Una delle caratteristiche fondamentali del mercato videoludico, fin dagli albori, era la tensione all'evoluzione, artistica ma anche e soprattutto hardware. Legato a doppio filo alla tecnologia che lo sostiene, il videogioco viene tendenzialmente creato nei limiti tecnici della propria epoca e - se gli autori sono bravi - li sfrutta per creare opere che dopo molti anni sono ancora incredibili.
Quelle opere non muoiono mai, rimangono impresse nella mente dei giocatori che, pur apprezzando le novità che ogni anno gli sviluppatori propongono, continuano a guardare al passato con nostalgia. Quando la nostalgia si fonde alla passione creativa, però, questa riesce a fare un viaggio nel tempo e portare nei giorni nostri opere che sembrano veramente create nel passato. È questo il caso di Bloodborne PSX, da noi provato nella sua versione pubblica.
Bloodborne, ma negli anni 90
Cos'è esattamente Bloodborne PSX? È un'opera d'arte, prima di tutto, ma non infiliamoci in questo discorso ora. All'atto pratico, è un remake o, se preferite un altro termine, è un demake, un rifacimento che, invece di migliorare la grafica, guarda al passato e "abbassa" la qualità visiva del gioco.
Ovviamente, è un demake di Bloodborne, il gioco PS4 di FromSoftware. Ancora più precisamente, è solo un pezzo dell'opera realizzata da Hidetaka Miyaki, è quella Yharnam Centrale che ha subito messo in difficoltà molti appassionati (e soprattutto i non appassionati) di souls-like. È un progetto fan-made, realizzato solo per passione, completamente gratuito e disponibile su itch.io. L'autrice è Lilith Walther, che vi ha lavorato per 13 mesi, attirando a ogni presentazione l'attenzione del pubblico e dei fan della Notte della Caccia.
Si tratta di un tuffo negli anni novanta, quelli vissuti davanti al tubo catodico, col riflesso della finestra che non voleva saperne di sparire, poco conta la posizione nella quale ci mettevamo. Si tratta di un viaggio che ricorda quanto una manciata di poligoni poco definiti fossero comunque in grado di colpirci ed emozionarci.
Bloodborne PSX spinge quindi l'acceleratore sul lato demake, proponendo una vera estetica old-school. Questa piccola avventura ci propone quindi tutto quello che ci aspetteremmo: limitata mole poligonale, texture d'altri tempi, linea dell'orizzonte più corta delle lame della pietà di Eileen, menù vecchio stile (che però propongono le armi poligonali, visibili a 360°... perché non lo fanno più oggigiorno?) e aree di gioco piccole, con regolari caricamenti.
Potrebbe essere questa una delle caratteristiche che stupiranno chi non ha reali ricordi dei giochi di quell'epoca. Ogni pochi corridoi e stanze si deve guardare la schermata "Now loading", che potete volutamente rallentare nelle impostazioni, per vivere veramente l'epoca PS1 con i suoi caricamenti non certo istantanei. C'è poi un limite prestazionale, anch'esso personalizzabile, che pone il frame rate a massimo 20 FPS.
Possiamo eliminare questi limiti, sia chiaro, ma perché farlo? Bloorborne PSX si pone prima di tutto come un viaggio nel passato e dal nostro punto di vista si dovrebbe accettare ogni "problema tecnico" che le impostazioni automatiche propongono.
Digitale > analogico
La grafica, però, non è l'unica differenza, tutt'altro. Un semplice abbassamento della qualità tecnica non avrebbe avuto poi grande valore, se non in quanto puro sfoggio di abilità di Lilith. Sarebbe stato apprezzabile, ma ammettiamo che in tal caso avremmo bollato la cosa come un viaggio nei ricordi da provare al volo e mettere da parte dopo un paio di morti.
Non è invece così e, lo diciamo subito, se Bloodborne PSX andasse oltre lo scontro di Padre Gascoigne, continueremmo a giocare. L'autrice ha creato questo nuovo gioco immaginando le regole di design degli anni novanta. Prima di tutto, le levette analogiche non esistono, quindi dite addio a una telecamera libera (che anche su PS2 non era proprio scontata, va detto). Per guardarvi attorno dovrete usare L2 e R2. Vari altri comandi vengono spostati: non serve fare l'elenco completo, visto che lo scoprirete da voi quando proverete il gioco (perché lo proverete, non è una domanda; avete chiesto Bloodborne su PC? Tecnicamente siete stati accontentati).
Dovete però sapere che combattere in Bloorborne PSX è come combattere in Bloodborne, ma in modo leggermente diverso. È come giocare a pallacanestro e poi iniziare a tirare una palla che pesa il doppio. Inizialmente è strano e i tiri vanno a vuoto, poi però le mani e la mente si adattano alle differenze ed è come se nulla fosse cambiato. Proprio per questo, Bloodborne è interessante anche (e forse soprattutto) per i veterani, che sanno cosa aspettarsi ma che verranno spiazzati continuamente.
Originalità
Non cambiano solo i comandi, inoltre. Pur vero che la mappa è sempre Yharnam Centrale, le aree di gioco sono un po' diverse, sia per motivi di "coerenza tecnica", sia per necessità contenutistica. Ci spieghiamo.
Le varie sezioni della prima mappa di Bloodborne sono state ampliate nella sua versione PSX. In alcuni casi, certe aree sono praticamente identiche a quelle originali, ma sono state rese semplicemente più ampie. Le proporzioni e i conseguenti tempi di spostamento sono diversi, ma i cacciatori inebriati di sangue da molti anni riconosceranno ogni angolo, sapendo bene dove trovare il prossimo nemico e dove raccogliere un oggetto utile.
In altri casi, però, si girerà un angolo non si avrà più idea di quel che sta succedendo. La creatrice ha ben pensato di creare Bloodborne PSX rispettando i propri limiti. Non avendo le risorse per realizzare molteplici aree, ha semplicemente optato per ampliare quelle originali. La strada centrale della città, invece di portarci in pochi secondi verso il ponte, si divide in varie zone, con anche una serie di vicoli laterali originali, con molteplici shortcut da bloccare. Le fogne includono un'intera nuova area velenosa e ci sono varie porte bloccate da chiavi, che vanno recuperare esplorando attentamente.
Anche le lanterne sono aumentate, così da avere più checkpoint. Vista la brevità del gioco, è stato ripensato anche il sistema di potenziamento delle armi che arrivano ora fino al livello cinque. Cos'altro? I punti intuizione sbloccano varie aree nel Sogno del cacciatore, come se fossero stelle collezionabili da raccogliere per aprire delle porte numerate.
La bellezza di Bloodborne PSX sta proprio in queste idee originali, nel redesing del gioco, che spingono anche chi ha giocato più e più volte all'opera originale a lanciarsi all'esplorazione, guardando in ogni anfratto, perché si sa bene che potrebbe esserci una sorpresa.
Il tutto, però, senza rinunciare alla fedeltà. Non ci sono letteralmente tutti i nemici di Yharnam Centrale (mancano i lupi bipedi e gli umanoidi striscianti delle fogne), ma quelli presenti, compresi il Chierico Bestia e Padre Gascoigne, attaccano allo stesso identico modo. Gli effetti sonori e i dialoghi sono chiaramente stati presi direttamente dal gioco PS4 e in realtà sono l'unico elemento che potrebbe stonare, visto che sono fin troppi e troppo "puliti" per essere quelli di un gioco PS1. La loro presenza però migliora l'immersività e crea quasi un effetto nostalgia al contrario, con un "gioco PS1" che ci fa ricordare le nostre passate avventure su PS4.
Conclusioni
Bloodborne PSX funziona, diverte, è realizzato con raziocinio, passione ed è pure gratuito. È veramente come giocare un gioco del 1995, ma senza rinunciare ai colpi di genio di Miyazaki del 2015. Onestamente non troviamo un singolo motivo per dirvi di non provarlo. No, "la grafica è brutta" non è una scusa valida.
PRO
- Si sentono gli anni 90 in ogni pixel
- Non è solo una copia carbone dell'originale
CONTRO
- Mancano alcuni nemici di Yharnam Centrale