati e non un personaggio sfaccettato e inusuale, immerso in una città degna di Sodoma e Gomorra, dove combatte criminali grotteschi, il tutto vestito da pipistrello.
Prima dell'interpretazione di Michael Keaton, però, c'era stato Adam West sotto al costume, protagonista della serie televisiva degli anni '60 che è approdata anche al cinema nel 1966 con un lungometraggio.
Queste due produzioni rispecchiano perfettamente i sentimenti di un'epoca, quella di un'America altamente controllata da codici di condotta, marchi d'approvazione e censure dilaganti. L'uomo pipistrello della Silver Age fumettistica influenzò anche la sua controparte cinematografica. Il Cavaliere Oscuro che sarà era, allora, un impacciato uomo di mezza età in calzamaglia. E la natura comica della serie è data anche dalla sigla iconica di Neal Hefti, che rimane, al pari del tema principale di Elfman, un caposaldo dell'identità musicale di Batman.
Hans Zimmer (in compagnia di James Newton Howard) ha provato a imporsi con la sua colonna sonora per la trilogia di Christopher Nolan, proponendo un tono più vicino al mondo crudo e plausibile che abita il Bruce Wayne di Christian Bale, ma non è riuscito a lasciare un segno particolarmente importante a livello culturale.
Anche il The Batman di Matt Reeves, arrangiato dal veterano di musica supereroistica Michael Giacchino, ha proposto la sua versione, un requiem sconsolato che rispecchia l'anima tormentata che è il Batman interpretato da Robert Pattinson.
E, mentre tutti cercavano di dare la loro interpretazione del cupo personaggio DC, in sordina, si faceva largo un commento musicale che con il cinema aveva tutto e niente da spartire, quello della serie Batman Arkham.
Una nuova musica per il Cavaliere Oscuro
Composte da Nick Arundel e David Buckley (tranne quelle di Arkham Origins, affidate a Christopher Drake), le musiche che accompagnano i giocatori dapprima tra i corridoi del manicomio di Arkham, poi nei vicoli dell'autoproclamata Arkham City e, infine, tra le anarchiche strade di Gotham, hanno aiutato a costruire un nuovo identikit sonoro dell'uomo pipistrello.
Arkham Asylum
Batman: Arkham Asylum è l'inizio delle avventure di Batman nei videogiochi, ma suona già come la fine. Le tracce che compongono il commento musicale di questo viaggio negli inferi di Gotham (largamente ispirato all'omonima graphic novel con i testi di Grant Morrison e le illustrazioni di Dave McKean, ma senza la stessa portata concettuale) ricordano i primi, grotteschi incontri con il personaggio mascherato e i suoi innumerevoli nemici nel cinema burtoniano.
Quello di Arkham Asylum è un commento musicale che non disdegna il folle, l'inquietante, il misterioso, pur rimanendo legato alla natura investigativa del suo Odisseo. Tra tutti, è il capitolo che abbraccia in maniera più decisa la nota di oscurità iperbolica che contraddistingue i fumetti (specialmente quelli del nuovo ciclo, da Miller in poi).
Il manicomio è un circo degli orrori che ci troviamo, nostro malgrado, a esplorare, governato dal re giullare, le cui influenze "scherzose" ricorrono spesso nelle tracce, come un monito o un miasma che pervade le stanze ora in mano ai folli, per poi sfociare in tutta la loro pagliaccesca sonorità durante gli scontri diretti tra Batman e Joker.
Il carosello di Arkham è il primo passo verso il declino del vigilante mascherato, già attivo da anni, già odiato dalla feccia di Gotham, già alle prese con i demoni di un passato che non accenna a sparire. E il minaccioso tema di Arundel e Buckley ci immette proprio in questo mondo cupo e violento, dove l'ultima linea di difesa dal caos è un cavaliere solitario disposto a sacrificare se stesso pur di tenere al sicuro le strade che gli hanno strappato l'infanzia dalle mani.
Arkham City
Qui è dove le cose si fanno più "grandi". Il manicomio è uscito dalle sue mura e ha costruito un fortino nel cuore di Gotham. Non si tratta più solo di riportare l'ordine in un complesso di edifici su una roccia isolata vicino alla costa della città: ora è la città stessa a essere sotto scacco. Il compito di Batman si fa, quindi, più importante.
Le vite di centinaia di cittadini di Gotham dipendono dalla sua sola forza d'animo. E la colonna sonora segue di pari passo questo balzo di portata. Il tema principale si fa più sontuoso, incalzante, a sottolineare la corsa contro il tempo per salvare la città dal baratro, mentre il tono generale guarda al barocco, alla commistione di temi e all'armonia nell'eccesso, come l'eclettismo del regno autoproclamatosi.
Arkham Knight
L'ultimo capitolo della saga (saltando il prequel Origins), ci immette in un ambiente possibilmente ancora più caotico dei precedenti, dato che l'intera Gotham è diventata un terreno di guerriglia. Eppure il tono si calma, incupendosi, ma mostrando una certa stasi di fondo, a sottolineare il ritorno al carattere investigativo che aveva contraddistinto (in parte) il primo capitolo della saga.
La città è in subbuglio, ma c'è tempo per analizzare la situazione, alla ricerca di indizi per sventare le attività criminali e rinchiudere una volta ancora la feccia di Gotham. Questo è anche il gioco che più di tutti si mette a indagare il personaggio di Batman e le sue incredibili sfaccettature, cosa che la colonna sonora coglie, proponendo delle tracce come "Inner Demon", che mettono in risalto la lotta intestina che Bruce reprime da fin troppo tempo.
Il retaggio
La colonna sonora di Batman Arkham ha svolto un lavoro senza precedenti, raccontando un Batman stratificato, che guarda ai fumetti, ma anche al cinema (il tema principale ha quelle qualità supereroistiche care a Elfman, come anche le sue successive variazioni vanno a pescare dal successo di Nolan e dalle sonorità zimmeriane).
Non è semplicemente una colonna sonora per un videogioco con supereroi e supercattivi, ma uno studio su un personaggio che ha vissuto diverse vite, è morto, rinato, ha indossato costumi di tutti i colori dell'arcobaleno e ha stretto alleanze in nome di sua madre Martha. È la sintesi di questo, ma è anche di più. È una nuova versione di quell'identità poliedrica e crossmediale, un'anima parallela, meritevole, tanto quanto quella dei suoi predecessori, di fare storia. Un'anima oscura e cupa, frastagliata, senza scrupoli, moralmente inamovibile. Un detective hard boiled con il sangue sulle mani, una macchina da guerra lanciata a tutta velocità verso la vendetta. O forse no?