A Cyberpunk: Edgrunners vanno attribuiti diversi meriti. L'anime targato Netflix creato dal sodalizio tra CD Projekt RED e Studio Trigger, non solo risulta essere uno dei migliori prodotti d'animazione che la piattaforma di streaming ha da offrire, ma ha avuto la capacità di dare una seconda vita a Cyberpunk 2077. Con l'uscita della serie animata, infatti, e la contestuale patch 1.6, lo sviluppatore polacco ha rilanciato il suo gioco di ruolo, ampliandone notevolmente l'utenza. Merito delle migliorie apportate al titolo e, come detto, delle avventure di David e compagnia realizzate da Studio Trigger.
Durante la cornice del Lucca Comics & Games 2022 abbiamo avuto modo di intervistare Yoh Yoshinari e Naoko Tsutsumi, rispettivamente Character Designer e Animation Producer di Cyberpunk: Edgerunners in Studio Trigger. Ad accompagnarci nell'intervista Saya Elder, Producer di CD Projekt RED che ha lavorato direttamente alla creazione dell'anime. Con loro abbiamo fatto un tuffo ancora più profondo nel cyberspazio.
Cyberpunk: Edgerunners e la sua accoglienza
La nostra intervista a Studio Trigger si è aperta non con una domanda ma con dei complimenti, perché, a chi scrive, Cyberpunk: Edgerunners è piaciuto, tanto. L'aspetto migliore della produzione Netflix è la cura riposta nella creazione del prodotto, piena di elementi di contorno assolutamente invisibili per chi non ha mai giocato Cyberpunk 2077 ma che, per il giocatore, fanno davvero la differenza. Siamo partiti quindi chiedendo ai due esponenti dello studio di animazione qual è stata la loro reazione a fronte della caldissima accoglienza di Cyberpunk: Edgerunners.
"Ovviamente, è un'esperienza incredibile" dice Yoshinari. "Volevamo rendere omaggio al mondo creato da CD Projekt RED, rispettando la visione dello showrunner dell'anime, Rafal Jaki. La fedeltà all'opera originale per noi è stata prioritaria; inizialmente, soddisfare i videogiocatori non era tra gli obiettivi pianificati del progetto". Uno scopo in realtà raggiunto ugualmente, proprio grazie alla cura e al continuo scambio tra CD Projekt RED e Studio Trigger. Un lavoro di concerto che ha portato lo sviluppatore polacco a delineare il comparto narrativo e affidando allo studio d'animazione giapponese il compito di dargli vita.
Temi ed epilogo
Sull'aspetto narrativo abbiamo riservato un paio di domande a Yoshinari e Tsutsumi, partendo dal tema centrale di Cyberpunk: Edgerunners, ovvero la cyberpsicosi. Questa patologia nel mondo di Cyberpunk si manifesta quando un corpo umano viene modificato all'inverosimile da upgrade e cyberinnesti, fino al punto in cui la psiche non regge più il peso di un cambiamento del corpo così radicale. In Cyberpunk 2077 questo aspetto viene affrontato da una lunga missione secondaria, affidata a V dalla fixer Regina Jones: l'obiettivo è occuparsi di diversi cyberpsicopatici a piede libero per Night City e dall'alto potenziale omicida.
C'è molto di tutto questo in Cyberpunk: Edgerunners, ma affrontato da una prospettiva diversa, anche perché la quantità di cromo impiantato non ha effetti nelle statistiche che danno forma alla build di V. "La decisione di puntare su questa tematica è stata di CD Projekt RED, ma internamente ci siamo domandati spesso quale fosse il modo migliore per proporla dal punto di vista visivo" dice Yoshinari, continuando poi raccontandoci la sua esperienza diretta con Cyberpunk 2077. "In preparazione al progetto ho giocato a lungo a Cyberpunk 2077, arrivando a completare tutte le missioni secondarie e potenziando al massimo il mio personaggio. Arrivato a quel punto l'unica cosa che ti rimane da fare è attaccare briga con la MaxTac e vedere quanto riesci a sopravvivere, ed è forse un po' questo secondo me il significato di cyberpsicosi. È perdere coscienza di sé stessi, una sorta di trascendenza della forma umana, che arriva ad un punto in cui il concetto stesso di essere umano è molto labile". E questo racconto personale è proprio la trasposizione in scala uno a uno dell'apertura di Cyberpunk: Edgerunners, con l'entrata in scena di quel Sandevistan che sarà il biglietto di sola andata verso l'inferno.
Ed è proprio sull'epilogo della storia che verte l'altra domanda posta a Studio Trigger, che vi suggeriamo però di saltare in quanto SPOILER sia di Cyberpunk 2077 che di Edgerunners. Se avete portato a termine la visione dell'anime, sapete bene che a mettere un punto alla storia di David ci pensa Adam Smasher, personaggio con ruolo decisamente centrale nel mondo di Cyberpunk 2077. Per chi non ha mai giocato Cyberpunk 2077, Edgerunners è un prodotto assolutamente godibile e che scorre liscio fino alla fine: per i giocatori invece, gli ultimi episodi hanno un sapore davvero differente. L'epilogo di V, in cui il/la protagonista uccide Adam Smasher, non lascia spazio a interpretazioni circa la fine di David: il giocatore che guarda Cyberpunk: Edgerunners sa molto bene come finirà tutto prima ancora dei titoli di coda. Secondo Yoshinari però Smasher nell'equazione conta fino ad un certo punto. "Il personaggio di David è stato scritto con una chiara spirale discendente. Adam Smasher è quello che mette fine alla sua vita, ma l'edgerunner poteva morire durante una missione o essere abbattuto dalla MaxTac, e non avrebbe fatto differenza. Penso che procedendo nella visione, difficilmente si può prevedere un finale di redenzione e salvezza per David".
I suoni di Night City
Come detto, in Edgerunners i riferimenti a Cyberpunk 2077 sono davvero ovunque e parte del rilancio del gioco di CD Projekt RED è proprio da imputare a questa profonda (e molto furba) sinergia tra i due prodotti. Non potrebbe essere altrimenti in effetti, del resto la Night City dell'anime è proprio quella del videogioco, con una storia ambientata solo poco tempo prima quella di V. In diversi dietro le quinte CD Projekt RED e Studio Trigger hanno raccontato come sono stati creati gli scenari di Cyberpunk Edgerunners: in un'intervista, Masahiko Otsuka, Co-Fondatore dello studio, racconta i diversi stadi di progettazione dell'anime, e di come lo studio di animazione, dopo aver assorbito la documentazione fornita dallo sviluppatore polacco, l'abbia fatto suo adattandolo in formato anime. Il grado di dettaglio e citazione però è rimasto sempre molto alto nonostante l'iniezione personale di Studio Trigger, tanto che i fondali della serie sono stati disegnati a partire da screenshoot di Cyberpunk 2077.
La Night City di Studio Trigger parla come la sua versione videoludica... e molto spesso canta come lei. Un elemento imprescindibile di Cyberpunk: Edgerunners è, infatti, la colonna sonora, e molte tracce incluse nell'anime fanno parte della Original Sound Track di Cyberpunk 2077. Alcune di queste sono passate dall'essere semplici canzoni nella lista delle radio disponibili nel gioco a veri e propri tormentoni, su tutte I really want to stay at your house di Rosa Walton, esplosa in modo così deflagrante da generare una serie di meme davvero spassosi. A parlarci della scelta delle musiche di accompagnamento dell'anime è Naoko Tsutsumi. "Per capire il criterio di scelta della musica bisogno partire dal principio di ogni singola scena. Per prima cosa, la scena viene immaginata, poi si stende lo storyboard. Si passa così all'animazione, partendo da un bozza grezza. Quando infine l'azione e i movimenti sono stati fissati e si è quasi alla fine del procedimento, è allora che la musica viene scelta. L'accompagnamento sonoro è quindi uno degli ultimi passaggi all'interno della composizione di una scena, ed è stato un compito svolto dal Director, Hiroyuki Imaishi. Al nostro fianco abbiamo avuto sempre Akira Yamaoka, che ha composto buona parte delle tracce audio di Cyberpunk Edgerunners, ma Imaishi-san voleva spaziare ancora di più nella scelta della colonna sonora. In Cyberpunk 2077, CD Projekt RED ha incluso una moltitudine di brani nelle stazioni radio di Night City e la scelta non poteva che essere fatta partendo da quella OST".
Rebecca, la scommessa di Studio Trigger
Tutti questi rimandi a Cyberpunk 2077 possono essere colti chiaramente solo da chi lo ha giocato, eppure sono stati in tantissimi ad amare a prima vista Edgerunners anche senza conoscere il mondo di Cyberpunk in generale, dai giochi di ruolo pubblicati da R. Talsorian al videogioco di CD Projekt RED. Come anticipato, il più grande merito di Studio Trigger è stato proprio quello aver digerito una mole importante di documentazione relativa a Cyberpunk 2077, per poi restituire qualcosa di riconoscibile, ma costituito in purezza dal DNA dello studio di sviluppo. E non tutto quello che vediamo in Cyberpunk: Edgerunners è frutto di CD Projekt RED, anzi. Un punto molto importante per Studio Trigger, tanto da creare diverse discussioni interne durante lo sviluppo dell'anime, è il personaggio di Rebecca, molto sopra le righe e un po' lontano dai comprimari di 2077. Da Judy a Panam passando per tutti i volti secondari delle avventure di V, i personaggi del mondo di Cyberpunk possiedono tutti un lato tetro, mentre Rebecca è esagerata, rumorosa e sempre su di giri.
"Rebecca è un personaggio davvero speciale per Otsuka-san, che è stato quello tra noi che l'ha creata" dice la Tsutsumi. "L'importanza di Rebecca la si percepisce comparandola a Lucy. Nonostante quest'ultima sia chiaramente l'eroina della storia, nonché la persona a cui David è legato romanticamente, Lucy per buona parte del racconto non è davvero presente. La vediamo in scena ma non è partecipe nelle vicende che riguardano David, non lo supporta emotivamente. Quello che abbiamo pensato durante la realizzazione del progetto è che al protagonista servisse un alleato, qualcuno sempre pronto a stare dalla sua parte a qualsiasi costo". Una scelta che ha ripagato la tenacia di Studio Trigger perché, a conti fatti, Rebecca è uno dei personaggi più apprezzati della serie e, ripensando alle parole della Tsutsumi, il motivo è proprio da imputare all'intuizione di Otsuka. Il costante supporto, quell'affetto disinteressato e incondizionato che Rebecca nutre per il protagonista, quasi al limite della friend-zone, è in effetti ciò che avvicina il pubblico a David, operazione non facile in generale ma ancora più ostica se pensiamo agli spettatori anche giocatori. In Cyberpunk 2077 il giocatore ha il controllo della storia di V, in Edgerunners è spettatore passivo della storia di David, eppure tutti ce ne siamo interessati.
Ovviamente Lucy continua a rimanere la front woman di Cyberpunk: Edgerunners, e durante Lucca Comics abbiamo visto alcuni cosplay della netrunner, anche se il suo abbigliamento non è dei più facili da ricreare... tanto che a guardala bene un po' viene da chiedersi come i leggins, il body e gli shorts siano realmente indossati. Nonostante quella degli abiti di Lucy sia nata come una battuta durante l'intervista, Yoshinari ha accolto l'ironia e spiegato alcune scelte relative allo stile del personaggio. "Lucy indossa una tuta molto sgambata sopra un paio di hot-pants. Non è il modo convenzionale di indossare questi due capi di abbigliamento, ma è una scelta fatta per rendere il suo aspetto ancora più d'impatto. I capelli sul lato della nuca (che abbiamo sempre pensato fossero tenuti da clip sul lato, ndr.) sono invece rasati, una scelta fortemente ispirata dall'editor del personaggio di Cyberpunk 2077". A noi continua a sfuggire il come sia agganciata la giarrettiera dei leggins di Lucy, ma si sa: tutti a Night City hanno dei segreti da nascondere.