I buoni vecchi giochi d'azione sembrano essersi un po' persi per la strada in questi anni, come se menare colpi a destra e a manca senza tanti complimenti sia diventata un'abitudine démodé, nonostante sia a tutti gli effetti un fondamento dei videogiochi. Al continuo inseguimento di nuovi trend, fra ibridazioni con giochi di ruolo, sfide sempre più complesse o declinazioni roguelike, l'action standard è diventato quasi una rarità. Per questo un gioco come Captain Blood può risultare fresco e originale, paradossalmente riprendendo proprio degli stilemi molto classici e senza vergognarsene affatto, anzi mettendo ben in chiaro dove voglia andare a parare già dal suo aspetto in pieno stile "gen 7", come se si trattasse di un titolo venuto fuori direttamente dall'epoca Xbox 360 e PS3.
Il fatto è che Captain Blood è, in effetti, un gioco d'altri tempi: non si tratta semplicemente di fonti d'ispirazione, ma proprio dell'origine stessa del progetto partito quasi 20 anni fa, cancellato e poi tornato in vita.
L'inizio di questo può essere rintracciato nei primi anni 2000 e venne portato avanti per un po' di tempo come possibile gioco dell'epoca Xbox 360 e PS3 fino al 2012, anno in cui è stato cancellato, dopo essersene perse le tracce dal 2010. All'improvviso, l'estate scorsa, il gioco è tornato a mostrarsi con un "re-reveal" e un'uscita prevista per il maggio di quest'anno. A rimarcare l'intenzione di fare sul serio, di recente è stata pubblicata anche una demo, che ci ha consentito di provare in anticipo qualche minuto iniziale del gioco, lanciandoci subito in una girandola di scontri a fuoco e all'arma bianca.
Super-pirati del XVII secolo
Il collegamento con l'omonimo romanzo dei primi del '900 è piuttosto incerto, al di là dell'ambientazione generale: per quanto riguarda la storia non c'è molto tempo per le chiacchiere, ma pur nel suo essere estremamente pratico Captain Blood ha modo di calarci all'interno di un clima molto particolare, raccontando una classica storia d'avventura piratesca sullo sfondo degli scontri tra le forze navali di Inghilterra e Spagna nel XVII secolo.
Un piccolo manipolo di guerrieri esperti, navigatori e mercenari semplicemente alla ricerca di oro e ricompense facili, si ritrova coinvolto in un violento attacco della marina spagnola sulle coste di Port Royal, dal quale inizia un lungo viaggio scandito da scontri su terraferma, arrembaggi e battaglie navali. Dopo qualche dialogo iniziale, la demo lascia subito spazio all'azione, portandoci tra le strade di una città costiera fortificata e dentro vari locali, combattendo con spade e armi da fuoco contro orde di nemici che attaccano da ogni direzione.
Purtroppo la versione di prova, stranamente, non consente di utilizzare un controller e usare la tastiera per un titolo del genere risulta alquanto deleterio per l'esperienza di gioco, ma è facile capire come il flusso dell'azione sia vicino al picchiaduro a scorrimento classico, con influssi che richiamano action in terza persona come God of War (l'originale), forse il titolo più vicino sotto il profilo del gameplay.
Ci troviamo a muoverci tra nugoli di nemici e attaccare a 360 gradi utilizzando colpi concatenati in combo con effetti differenti, utilizzando sequenze standard o attacchi speciali, oltre a utilizzare all'occorrenza la modalità "rage" che incrementa velocità e resistenza ma a tempo limitato. Sono presenti anche parate e schivate che diventano importanti con l'aumentare del tasso di sfida, ma in linea di massima non si può dire che Captain Blood si presenti proprio come un titolo dal sistema di combattimento tattico e selettivo, badando soprattutto a divertire con sequenze spettacolari e un ritmo piuttosto fluido, almeno nella parte che abbiamo avuto modo di provare.
Un vero gioco d'altri tempi
Eseguire devastanti combo roteando spade e facendo fuoco, giustiziare boss e nemici più coriacei usando i tasti col giusto tempismo una volta che compare l'icona sulle loro teste e anche prendere parte a fasi in quick time event sono tutti elementi che ricordano molto da vicino una certa interpretazione del gioco d'azione risalente a diversi anni fa, quando questa andava per la maggiore.
Captain Blood poteva stare benissimo accanto a God of War e Dante's Inferno e in effetti è proprio lì la sua origine, risultando chiaramente derivativo sebbene dotato di una caratterizzazione molto particolare che lo rende comunque unico. Paradossalmente proprio il fatto di arrivare ora, del tutto fuori tempo massimo, lo trasforma però in qualche modo in un titolo originale e molto interessante. Riprende lo stile tutto azione e divertimento che spesso viene ricercato in ambito indie al giorno d'oggi, ma con un approccio decisamente genuino. Il problema maggiore, in questo senso, è che la ripetitività generale sembra accentuata da un sistema di combo che, almeno nella demo, non sembra essere molto profondo e sviluppato, ma è comunque prevista una certa progressione del personaggio.
Ovviamente il suo look da grossa produzione, ma di 20 anni fa, lo inserisce in una situazione strana, come se si trattasse di una riedizione di un gioco classico che arriva invece per la prima volta sul mercato, ma costruito con tecnologie e gusto dell'epoca.
La grafica, ovviamente, va interpretata in questo senso: risulta ancora piacevole grazie alla sua stilizzazione che riprende l'estetica tipica del racconto d'avventura piratesco ma risulta inevitabilmente grezza, sebbene funzionale anche a mantenere l'azione quanto più possibile veloce e fluida. L'incremento di risoluzione ha portato a un effetto generale in stile "remaster" che può sembrare strano trattandosi di un gioco in arrivo ora, ma contribuisce alla sua bizzarra caratterizzazione.
Per chi cerca un buon vecchio gioco d'azione contro il logorio dei tempi moderni, Captain Blood è precisamente quello che ci vuole: non un titolo che si limita a imitare, ma che arriva proprio direttamente dal primo decennio degli anni 2000. Giocarci è come aprire una sorta di capsula del tempo, proiettandoci direttamente nel periodo in cui gli action in terza persona seguivano l'impostazione dei primi God of War fra rutilanti combo, esecuzioni spettacolari, violenza e quick time event. Certo il tutto è un po' goffo, meccanico e ripetitivo, come costruzione delle situazioni di gioco e combattimenti, ma questa sfasatura temporale incrementa il fascino di un'avventura piratesca che punta soprattutto al divertimento immediato, e sembra raggiungere l'intento, per quanto abbiamo visto.
CERTEZZE
- È (veramente) un gioco d'azione d'altri tempi: immediato e senza fronzoli
- L'ambientazione piratesca ha sempre il suo fascino
DUBBI
- Ovviamente datato come meccaniche e grafica
- Il sistema di combo al momento sembra alquanto limitato