Una nuova alba
I punti di forza che hanno reso grande il primo Call of Duty, ovvero la riproduzione realistica delle aree di gioco e l’atmosfera di stampo cinematografico, sono rimasti totalmente inalterati. Anche in Big Red One troveremo città ed ambientazioni realizzate per esaltare al massimo le fasi di guerriglia. Esplosioni, copertura aerea con bombardamenti annessi, mezzi pesanti che girano per la città, truppe e soldati che cercano di mantenere salda la posizione fino all’ultimo uomo e così via. Insomma l’aspetto grafico e l’ottima realizzazione degli effetti sonori, che gioca un ruolo fondamentale per la struttura del titolo, si uniscono in perfetta simbiosi ad un eccellente design che rafforza ulteriormente la fama della serie.
l’aspetto grafico e l’ottima realizzazione degli effetti sonori, che gioca un ruolo fondamentale per la struttura del titolo, si uniscono in perfetta simbiosi ad un eccellente design
Una nuova alba
Nel gioco vi sono alcuni eventi scriptati, che servono da collante tra le diverse missioni e per aggiungere spessore alla trama durante il combattimento, cosa che si era già vista ed apprezzata nell’originale Call of Duty, quindi in alcune situazioni non potremo agire diversamente da quanto previsto dai designer. Per fortuna non tutto il gioco si basa su script, in molte situazioni la sorte della squadra dipenderà dalle nostre azioni. Una delle feature più interessanti riguarda proprio lo spirito di gruppo e l’attaccamento verso i nostri compagni che ci accompagneranno durante i vari combattimenti, fino a quando non verranno uccisi, per demeriti loro o nostri. Ovviamente i compagni caduti saranno rimpiazzati nei successivi scontri, ma al loro posto potremo trovare delle nuove reclute, che peccando di esperienza potrebbero non essere compagni altrettanto capaci. Starà quindi a noi cercare non solo di portare a casa la nostra pelle, ma anche di aiutare quanto più possibile il resto del gruppo, in Call of Duty i Rambo hanno una vita molto molto difficile.
Tra tutti gli aspetti che più sono stati analizzati e modificati rispetto al precedente capitolo della serie, è l’implementazione dell’intelligenza artificiale, ovviamente sia nei nostri compagni che nella gestione delle truppe avversarie. In Big Red One non potremo impartire ordini ai nostri commilitoni, non per una limitazione del gioco, ma piuttosto per il grado militare del nostro alter-ego, quindi spetta alla cpu prendere decisioni sulle tattiche e formazioni della squadra. Durante il nostro test abbiamo visto ed appreso come ci siano sicuramente ottimi spunti per quello che riguarda l’IA nel gioco, in particolare nel modo in cui i nostri compagni cercano sempre una copertura o un riparo per poter sparare ai nemici mantenendo sempre una certa prudenza.
Il motore grafico sviluppato in Call of Duty è un’evoluzione del precedente, visto nell’originale COD su console. L’engine è stato migliorato ed ottimizzato pressoché in tutti i reparti, a partire dal frame rate fino ad arrivare alla resa delle texture, con un occhio di riguardo agli effetti particellari di esplosioni e fumo. Le versioni Xbox e Ps2 sono simili tra loro, con il vantaggio naturale della versione Xbox limitato alla pulizia su schermo ed alla qualità delle texture, che risultano essere più dettagliate anche da distanza ravvicinata. Non abbiamo potuto osservare la versione per Nintendo Gamecube, ma non dovrebbe essere molto dissimile dalle altre, almeno stando alle parole del team di sviluppo. Progressi anche per quello che riguarda la gestione del sonoro, come già accennato precedentemente di altissimo livello, al pari del doppiaggio utilizzato per ricreare tutte le voci dei nostri compagni, di civili e nemici all'interno delle città. Vivamente consigliato l'utilizzo di un sistema Dolby Digital 5.1 per sfruttare al meglio le potenzialità della versione Xbox.
L’engine è stato migliorato ed ottimizzato pressoché in tutti i reparti
In volo con COD
La sezione meno riuscita, almeno per quanto abbiamo potuto testare in questo Call of Duty, è senza dubbio la riproduzione degli scontri in volo, quando ad esempio ci viene assegnato il controllo di una torretta su un aereo. A parte la resa grafica di questa modalità, che non rende assolutamente giustizia all’engine realizzato dai Treyarch, abbiamo notato un senso di disorientamento nel briefing e nell’individuare con estrema chiarezza i vari obiettivi della missione. Per maggiori dettagli su questo tipo di missioni e sulla possibilità di sfruttare i mezzi all’interno del gioco, vi rimandiamo alla futura recensione.
Ultimo ma non per importanza, il supporto multiplayer. In Big Red One è stato implementato anche il supporto online, sia su Playstation 2 che su Xbox Live, sarà quindi possibile scontrarsi in missioni a squadre scegliendo se far parte dell’Asse o degli Alleati con un massimo di 16 giocatori per partita. L’uscita del gioco è prevista in contemporanea su Xbox, Playstation 2 e Gamecube intorno alla metà di novembre.
Nuovo appuntamento per le truppe militari Americane, si ritorna nel periodo della seconda guerra mondiale con un esclusivo spin off di Call of Duty 2. Se il vero sequel di uno tra gli sparatutto in soggettiva più apprezzati negli ultimi anni approderà solo su PC ed Xbox 360, le console di questa generazione beneficeranno di una versione sviluppata appositamente per loro al fine di ottimizzare i titoli per entrambe le generazioni di hardware. In questa nuova avventura made in Activision giocheremo infatti come membri attivi della più famosa unità di fanteria dell’esercito Americano, la Big Red One. Il nome di questa pluri decorata unità militare è dovuto principalmente al simbolo utilizzato dai suoi membri, un numero 1 di colore rosso cucito sulle divise. Le missioni disponibili si baseranno su una rivisitazione più o meno fedele delle battaglie portate a termine dalla Big Red One, compreso ovviamente lo sbarco in Italia nei pressi di Gela. Nel gioco saranno disponibili oltre 36 armi, perfettamente riprodotte nei minimi dettagli, partendo dai modelli originali degli eserciti Italiani, Francesi, Tedeschi ed Americani.