Sotto lo sguardo vigile di una statua di Nostra Signora de la Soledad, un gruppo di uomini e torso nudo si frusta la schiena in segno di penitenza. Indossano una gonna bianca e hanno il capo coperto, alcuni con delle bende che lasciano scoperti solo gli occhi, altri con un cappello a punta che potrebbe risultare molto familiare agli appassionati di una particolare serie di videogiochi. Ad agosto 2023, Blasphemous è giunto al suo secondo capitolo, Blasphemous 2, guadagnando il favore della critica, ma venendo forse un po' trascurato dal pubblico, travolto da capolavori estivi del calibro di Baldur's Gate III, uscito appena poche settimane prima.
La rappresentazione di cui parliamo è contenuta in un dipinto a olio del pittore spagnolo Francisco de Goya, rivoluzionario delle arti visive, capace di illustrare in maniera incisiva e profonda gli abissi dell'animo umano. Ne La Processione dei Flagellanti (dipinto tra il 1812 e il 1819) colpisce la gestione della luce, tutta concentrata sui flagellanti, in modo tale da esaltare il loro fervore e il loro spirito di sacrificio. Allo stesso modo, in Blasphemous gli occhi sono puntati tutti sui gesti del Penitente e sull'abilità non indifferente richiesta dal giocatore, che - specialmente nel primo capitolo - deve sopportare numerose prove (e vedere il personaggio giocante morire molte, moltissime volte) per giungere infine al cospetto del boss finale del gioco.
Blasphemous e Blasphemous 2 sono giunti agli onori della cronaca anche a causa dell'impiego dell'immaginario cattolico, e in particolare di suggestioni, architetture e di un certo modo di vivere la fede cattolica diffusi in Spagna, soprattutto nei secoli passati. Discuteremo di questi aspetti e a tal proposito vi diamo un avvertimento: per ovvie ragioni legate alla natura di questo articolo, qui di seguito troverete spoiler anche molto rilevanti sulla trama, i personaggi e l'ambientazione sia di Blasphemous, che del suo seguito, Blasphemous 2.
Il viaggio del Penitente
Per prima cosa, un po' di contesto. Blasphemous, pubblicato nel settembre 2019 e sviluppato dal team spagnolo The Game Kitchen, è un videogioco metroidvania con forti elementi d'azione, a livello visivo ispirato alla pixel art degli anni '90. Il rigore richiesto al giocatore è assimilabile a quello necessario per completare i videogiochi soulslike, e la presenza di conseguenze per il personaggio in caso di morte (ad esempio, in Blasphemous 2 si incrementa il livello di Colpa, con ripercussioni non indifferenti sulla barra del fervore del Penitente) è tipica del genere, affermatosi grazie a opere come Dark Souls ed .
Gli eventi sono ambientati a Cvstodia, una città chiaramente ispirata a Siviglia - luogo in cui gli sviluppatori di The Game Kitchen hanno sede - e, più in generale, all'estetica del gotico spagnolo. La società di Cvstodia è basata su un culto rigido e pervasivo, comandato da Sua Santità Escribar, assimilabile a una figura papale: ce lo dicono i suoi paramenti e il suo immenso potere. A Cvstodia regna l'imperativo della penitenza, della sofferenza per espiare i peccati compiuti, sotto l'impero e la volontà del Miracolo, entità soprannaturale che si è manifestata in maniera misteriosa. Il Miracolo è un'entità divina ben lontana da quella del Dio misericordioso presente nella gran parte del Nuovo Testamento: è una divinità perversa, vendicativa, dalla volontà opaca, che usa i propri poteri per infliggere tormenti senza fine agli abitanti di Cvstodia.
I mostri che abitano Cvstodia e che il protagonista si troverà ad affrontare nel suo viaggio sono stati generati proprio dal Miracolo, che ha piegato gli uomini in forme tremende, condannate a un eterno dolore. Il Penitente non fa eccezione: riportato in vita dal Miracolo, è l'ultimo esponente della Confraternita del Lamento Silente. Espressione del silenzio divino, l'ordine di guerrieri su scomunicato e sterminato dalla Chiesa per essersi opposto agli ordini di Sua Santità Escribar. Richiamato dalla morte e dotato dello stesso cappello dei penitenti dipinti da Goya (chiamato "capirote" in spagnolo) e di una spada chiamata Mea Culpa, creata dal Miracolo e destinata a uccidere Escribar, il Penitente è destinato a un viaggio lungo e tormentoso, difficile anche per gli appassionati dei generi metroidvania e souls, in cui Blasphemous può essere incasellato.
In Blasphemous 2 si torna a Cvstodia. Come nel primo videogioco della serie, anche in questo caso la storia è narrata in maniera enigmatica e non lineare, con indizi disseminati nei dialoghi con i personaggi non giocanti (il Penitente, che ha fatto voto di silenzio, è invece muto) e nelle descrizioni degli oggetti reperibili nel mondo di gioco. In base a un trofeo ottenuto all'inizio dell'avventura, possiamo comprendere che gli eventi rappresentati sono ambientati mille anni dopo la conclusione dell'avventura del Penitente originario, che nel finale di Blasphemous era riuscito a uccidere sia Sua Santità Escribar, rivelatosi nella forma di Ultimo Figlio del Miracolo.
Il Penitente si sveglia dalla sua bara, retta da quella che sembra essere la forma fossilizzata di Deogracias, testimone degli eventi del videogioco e guida del protagonista. Questa volta, compito del Penitente sarà quello di fermare la nascita del Figlio del Miracolo: nel corso del gioco, otterremo visioni di una versione perversa della nascita di Cristo, qui trasfigurata in un evento tremendo, foriero di sofferenza e tormento per tutta la popolazione di Cvstodia. Il Figlio del Miracolo sembra essere la causa delle mostruosità che ci troviamo ad affrontare nel corso del gioco. Il boss finale è proprio lui, monumentale presenza che assume il nome di Devozione Incarnata e regge tra le mani un cuore dorato, potente simbolo cattolico che analizzeremo tra poco.
La penitenza dei flagellanti
Critici e giocatori appassionati della serie Blasphemous sono stati concordi nel considerare il secondo episodio meno ostico rispetto alla prima iterazione delle avventure del Penitente. La difficoltà è certamente un elemento soggettivo e dipende molto dalle attitudini individuali dei giocatori, ma il lavoro di The Game Kitchen su questo seguito è stato certamente guidato dai feedback delle recensioni della stampa e degli utenti, che hanno lamentato una gestione non sempre lineare del livello di sfida, oltre a una certa opacità nella progressione esplorativa.
È una penitenza forse meno intensa per i giocatori, questo Blasphemous 2, ma non per questo si è perso l'elemento che più caratterizza Cvstodia: l'aperta celebrazione della sofferenza e dell'espiazione del peccato. Su questo tripudio di mostruosi tormenti si innesta il cammino del Penitente, chiamato a opporsi a forze divine. Blasphemous si pone come una vera e propria processione di flagellanti, come vista nel dipinto di Goya. Il pittore, lontano dall'aver concepito il dipinto come una celebrazione a tutto tondo della fede cattolica, era anzi critico verso le manifestazioni più crude e manichee del culto: il Tribunale dell'Inquisizione e il dolore autoinflitto dai fedeli con le fruste sono tra i bersagli della sua critica, proveniente dagli ambienti liberali dell'epoca, di cui Goya faceva parte. Potremmo quindi interpretare la potente, nettissima luce imposta sui flagellanti dal pittore come un modo per evidenziare gli elementi del culto cattolico che Goya desiderava porre sotto la lente d'ingrandimento: l'esaltazione di una sofferenza fine a sé stessa e del potere soverchiante della religione, difeso a spada tratta dal re di Spagna Ferdinando VII di Borbone.
Ancora oggi, i Penitenti delle confraternite spagnole continuano a celebrare la Settimana Santa della passione di Cristo indossando il capirote, il copricapo portato anche dal protagonista di Blasphemous. Celebrata fin dal XVI secolo, la Settimana Santa è particolarmente sentita a Siviglia, in cui si tengono ben 58 processioni. I turisti accorrono per ammirare le fatiche dei sudati "costaleros", gli uomini che trasportano a spalla icone e statue di Maria, Cristo e dei santi celebrati dalla religione cattolica, coperti di mantelli ricamati, ornati d'oro, d'argento e di pietre preziose. Il capirote ha un robusto legame con il concetto di penitenza: in Spagna, il Tribunale della Santa Inquisizione usava punire i condannati facendo loro indossare proprio il capirote, e costringendoli a percorrere più e più volte le vie della città, esposti alle ingiurie e agli assalti fisici da parte dei concittadini.
Se per Goya la rappresentazione di una di queste processioni era finalizzata a porre una critica al culto cattolico e al suo sfruttamento da parte delle autorità politiche - interessate a usare la religione come "collante" per la popolazione e come possibile giustificazione per il proprio agire - non sembra che questo sia stato l'intento di The Game Kitchen. Contrariamente a quanto rilevato da alcuni commentatori cattolici scandalizzati, l'opera del team spagnolo non sembra avere un intento critico nei confronti della religione cattolica, nonostante la "blasfemia" di cui parla il suo stesso titolo. Blasphemous prende in prestito concetti, simboli e suggestioni del culto cattolico, senza però portare avanti una critica verso la religione, e senza dimostrare un particolare intento politico. Anzi: il Penitente/giocatore è invitato a sopportare ripetute morti/game over con la stessa pertinacia e ostinazione dimostrate dai flagellanti della Settimana Santa.
Architetture intimidatorie
Il rapporto tra presente e passato nei mondi videoludici è stato rappresentato in maniera particolarmente suggestiva da Dark Souls III, in rapporto al primo capitolo della serie di FromSoftware, Dark Souls. Nel terzo capitolo, ci si accorge ben presto che il regno di Lothric è collocato nello stesso luogo su cui un tempo sorgeva di Lordran - ambientazione del primo Dark Souls - e ne costituisce una sorta di evoluzione, nell'ambito di quella spirale di cicli e cambiamenti che caratterizza la trama concepita da Hidetaka Miyazaki per questo memorabile mondo virtuale.
Il momento in cui ciò diventa evidente a qualsiasi giocatore appassionato della serie è rappresentato dall'ingresso ad Anor Londo, città degli dei, centrale nel primo Dark Souls. Deprivata della luce magicamente imposta da Gwyndolin - ucciso dal portatore del Segno Oscuro - Anor Londo è ora fredda, preda dell'arbitrio e della fame di Aldritch, Divoratore degli Dei. Ispirata alle maestose architetture del Duomo di Milano, la Cattedrale di Anor Londo è sede di due dei combattimenti più memorabili della serie FromSoftware, e dell'intrattenimento videoludico in generale: parliamo della battaglia contro Ornstein e Smough nel primo capitolo, e di quella contro Aldritch del terzo.
Parte non indifferente del fascino di questi combattimenti è certamente da rintracciare nella loro ambientazione. La Cattedrale di Anor Londo è una struttura imponente, sia dall'interno, sia dall'esterno; il protagonista è chiamato a muoversi fuori e dentro di essa con circospezione, a causa della presenza di alcuni dei nemici più pericolosi di entrambi i giochi. I soffitti altissimi seguono le linee e la filosofia del gotico più maestoso e mastodontico, un movimento artistico concepito per dimostrare in maniera tangibile il potere assoluto di Dio, provando cosa è possibile compiere con la sua grazia. Le architetture del Duomo di Milano e della Cattedrale di Anor Londo sembrano impossibili, surreali, frutto di capacità non umane - le stesse richieste ai giocatori per battere nemici come Ornstein e Smough, un vero e proprio muro contro cui si sono infrante le aspirazioni di tanti avventurieri in Dark Souls.
The Game Kitchen ha imparato la lezione e ha trasposto in pixel art quel senso di immensità, di meraviglia e di riverenza ispirati nei giocatori dalle strutture gotiche impiegate da FromSoftware nei suoi videogiochi. Blasphemous 2 si erge letteralmente su questo: Madre delle Madri è una chiesa accessibile in Blasphemous solo a particolari condizioni, una volta battuti tre potenti boss; simbolo dell'ultima parola del potere della Chiesa e dell'insondabilità del volere del Miracolo, sprofonda sotto terra nell'arco dei mille anni che separano gli eventi del primo Blasphemous da quelli del seguito, trasformandosi in una delle rovine poste più in profondità del mondo di gioco.
E a fare da ispirazione al lavoro di The Game Kitchen è sempre una chiesa gotica. I lavori per la costruzione della Cattedrale di Siviglia vennero intrapresi appena quindici anni dopo l'inizio di quelli per il Duomo di Milano. Costruita dove prima sorgeva l'antica moschea di Almohadi, la cattedrale divenne, una volta completata - e ci volle più di un secolo - la più grande chiesa del mondo dell'epoca, più grande di Hagia Sofia di Costantinopoli, che aveva mantenuto il primato per mille anni. Secondo la tradizione, gli architetti della cattedrale vollero costruire una chiesa così bella e così maestosa da spingere i visitatori a ritenere pazzi i suoi creatori. La navata centrale è alta 42 metri, le cappelle al suo interno sono ottanta: alla fine del XIX secolo, nella chiesa venivano dette più di cinquecento messe al giorno. Piena di arcate e di elementi architettonici che richiamano l'elevazione dell'animo umano verso Dio - e, al contempo, rendono piccolissimo il corpo mortale di chi attraversa quegli spazi - la Cattedrale di Siviglia fa davvero pensare a una follia dei suoi costruttori, autori di un'impresa collettiva che a noi contemporanei appare assolutamente impensabile.
Nel mondo virtuale degli sviluppatori spagnoli, Madre delle Madri potrebbe essere considerata come una metafora del lavoro svolto da The Game Kitchen per la creazione di Blasphemous 2. Nel terzo numero del magazine A Profound Waste of Time, Tim Schafer - mente creativa dietro capolavori della storia del videogioco quali Psychonauts e Grim Fandango, oggi a capo di Double Fine Productions - ha discusso della sua avversione per la lettura delle recensioni dei suoi giochi, anche a causa della complessità emotiva, per un autore, insita nella gestione dei giudizi. Ecco, The Game Kitchen sembra avere fatto tesoro di ogni feedback dato da critici e giocatori nei confronti del primo Blasphemous, edificando la struttura ludica del seguito conservando tanti elementi del primo - l'ambientazione, le suggestioni provenienti dal culto cattolico, la narrazione enigmatica, il design spesso memorabile dei nemici - per migliorare gli aspetti critici, in particolare il sistema di combattimento e la gestione dell'esplorazione e della mappa di gioco, costruendo su Madre delle Madri un edificio ancora più maestoso, ricco, pieno di dettagli capaci di scolpirsi a lungo nella memoria dei giocatori. Lo stesso lavoro che i mastri architetti della Cattedrale di Siviglia fecero edificando la struttura sull'antica moschea di Almohadi: l'influenza dell'arte islamica in Andalusia è percepibile lì, come in molti altri luoghi di Siviglia, e il minareto e il cortile per le abluzioni - il "sahn" - sono stati preservati nel corso dei secoli.
Misteri della fede
Nel primo Blasphemous, Madre delle Madri nasconde uno dei boss più riconoscibili e giustamente celebrati della serie. Si tratta di Melquíades, l'Arcivescovo Riesumato. Dopo la sua morte, le sue ossa vennero ripulite con il vino, il suo cranio adornato con una corona, il suo scheletro ricoperto di ricchi paramenti di seta e d'oro. Nel corso del combattimento, Melquíades fluttua nell'aria, poco sopra il ricco lettino su cui è stato adagiato dai fedeli, e colpisce il Penitente con un lungo scettro di metallo. Ben lontano dall'essere una rappresentazione esagerata, il boss è in realtà anche meno stupefacente rispetto ad alcuni scheletri di santi celebrati dalla Chiesa cattolica. Che quelle ossa fossero o meno appartenute per davvero a martiri e a campioni della fede, non importava: ciò che contava davvero era l'opulenta celebrazione del coraggio dei santi, della forza sovrumana infusa da Cristo in quegli uomini e donne, del potere della Chiesa e, soprattutto, della preminenza della fede cattolica sulla riforma protestante.
Il ricercatore e fotografo Paul Koudounaris, nel suo volume Heavenly Bodies: Cult Treasures and Spectacular Saints from the Catacombs (Thames & Hudson, 2013) ha riportato gli esiti delle sue esplorazioni all'interno di luoghi di culto in tutta Europa, e in particolare in Germania, Austria e Svizzera. In questi Paesi, tra il XVI e il XVIII secolo, fu abbastanza frequente l'elaborazione di quelli che possono essere considerati veri e propri capolavori d'arte a partire da scheletri umani. Acquistati dalle chiese locali o donati alle istituzioni cattoliche da ricchi fedeli, erano le ossa dei primi martiri cristiani, tratte - così si diceva - dalle antiche catacombe romane. Riccamente decorati da suore esperte nel lavoro tessile e nel ricamo, venivano ricoperti di paramenti in seta, broccato e velluto, intrecciati con gioielli e pietre preziose, con l'obiettivo di rendere manifesta la potenza di Dio e la sua tremenda forza contro gli infedeli protestanti. Erano i Miles Christi, i Soldati di Cristo, trasfigurati a gloria eterna in Paradiso e anche nelle loro spoglie mortali. Stupefacente il lavoro compiuto su quello che si ritiene essere lo scheletro di San Giocondino, conservato a Monaco: i resti del bambino sono morbidamente adagiati su un lettino e quasi totalmente ricoperti di gemme e ricchi broccati. Solo la fronte rimane scoperta. Al confronto, il Melquíades di The Game Kitchen sembra un San Giocondino che ha ancora molta strada da fare.
La bellezza estatica della morte è rappresentata in Blasphemous fin dal filmato iniziale del primissimo capitolo della serie. Una donna misteriosa invoca l'aiuto del Miracolo per ottenere la punizione che le spetta a causa dei suoi peccati, finendo per trafiggersi il cuore con una spada. È Mea Culpa, la spada che sarà tratta da quel corpo - ormai pietrificato - dal Penitente. La posa e i drappeggi del vestito della donna ricordano con chiarezza una statua di Gian Lorenzo Bernini: si tratta della rappresentazione dell'Estasi di Santa Teresa d'Avila, realizzata in marmo tra il 1645 e il 1652. La santa sta per essere trafitta dal potere divino, rappresentato qui non da una spada, bensì da una freccia tenuta in mano da un cherubino.
Ben più macabro è il destino di Nostra Signora dei Calici, figura di capitale importanza in Blasphemous 2: a lei spetta il potenziamento dei calici impiegati dal Penitente per curare le sue ferite, oltre che l'allungamento della barra della vitalità. A mano a mano che il Penitente consegna gli oggetti necessari per ottenere gli agognati bonus, la gigantesca donna viene progressivamente spellata viva dagli angioletti che le volteggiano intorno. Partendo dalla punta delle dita della mano destra - quella che la donna impiega per impartire le sue benedizioni sul Penitente - viene scoperta la carne palpitante che si cela sotto la pelle candida di Nostra Signora dei Calici. È lo stesso destino toccato a San Bartolomeo, apostolo di Cristo cui, secondo la tradizione, venne imposto il martirio per scuoiamento da parte del re dei Medi, in Siria. Michelangelo lo raffigurò nel suo Giudizio Universale come un uomo dalla folta barba grigia, massiccio e dallo sguardo risoluto, con in mano quello che agli osservatori poco attenti potrebbe sembrare un essere umano sgonfiato come un palloncino: altro non è che la sua stessa pelle mortale. La serie di Blasphemous contiene numerosi altri riferimenti ai santi, come ad esempio San Sebastiano, chiara ispirazione del personaggio di Gemino nel primo capitolo.
A chiusura di Blasphemous 2 - e, simmetricamente, di questo approfondimento - troviamo Devozione Incarnata, l'ultimo figlio dell'inscrutabile volontà del miracolo. Di dimensioni monumentali, bianco come il marmo e con il capo adornato da un'ampia aureola d'oro, è l'ultimo, complesso atto di un videogioco che nelle battaglie finali contro i boss torna al rigore ferreo impresso dagli sviluppatori al primo capitolo. Per colpire Devozione Incarnata è necessario prendere di mira il cuore dorato che stringe tra le mani, un chiaro riferimento al Sacro Cuore di Gesù, uno degli elementi devozionali più potenti del culto cattolico, simbolo dell'amore spassionato dedicato da Dio all'umanità.
Qui il rovesciamento si fa potentissimo: il Miracolo non prova amore per gli abitanti di Cvstodia, e anzi, infligge loro sofferenze inenarrabili, piegando i loro corpi e le loro menti alla sua insondabile volontà. Il Penitente è chiamato a far soffrire il cuore di Devozione Incarnata allo stesso modo in cui il Miracolo perversamente tormenta gli esseri umani a lui sottoposti. Spesso rappresentato come un cuore d'oro, talvolta contornato di spine o trafitto da una freccia - simboli della sofferenza di Cristo sulla croce - il Sacro Cuore è fin dal Medioevo un simbolo affermato del Dio cattolico, ed è stato invocato ripetutamente a sostegno delle comunità colpite da momenti particolarmente difficili, come la grande epidemia di peste bubbonica avvenuta a Marsiglia nel 1720. Non si contano i dipinti che ritraggono Cristo dolente con il suo stesso cuore tra le mani, e anche tra le statue portate dai fedeli nel corso della Settimana Santa spagnola non mancano raffigurazioni di questo tipo, volte a mostrare l'amore disinteressato che il Dio cattolico riserva all'umanità. Nel caso di Blasphemous 2, l'ultimo colpo al cuore di Devozione Incarnata segna la conclusione delle peripezie del Penitente, conducendo verso uno dei due finali del gioco, a seconda delle scelte compiute dal giocatore, portando a chiusura uno dei videogiochi più memorabili del ricchissimo 2023 appena passato.