Cosa vorremmo in... è una rubrica a cadenza mensile dedicata ai giochi più attesi dal pubblico. Ma rispetto alle tradizionali anteprime, tratta l'argomento in maniera più diffusa, immaginando come potrebbe essere un titolo, o come si vorrebbe che fosse, piuttosto di come sarà.
Bloodborne è considerato uno dei migliori titoli firmati da Hidetaka Miyazaki, capace con il suo sistema di combattimento che stimola il giocatore a un approccio deciso e al contempo ragionato, il suo ottimo level design e il fascino di desolanti scenari lovecraftiani, di conquistare milioni di videogiocatori. Gli stessi che non vedrebbero l'ora di vivere nuove emozioni per le strade maledette di Yharnam se solo venisse annunciato un Bloodborne II. Perché la formula dei souls-like avrà forse un po' stancato qualcuno, ma ha una base solidissima e ampi margini di modifica e rinnovamento. Noi, nella speranza di poter quanto prima vedere annunciato un seguito, abbiamo provato a immaginare come potrebbe essere, mettendo assieme alcune nostre idee, supposizioni e altro materiale.
Un racconto nuovo ma affascinante e corrotto come il primo
Quello di Bloodborne, è un mondo ricco di atmosfera e di fascino che merita di essere visitato più volte e approfondito, e i quartieri corrotti e maledetti di Yharnam hanno ancora molto da raccontare: nuove vie, edifici, locazioni, oggetti e creature potrebbero aiutare nell'impresa di offrire nuovi spunti di riflessione a chi ama confrontarsi sulla mitologia. In tal senso ci aspettiamo una maggiore attenzione per la storia e il background, da scoprire come sempre passo dopo passo analizzando anche l'ambiente circostante e gli oggetti recuperati. Un legame, quest'ultimo, da sviluppare nel corso dell'avventura, per secernere particolari della vita dei personaggi, dei luoghi che si visitano e dei fatti, in un distillato di informazioni che richiede molta attenzione e molta passione per la loro ricerca e scoperta.
Starebbe insomma come sempre al videogiocatore plasmare per certi versi il ritmo narrativo dell'espansione, decidendo liberamente se soffermarsi o meno a gustarsi, capire certi particolari, oppure se proseguire in maniera superficiale lungo il proprio cammino senza curarsene troppo. Generalmente nei souls-like la prima run serve molto a scoprirne le meccaniche, i nemici, a saggiare la difficoltà dell'avventura, mentre la seconda viene spesso sfruttata per approfondire meglio la narrazione attraverso, come scritto prima, l'analisi di armi, oggetti ed elementi dello scenario. Proprio per questo ci auguriamo si possa avere un rinnovamento della Nuova Partita Plus, sulla falsariga di quanto avveniva in Dark Souls II: una volta ricominciato a giocare dopo aver completato il gioco una prima volta, si troverebbero nuovi oggetti con nuove descrizioni, magie e miracoli inediti. E poi alcuni nemici inediti, boss compresi, con strategie e movimenti differenti. Inoltre potrebbe variare anche la disposizione sulla mappa dei vecchi avversari, così come quella di alcuni oggetti chiave, rispetto sempre alla prima run.
Visto che poi la struttura di gioco la vorremmo simile a quella del primo capitolo, stavolta ci piacerebbe che il rilascio del titolo fosse preceduto da corpose sessioni di beta testing da parte degli sviluppatori, pratica purtroppo sempre meno considerata da molte aziende, in modo tale da prevenire il più possibile la presenza di fastidiosi bug. Se non tutti (il mondo effettivamente ce lo aspettiamo molto vasto, così come le sue variabili, pertanto potrà capitare che sfugga qualcosa), almeno quelli più evidenti e fastidiosi che possono in qualche modo andare a infastidire l'utente durante le sue partite. Allo stesso modo saremmo felici se i lunghi tempi di caricamento del primo Bloodborne, che costituivano una spina nel fianco e richiedevano lunghe attese soprattutto quando si desiderava fare ritorno all'hub centrale, restassero solo un lontano ricordo. Già nell'originale, attraverso una serie di patch e il DLC The Old Hunters, le cose erano sensibilmente migliorate, quindi il punto di partenza dovrebbe essere quello. Sempre da questa espansione prenderemmo la particolare campana del Vecchio Cacciatore che serviva per invocare antichi membri dell'ordine sotto forma di personaggi controllati dall'intelligenza artificiale in prossimità dei vari boss. Inoltre vorremmo avere più armi, per poter diversificare e arricchire l'equipaggiamento del personaggio con strumenti molto diversi tra loro e talvolta del tutto differenziati rispetto al set originario. In questo modo gli utenti potrebbero approntare approcci strategici inediti nel corso dei combattimenti.
E cos'è, se non destino dell'uomo, questo portare il proprio fardello, bere il proprio calice?
Bloodborne ha ancora molto da dire anche sul versante dei Labirinti del Calice, uno degli elementi "di contorno" forse meglio realizzati della storia dei videogame, per cui non ci dispiacerebbe ritrovarli anche nel secondo capitolo. Giusto per coloro che non conoscono l'argomento, diciamo in estrema sintesi che si tratta di una vera e propria sezione parallela all'esperienza di gioco "classica", dove l'utente si ritrova impegnato a superare dei livelli, magari per racimolare i preziosi Echi del Sangue, all'interno di una serie di sotterranei dalla struttura più o meno complessa. Questi sono inizialmente non procedurali, ma dopo aver messo le mani per ciascuno di essi su un "calice delle origini" ed eseguito un rituale, possono formarsi in dungeon interamente casuali e unici a partire dalla fine di ogni secondo livello
La presenza di nuovi Calici potrebbe rivelarsi una grande occasione per gli sviluppatori non solo per ampliare l'offerta di gioco, ma anche per affinare meglio questa interessante idea che per molti fan non è stata sfruttata a dovere fin'ora. Molti sostengono infatti che i dungeon del primo Bloodborne sono tendenzialmente la fotocopia l'uno dell'altro, almeno dopo l'ultimo pthumeriano, e che non offrano molti stimoli. Ebbene, in Bloodborne II dovrebbero essere davvero procedurali e si potrebbero realizzare con un level design meglio diversificato, con nuovi nemici, tesori e ricompense a rendere sempre più appetibile la loro esplorazione. Inoltre si potrebbero inserire dei sotterranei di Profondità 6, per aumentare ulteriormente il livello di sfida. In ambito multiplayer, invece, vorremmo una serie di opzioni per quello sia competitivo che cooperativo, come nel primo capitolo. Ma per variare un po' l'offerta, non ci dispiacerebbe avere delle arene dove poter organizzare con altri giocatori dei duelli uno contro uno o a squadre di due, più delle battaglie simil-deathmatch con quattro partecipanti dove vincerebbe colui che entro il lasso di tempo stabilito dalla sfida, ucciderebbe più avversari (anche più volte). Ovviamente per non sbilanciare il gameplay nelle partite PvP si dovrebbe pensare a un matchmaking ad hoc che grazie a una serie di algoritmi complessi possa rendere ancora più accurata la ricerca degli utenti, basandosi su elementi quali abilità, parametri tecnici del personaggio e livello di difficoltà con cui hanno ottenuto il tutto.
Allo stesso modo si potrebbe rivedere la distribuzione di oggetti e armi rare, in maniera tale che chi gioca a livello hard possa ottenere oggetti che viceversa non potranno avere quelli che giocano a un livello "facile", oppure si potrebbero ottenere solo con una potenza minore. Uguale equipaggiamento dovrebbe tener conto, insomma, del livello di difficoltà della partita di chi l'ha ottenuto e calcolarne quindi l'efficacia riducendo o aumentandone gli effetti in relazione a essa. Ovviamente si potrebbe pensare anche di rendere disponibili per i giocatori tutta una serie di modificatori da utilizzare, volendo, per generare sfide sempre diverse e complicate con gli amici. Ad ogni modo, questo è quanto abbiamo per ora ipotizzato per il futuro del gioco targato From Software. E voi? Cosa vi piacerebbe vedere implementato in un eventuale Bloodborne II?